Intervista all’onorevole Paola Goisis Lega Nord Padania

L’onorevole Goisis, dice quello che pensa e scatena le razioni della sinistra. Impermeabile ad ogni offensiva, innervosisce per la sua determinazione.

Ogni volta che lei parla in aula, la sinistra si scaglia contro di lei, oggi giornata campale?

Sicuramente, specie come la giornata odierna (3 aprile per chi legge) quando si è voluto far passare, in modo surrettizio, una riforma. In pratica, la vanificazione della legge Bossi-Fini.

Con una semplice comunicazione fatta da un datore di lavoro, si potrà consentire ad un extracomunitario di venire a lavorare in Italia. Praticamente non occorrerà più il permesso di soggiorno. E’ sufficiente solo la famosa comunicazione. Non è possibile no?

E’ stata addirittura offensiva con quanti vogliono cambiare la Bossi-Fini per cui la reazione è stata comprensibile. Cosa è successo?

Ho tacciato la sinistra di razzismo per due motivi: prima di tutto, nei confronti di noi italiani perché, chi viene in Italia a lavorare, ci fa vivere come dei sudditi. Gli extracomunitari hanno tutti i privilegi, hanno priorità e precedenze nei riguardi degli italiani, si pensi all’assegnazione delle case popolari, all’assistenza medica, scolastica e così via. Insomma, hanno proprio tutti i diritti e noi veniamo posti in secondo piano. E lasciamo stare le insofferenze al Crocifisso, alla religione ecc. Siamo arrivati al punto che non possiamo nemmeno protestare. I nostri Vescovi, il nostro Papa, non hanno il diritto di professare, di dire e parlare di dottrina che, subito, vengono accusati di ingerenza. Stanno cercando, se le cose continuano in questo modo, di farci abdicare nei riguardi della nostra religione, della nostra storia.

Il secondo motivo, scommetto, sia stato quello che ha offeso la dignità della sinistra, vero?

Credo di sì, perché essi sono razzisti anche nei riguardi degli stessi extracomunitari di cui si fanno difensori. La sinistra crede che questa sua disposizione, possa essere considerata come solidarietà vera mentre si riduce ad una solidarietà penosa.

Se basta la comunicazione del datore di lavoro alla Prefettura, lo sa cosa succederà dopo la scadenza del contratto? Non tornano mica indietro ed allora andranno ad impinguare le schiere di extracomunitari nulla facenti che, non avendo più un lavoro, non avendo di che vivere, senza una casa, saranno costretti a delinquere e a ghettizzarsi. Senza contare che, poi, vengono sfruttati dai cosiddetti caporali. E, poi, la cosa che ha fatto trasalire i banchi della sinistra, è stata la mia affermazione: «questi extracomunitari, come se non bastasse, fanno venire in Italia anche le loro figlie giovanissime e le avviano alla prostituzione per il vostro piacere».

E’ chiaro che voleva essere una provocazione, forte, ma una provocazione per far capire quanto sono razzisti anche nei riguardi dei loro stessi“protetti”.

Lei non ha proprio peli sulla lingua, onorevole, e neanche la scalfiscono le offese di ritorno, sembra impermeabile. E poi?

Ho continuato dicendo: «sappiate che queste ragazze, sono soggette ad ogni tipo di violenza. Sono picchiate se non addirittura uccise quando non accettano più di vivere secondo i dettami della loro religione volendo scegliere di vivere all’occidentale».

Ma se siete voi, secondo alcuni, ad essere razzisti.

Noi, siamo chiari. Vogliamo una legge che tuteli noi ma che tuteli anche loro. Insomma, reclamiamo il diritto di essere padroni in casa nostra!

Ad Este, per esempio, ho ricevuto delle lamentele da parte di molte italiane che cercano lavoro come badanti. Ebbene, esse sono discriminate nei riguardi delle extracomunitarie. Si sentono rispondere dagli sportelli di informazione che ci sono le straniere prima di loro. Di questo passo dove andremo a finire?

Anche in quella occasione, in pieno Consiglio Comunale dove sono consigliere di minoranza, ho tacciato di razzismo il sindaco appellandomi agli articoli 3 e 4 della Costituzione cioè: uguaglianza e lavoro.

Le proposte in alternativa, prevedono ingressi di extracomunitari coperti da un contratto di lavoro, è una condizione cioè, va bene così?

Chiacchiere. A me risulta che le famose carrette del mare, arrivano ancora, eccome se arrivano! E senza contratti di lavoro garantito. Che dire poi, dei sistemi “alternativi” per poter entrare in Italia accampando la scusa di rifugiato politico?

Anche in quel caso, con una semplice dichiarazione di essere un perseguitato politico, si entra. Ma si entra anche per ragioni più disparate. Essi, non sono neanche obbligati a stazionare nei CTP. In ogni caso, per completare l’istruttoria relativa, occorrono anni ed anni. Nel frattempo chi li trova più?

Quale collega della maggioranza si è risentito su tutti?

Salvo errori, mi è sembrato Tolotti dell’Ulivo il più appassionato alla protesta dovuta alla mia provocazione.

Gli ho fatto notare che, se lui non era un frequentatore di prostitute, non si capiva perché si sentisse chiamato in causa. Gli ho sottolineato che parlavo con quanti approfittano di queste ragazzine che avranno, si e no, quindici anni e che era una vergogna. Se tanti italiani maschi non ci andassero, non ci sarebbe questo tipo di problema.

Ma i miei sono venuti tutti giù, da cavalieri e difensori. E’ stata questa, una cosa bella da parte dei miei compagni di partito.

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