Intervista a Wladimir Luxuria

Pacs, unioni civili. A colloquio con l’on. Wladimiro Guadagno detto Vladimir Luxuria membro della VII Commissione Cultura, scienza ed istruzione.

Ultimamente, sui pacs, c’è una forte tensione soprattutto dopo la decisione del consiglio comunale di Padova, questo governo regge alla finanziaria e cadrà sui pacs? Ha promesso una legge entro gennaio.

Devo dire che l’episodio più spiacevole è stato quando c’era stata una audizione alla Commissione per gli Affari Sociali con la presenza di rappresentanti di coppie di fatto dove gli esponenti del centrodestra, si sono alzati e sono andati via, rifiutando anche di voler conoscere ed ascoltare la loro testimonianza diretta.
La coppie di fatto in Italia sono il 4% secondo i dati dell’Istat.
Le unioni civili sono già presenti nei programmi dell’Unione. E’ impossibile ignorare oltre questa realtà.
Bisognerà risolvere un piccolo nodo con alcuni che, come l’Udeur di Mastella, si richiamano ai valori cattolici e con, non tutti, qualcuno della margherita, circa una contraddizione giuridica che, secondo me, è nel programma dell’Unione. Da una parte è presente un’ottima definizione di quelle che sono le unioni civili, dove, come unioni, l’orientamento sociale non è dirimente e non inficia la validità dell’unione stessa. Un’altra parte dice che il governo si impegna a riconoscere solo i diritti delle singole persone che compongono le unioni civili.
Credo, però, che se si è definito quella che è una unione civile, significa riconoscerla pubblicamente, a questo punto, questo riconoscimento, penso, sia assolutamente coerente con l’impegno del governo.

Questo governo è laico? La parte cattolica che lei dice esistere, finisce col condizionare non poco la linea del governo. Entro gennaio avete promesso un progetto di legge.

Non credo sia il caso riaprire una discussione se il governo debba essere o meno laico. E’ un principio costituzionale quello secondo il quale lo Stato Vaticano, lo Stato italiano, sono due entità autonome ed indipendenti. Quindi, così come c’è stato il divorzio, che è una legge italiana tuttora vigente e che nessuno oggi si permetterebbe di mettere in discussione, anche per queste questioni ci sarà il superamento e l’acquisizione di questi principi. Nonostante continuamente il Papa, soprattutto durante forum sulle famiglie tenutosi a Valencia, continui a ribadire il suo “no” secco al divorzio e quindi l’idea dell’indissolubilità sacra del matrimonio.
Si può essere veri cattolici su molte questioni di carattere etico ma quando si è legislatori, non si rappresenta lo Stato Vaticano, si rappresenta lo Stato italiano.
In ogni caso, questo governo appronterà una legge che regolarizzerà tutte le famiglie di fatto esistenti in Italia compreso quelle omosessuali.

Quale è l’ostacolo maggiore da superare?

Credo sia il riconoscimento pubblico dell’unione civile.

La gente è cosciente, come per il divorzio, della necessità del riconoscimento pubblico delle unioni civili?

C’è stato un sondaggio Eurispes secondo il quale il 69% dei cattolici sarebbe a favore dei pacs. Le famiglie italiane non sono preoccupate se verranno legiferate e riconosciute altre forme di convivenza del tutto legittime rispetto alla famiglia tradizionale.
I problemi delle famiglie sono quelli che attengono ad arrivare alla fine del mese, avere dei figli che non si possono permettere, avere un lavoro che non sia precario o peggio ancora essere disoccupati.
I tempi sono maturi. Siamo in forte ritardo rispetto al resto dei paesi europei che hanno già legiferato in tal senso. Chiunque fa un viaggio all’estero, molto spesso, su questi temi, viene tacciato di essere un po’ retrogrado. Questa è l’impressione che noi italiani diamo all’estero per quanto riguarda queste problematiche.

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