«Se noi abbiamo ingoiato l’indulto, Mastella, si dovrà ingoiare i Pacs».
Una mozione del consigliere Ds Alessandro Zan, presidente dell’Aercigay veneto, è stata approvata nella notte tra il 4 ed il 5. Con essa si prevede che le coppie di fatto, sia etero che omosessuali, potranno ottenere il riconoscimento anagrafico come famiglia fondata su vincoli affettivi. Questa mozione impegna il sindaco e la Giunta di Padova a rilasciare l’attestazione di famiglia anagrafica basata su legami affettivi. La mozione è stata approvata da tutto il centrosinistra esclusi i verdi che non sono in Giunta con 26 voti a favore e 7 contrari. Il fatto ha scatenato la reazione del centrodestra che, prima con la leghista Paola Goisis e poi Giustina Destro di FI ex sindaco di Padova, hanno chiesto al governo di riferire sulla vicenda. Hanno replicato l’on. Grillino, Vladimir Luxuria e Luana Zanella.
In aula, alla Camera, si è aperto un dibattito sulla mozione approvata dal Comune di Padova con la quale si potrà ottenere il riconoscimento anagrafico della famiglia fondata su vincoli affettivi
Padova è stata una buona pagina dell’amministrazione locale e anche della politica perché è stata approvata una delibera sulle unioni affettive che concederà, alle coppie conviventi, di aver una certificazione che aprirà ai diritti. La decisione è in linea con tutti i principi sanciti dalla Costituzione, l’art. 29, dalla legge 24 dicembre 1954 n. 1228 ed dal D.P.R. 30 maggio 1989 n. 223, Regolamento d’esecuzione delle predetta legge che, all’art. 1 specifica: “l’anagrafe è costituita da schede individuali, di famiglia e di convivenza” ed all’art. 4 dello stesso regolamento intitolato –Famiglia Anagrafica- riconosce che “Agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozioni, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso Comune”.
Il Comune stabilirà, per le coppie di fatto in relazione ovviamente alle competenze comunali ed allo stato sociale.
In Parlamento, oggi (5 dic.), si è avuta una dura discussione, molto vivace perché la destra è intervenuta dicendo che questa delibera è un fatto negativo che mette in discussione la famiglia tradizionale. Questa, ovviamente, è una sciocchezza. Perché la famiglia tradizionale ha ben altri problemi che non subire la concorrenza delle coppie di fatto.
In tutta Europa, dove sono state fatte queste leggi, si è dimostrato che non solo non ci sono state conseguenze sulla famiglia tradizionale, ma addirittura, in Francia, in Germania e nei paesi scandinavi, sono aumentati i matrimoni dopo l’introduzione delle norme che estendono il matrimonio o i Pacs anche alle coppie di fatto. Quindi c’è una smentita plateale clamorosa alle lamentele ingiustificate della destra.
Ultimamente, con l’on. Mastella, ci sono state non poche incomprensioni sui Pacs. Allora?
Mastella, a mio avviso, è uno che cambia idea spesso. Abbiamo fatto, un paio d’anni fa, una trasmissione, Porta a Porta con Bruno Vespa dove lui, nei fatti, sosteneva la proposta dei Pacs. Adesso, nega. Però la registrazione c’è ed è alla portata di tutti. Improvvisamente ha deciso di collocarsi su un fronte radicalmente contrario a qualsiasi riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto.
Forse mena il can per l’aia. E’ una”mastellata”?
E la cosa mi sorprende, intento perché Mastella è una persona intelligente e poi perché sa benissimo che queste leggi che sono in vigore in 17 su 25 paesi dell’UE ed altri 3 paesi dell’UE si apprestano a vararle a breve, non possono non avere qualche influenza sull’Italia.
Ma, indipendentemente da questo, esistono alcuni milioni di persone, in questo paese, che richiedono il riconoscimento dei diritti di questo tipo, che sono diritti umani, non è una questione di costume. Quello di cui stiamo discutendo riguarda i diritti dell’uomo.
Se la mette in questi termini allora…
Vi sono persone che, a causa dell’assenza di una legge di questo tipo, sono state oggetto di forti discriminazioni ed hanno patito sofferenze che potevano essere assolutamente evitate.
Quindi, francamente, io spero, essendo Mastella una persona intelligente ed anche simpatica, che possa cambiare idea durante la discussione parlamentare di questo progetto di legge che ci sarà perché è già stato calendarizzato in Commissione Giustizia alla Camera.
Come definisce l’atteggiamento dell’on. Mastella? Bigotto, clericale, poco laico…?
Con ogni probabilità, visto che lui la pensava diversamente anche se smentisce ma, ripeto, ci sono le registrazioni Rai, penso che corrisponda ad un atteggiamento opportunista. Il mio non vuole essere un giudizio morale, si badi bene, né vuole essere una mancanza di rispetto nei riguardi dell’on. Mastella che, giustamente è sensibile a questi argomenti, vuole essere un giudizio realistico. Perché se uno cambia così, secondo me, lo fa per opportunismo. Mastella ha deciso di cavalcare una nicchia che è quella clericale, secondo me, anche con un certo cinismo che, peraltro, non gli è servito a nulla perché i cattolici non l’hanno votato alle politiche.
Lui stesso, tra l’altro, lo ha riconosciuto protestando, anzi, proprio in Transatlantico, con me disse alla presenza di alcuni giornalisti la battuta: «Beh! Visto che i cattolici non mi hanno votato, quasi quasi, ti voto i Pacs così imparano». La battuta fu riportata, se non ricordo male, dalla Stampa.
Ma, al di là di questo, penso che anche i cattolici si debbano interrogare sulla questione dei diritti delle coppie di fatto perché, la questione dei diritti alle coppie di fatto non riguarda solo le coppie omosessuali, tra queste, ci sono moltissime coppie di cattolici etero che condividono la necessità di una legge che riconosca questi diritti. Ripeto, diritti umani, riguardano le condizioni difficili di fronte ai quali una coppia di fatto viene a trovarsi.
Il problema forse è tutto lì, coppie di fatto come quelle sposate.
Chi non ha avuto a che fare col problema di un funerale, di una eredità, di una malattia del partner in ospedale, col problema dell’eredità del contratto d’affitto oppure al diritto a rimanere in una casa che era di proprietà del defunto?
La vita, purtroppo, è fatta in parte di momenti sereni che sono, come tutti sanno, pochi nell’esistenza di ogni essere umano, per non parlare di quelli felici che sono una rarità.
La vita è fatta di tragedie, di drammi, di situazioni difficili. La legge deve mettere il cittadino nelle condizioni di potervi porre rimedio. Oltretutto è una legge praticamente a costo zero per lo Stato se non per la questione della reversibilità della pensione che è uno dei punti più discussi.
Io dico che, se uno paga le tasse correttamente per tutta la vita, deve beneficiare anche dei diritti relativi perché consoni al suo corretto atteggiamento fiscale. Allora, se io pago le tasse tutta la vita, perché non devo avere la reversibilità della pensione avendo contribuito alla previdenza esattamente come qualsiasi altro cittadino? A meno che non mi si venga a dire che il singolo e le coppie di fatto debbano contribuire al pagamento, in termini fiscali, al sostentamento delle famiglie tradizionali. Posizione quest’ultima che pure viene sostenuta dall’ala clericale del Parlamento ma che è totalmente non condivisibile ed incostituzionale in quanto viola il principio di uguaglianza dei cittadini.
I Pasc, potrebbero mettere in crisi il governo?
Non c’è dubbio.
Il programma dell’Unione prevede esplicitamente, sia pure in sole 7 righe ma che però sono state quelle più selezionate di tutte, il capitolo delle unioni civili e dice esplicitamente che bisogna riconoscere i diritti indipendentemente dall’orientamento sessuale dei membri di una coppia. E’ chiaro.
Poi possiamo discutere sul fatto che sia insoddisfacente sul piano della formulazione, che sia ambiguo, che sia frutto di una mediazione, di un compromesso al ribasso, però è chiaro. Quello, nel programma c’è e, sicuramente, quel pezzo del programma, nonostante sia affogato in 280 pagine, rappresenta uno dei punti qualificanti di questa legislatura ed allora, non c’è dubbio, che un voto negativo in Parlamento, potrebbe essere, per alcune forze politiche che fanno parte di questa maggioranza, una delle ragioni di disimpegno.
Questo è stato detto in un sacco di situazioni.
Stiamo pur sempre parlando di una legge che è già in vigore in 17 paesi su 25 ed in una formulazione molto più radicale di quella proposta da me alla Camera ed anche più radicale, probabilmente, di quella che verrà fuori dal progetto governativo.
A quale Ministero è affidata la “questione” Pacs?
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha attribuito, con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la delega alla compilazione di una legge sulle unioni civili ed a occuparsi di questo, a ben due Ministeri, quello delle Pari Opportunità e quello della Famiglia. Questi dovranno redigere una proposta di legge da presentare nel Consiglio dei Ministri.
Allora è ovvio che, se una cosa di questo tipo, dovesse avere un esito negativo, non potrebbe non avere conseguenze negative sull’esecutivo.
Io inviterei Mastella a riflettere, perché lui, quel programma, l’ha firmato anche se con riserva mentale su quella parte relativa alle unioni civili.
Parimenti, troverei molto stupido far cadere un governo su una legge attesa da milioni di italiani.
Oggi, non c’è più persona che non sappia cosa significhi la sigla Pacs. Anche se la si volesse denominare “Genoveffa” questa legge, io non ne ho mai fatto una questione di nome, però, non c’è dubbio, che tutti sondaggi ci dicono che la maggioranza degli italiani sono d’accordo.
Voglio proprio vedere chi dice che è contrario al fatto che un disgraziato non possa andare a trovare il suo partner in ospedale.
Sono sicuro che neanche Mastella sia in grado di dire una roba del genere.
Diciamo che esiste un problema di reciprocità. Mi spiego. Molti leaders del centrosinistra hanno votato, per senso di responsabilità, l’indulto che faceva loro schifo perché legge sbagliata, legge voluta da Mastella come uno dei primissimi provvedimenti legislativi da porre in essere e che ha messo in difficoltà tutta la coalizione di centrosinistra. Molti dicono: «se noi abbiamo ingoiato l’indulto, Mastella si dovrà ingoiare i Pacs».
Perché Mastella non può pretendere che gli altri avallino le sue cose e lui non faccia un sforzo, oltretutto verso quelle che sono questioni che diverse forze politiche del centrosinistra ed un pezzo rilevante anche dell’Ulivo, ritengono fondamentale per questa legislatura, un punto qualificante.
Per quanto riguarda le altre questioni sensibili: eutanasia, depenalizzazione delle droghe leggere e somministrazione controllata di quella pesanti, la riforma della legga 40, su tutto questo c’è già un “no” tombale, blindato.
Non ci si può dire di “no” anche sui Pacs.
Non è pensabile, non è tollerabile.
Credo che, alla fine, anche Mastella avrà senso di responsabilità.