Buon Natale e buon anno ai 18 eletti all’estero

Buon Natale a tutti voi perché il Natale è senza connotazione e non siede né a destra né a sinistra degli emicicli. Perché è di tutti ed appartiene a tutti. Vi auguro, di tutto cuore, ciò che un uomo ed una donna può aspirare per la propria famiglia, i propri figli e nipoti.
Al vostro cospetto, con la serenità della moderazione, non si può che esprimere un complimento vivissimo per il vostro atteggiamento nella scena politica italiana.
Non solo perché è un grande onore rappresentare gli italiani in veste di deputato o di senatore il che è già un traguardo riservato a pochi, ma per la funzione di assoluta novità che significate in questa Repubblica Italiana impantanata nella banalità di una contrapposizione contro natura, avvinta in una perenne campagna elettorale ottusa e becera che non produce e non realizza.
Dal 1948 ad oggi, a ben vedere, siete proprio voi ad essere entrati nella storia in quanto elemento di grande innovazione e novità del sistema politico del nostro paese.
Non era facile. Non è stato facile ma avete saputo predisporre tutti i mezzi per fare “rumore” anche voi in quel “sacco” nel quale il “sistema” precostituito vi ha voluto relegare, troppo spesso, sottovalutando le vostre capacità e la vostra buona fede.
Stiano zitti i retori della politica, stiano zitti quanti da trent’anni occupano il potere e si lamentano dello stato di cose di questo paese perché essi sono i responsabili del degrado ideologico che affligge oggi gli italiani. Sono loro quelli ai quali chiedere il conto, non certo agli eletti all’estero!
Tanti auguri a tutti voi ed alle vostre famiglie, perché è soprattutto per loro che avete accettato di diventare pendolari tra le Americhe e Roma, tra l’Europa e Roma. Avete regalato alla vostra discendenza, non solo la realizzazione delle vostre posizioni di lavoro ed economiche di successo oramai decisamente consolidate, ma avete impresso, nelle vostre famiglie, il blasone, l’orgoglio, l’onore di essere rappresentanti di un popolo. Di essere parlamentari della Repubblica Italiana.
Rendetevi latori dello sbigottimento che avete provato al cospetto degli atteggiamenti irresponsabili che avete riscontrato in aula. Alzate la voce e senza timori riverenziali denunciando e ridicolizzando l’assoluta mancanza di affezione dei politici di “lungo corso” per le esigenze del paese. Voi ve lo potete permettere, voi ne avete il diritto. Fate in modo che, anche se vi ridono in faccia, la vostra esperienza di uomini e donne vissuta e realizzata, prenda il sopravvento e vi aiuti a vincere ogni remora contro certe posizioni distruttive.
Alzate la voce, fate che si possa sentire, dite chiaramente ciò che pensate, denunciate il vostro imbarazzo, indicate la vergogna, condannate la banalità ed il disinteresse. Voi ne avete facoltà.
E nel fare ciò, sappiate che, non una sola metà del paese, ma l’intero paese, non potrà che apprezzare.
Questo paese non è diviso, spaccato, come con enfasi e retorica antica vuol farsi credere. Questo paese non è spaccato, questo paese è tutto unito nella insoddisfazione scaturita da politici esausti ma carichi solo di interessi non oggettivi né generali.

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