Modificato l’art. 45 del codice penale
La difesa con un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo al fine di difendere la propria incolumità ed i propri beni in casa, in negozio o in ufficio, è ammessa
La Camera ha approvato un ddl che modifica l’art. 45 del codice penale in tema di legittima difesa.
Si stabilisce che, chiunque, vittima di un furto, di una rapina e di una minaccia, nell’ambito delle mura domestiche, può reagire con l’uso di armi da fuoco «per tutelare la propria incolumità, i beni propri o altrui».
L’ambito di esercizio della nuova disciplina della legittima difesa, riguarda il domicilio, sia che si tratti di abitazione, negozio, ufficio commerciale o professionale pensando di ottenere, così, «il rapporto di protezione» della difesa contro una minaccia.
L’approvazione della legge è stata salutata con 224 voti favorevoli e 175 contrari. Praticamente da tutto il Polo di centrodestra tanto da far dire a qualcuno, che questi sono provvedimenti restrittivi, tipici della destra.
A non rendere facilissimo sparare in qualsiasi momento, è stato previsto, dalla nuova norma, il concetto di “desistenza”.
La vittima è autorizzata a sparare evitando, quindi, di essere processati, «quando non vi è desistenza e vi è pericolo d’aggressione». Significa che, se il rapinatore che è entrato nella nostra abitazione notte tempo, viene scoperto dalla vittima, decide, nella concitazione del momento, di scappare oppure di rinunciare al colpo, non si potrà rincorrerlo e sparargli alle spalle.
Prima di ora il codice prevedeva l’esercizio della legittima difesa sul piano della corrispondenza tra azione aggressiva e reazione difensiva. Chiunque fosse stato minacciato con un bastone, se avesse reagito, per esempio, con una pistola, veniva incriminato per eccesso di legittima difesa per evidente sproporzione tra i mezzi d’offesa: pistola contro bastone. Così in Francia, Germania ed Inghilterra.
Questa nuova norma non sembra garantire una prevenzione efficace perché rende più determinati ad uccidere i malintenzionati che hanno deciso di introdursi in casa. Intanto, secondo dati del Ministero degli Interni, i porto d’armi rilasciati sono 35.996, 4 milioni di italiani possiedono un’arma in casa.
Il Presidente dell’Unione Camere Penali, Ettore Randazzo, ha definito questa «una legge sbagliata e pericolosa»; «non vuol dire libertà di sparare ai ladri» è l’opinione del Silp-Cgil sindacati di polizia «è una dichiarazione di fallimento da parte delle forze che devono garantire l’ordine pubblico»; «Non si può pensare di delegare ai cittadini o ai commercianti un compito che, crediamo, sia e debba rimanere dello Stato» ha protestato la Confcommercio del Veneto.
Una voce su tutti, oltre a quella di Berlusconi, «i ladri ora sanno che entrando in casa correranno un rischio in più», da parte del centrodestra, ha provato a spiegare la bontà della nuova legge sulla legittima difesa, quella di Rocco Buttiglione Ministro Udc dei beni culturali «La norma vuole tagliare ai criminali una sensazione di impunità, sarebbe però grave se facesse crescere una mentalità nella quale non si pensa più che sia lo Stato a garantire la sicurezza di tutti».