Verbotsgesetz

E’ una legge del 1947

L’art. 3 eroga da 1 a 10 anni di reclusione a chi ha il coraggio di negare l’Olocausto nazista.

Non è un criminale il sig. David Irving.

A prima vista non sembra neanche un malato di mente.

Non è ignorante e troglodita privo di scolarizzazione.

Il sig. David Irving è un “revisionista” inglese, storico di professione.

Il revisionismo è una buona cosa se inteso in termini di correzione, quale consapevolezza di un errore. L’analisi transazionale insegna che è auspicabile, nelle attività umane, rivedere decisioni, ammettere correzioni ecc.

Certo, solo e sempre nell’alea della buona fede costruttiva. Ma “revisionare” il bagaglio di esperienza storica, appurato ed oggettivo, con il condizionamento della mala fede politica, è un male “assoluto”.

La polizia austriaca ha arrestato questo “galantuomo” perché su di lui fu spiccato, nel 1989, un mandato di cattura per apologia del nazismo.

E’ tale e tanta la tentazione generalizzata della negazione che l’Olocausto si sia veramente verificato, che affermare che i crimini nazisti non siano stati commessi, è considerato reato. Come dire basta con questi tentativi inverosimili ed irresponsabili di un’ultra destra virulenta e malata, chi nega questa brutta storia, commette un reato ed è per questo perseguibile.

Allora, il sig. Irvin nega che sia stato Hitler, persona degna di ogni rispetto (a parer suo), ad ordinare la “soluzione finale”. Nega, dall’alto della sua “storiografica preparazione”, le vittime dell’Olocausto.

Per questi motivi è considerata una persona non gradita in Germania, Canada ed Australia.

Le manette sono scattate a St. Johann in der Heide, mentre si accingeva a partecipare, serafico e tranquillo, ad una riunione della Burschenshaft, “simpatica accolita di ideologi filo nazisti del Terzo Reich. La fama di questo signore è planetaria, le sue foto segnaletiche sono praticamente presenti nei commissariati di tutto il mondo. Si dice che egli sia pericoloso perché ha talento ed incita ad odiare gli ebrei ovunque essi si trovino.

La biografia “ La via di Hitler verso la guerra”, e “La guerra di Hitler”, sono i suoi lavori “migliori”. Le sue indubbie capacità subdole e velenose, sono protese, in questi lavori, a dimostrare che tutto quanto si dice dello sterminio degli ebrei ad opera del Terzo Reich, siano delle invenzioni di certa politica reazionaria. Ed in ogni caso, il sig. Irvin, ha dichiarato che qualsiasi cosa sia accaduta, Hitler non sapeva nulla. Hitler ignorava che fosse stato posto in essere il genocidio degli ebrei e che ad Auschwitz e Majdanek non ci fossero camere a gas.

Non c’è dubbio che questa persona è quanto di più pericoloso si possa proporre. Egli rappresenta l’essenza stessa del nazismo: apparentemente serafico, “comprensibilmente ragionevole”, irrimediabilmente pernicioso: «E’ il più pericoloso tra tutti coloro che in tutto il mondo negano l’Olocausto. Più pericoloso di ogni leader agitatore neonazista in Germania, in Italia, in Austria.

Per il suo talento, perché è uno dei più intelligenti. Solo gente come lui può tentare di infettare con il virus dell’antisemitismo…» ha dichiarato Efraim Zuroff che ha raccolto l’eredità e la missione di Simon Wiesenthal: catturare i nazisti nel mondo.

Intanto il memoriale dell’Olocausto a Berlino è stato imbrattato di vernice gialla con il simbolo della stella di Davide (è un chiaro sberleffo usare la stella dal momento che la svastica è vietata) su circa 450 lapidi delle 2711.

Qualcosa di inquietante aleggia nell’aria purtroppo ancora oggi. E’ l’odio che ricicla sé stesso.

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