Il doping si sta addirittura diffondendo tra i giovani. La preoccupazione è che la legge n. 376 del 2000 dispone che i controlli antidoping siano previsti solo per gli atleti agonisti. Nei campetti di periferia, nei campionati minori di ogni sport, nelle palestre di body building, sembra proliferare l’uso di anabolizzanti soprattutto tra i principianti.
L’Istat conta circa 12 milioni di dilettanti a fronte dei 3 milioni di agonisti. 12 milioni di sportivi sono in grado di eludere, quindi, ogni controllo preventivo ragion per cui è lecito pensare che sia proprio questo bacino a favorire il maggior mercato di sostanze dopanti.
Il Direttore dell’Ospedale S. Camillo Forlanini di Roma denuncia questo stato di fatto e non manca di esprimere forte preoccupazione per i giovani che sfuggono ad ogni censimento e controllo. Dal momento che non è ipotizzabile controllare con test antidoping tutta la massa di sportivi dilettanti, il Dott. Alessio ribadisce l’importanza della prevenzione e dell’educazione così come è avvenuto per la prima volta con una iniziativa di formazione-informazione (Ecm) dedicata esclusivamente al tema doping.
L’uso e l’abuso di sostanze vietate, nella pratica sportiva, con le loro conseguenze di dipendenza pisicofisica, è paragonabile agli stessi esiti dovuti all’uso di stupefacenti classici. Anche i giovanissimi dai 10-13 anni cominciano con l’uso di creatina per essere e sembrare più forti e migliori in breve tempo. Il S. Camillo Forlanini ha istituito un Centro di Prevenzione e Formazione Permanente a disposizione delle scuole e dei ragazzi che praticano lo sport per diporto assistiti da personale qualificato composto da Dario D’Ottavio membro della commissione di vigilanza del Ministero delle Sanità, Benedetto Ronci, Raffaela La Russa e Claudio Tubini.
Questo fenomeno va immediatamente circoscritto e la necessità di intervento è impellente. Si impone una attenzione maggiore da parte delle Istituzioni per arginare consuetudini e false aspettative che i giovani non sanno e non possono valutare. Si pone, d’altro canto, anche un problema etico al quale fare fronte indicando il codice di lealtà e sana competizione che lo sport invita a rispettare. Occorre, in questo senso, l’intervento di esperti psicologi e campioni vecchi e nuovi di provata onestà che testimonino, in forum, conferenze ecc…quanto sia importante ed al di sopra “della vittoria” ad ogni costo, il gesto sportivo senza l’intervento di mistificazioni e droghe.