(Il testo dell'intervento)
“Questa assemblea del CGIE coincide con la settimana di celebrazioni dei 60 anni dal Trattato di Roma sull’Europa, e bene hanno fatto il Sottosegretario Amendola e il Segretario Generale Schiavone a ricordarlo.
Personalmente sono stato colpito tanto dalle parole pronunciate in Parlamento dal Presidente della Repubblica quanto dal discorso di Papa Francesco ai 27 capi di governo dell’Unione Europea.
“Come ieri – ha detto Mattarella – c’è bisogno di visioni lungimiranti, con la capacità di sperimentare percorsi ulteriori e coraggiosi”
Anche noi, “SISTEMA ITALIA NEL MONDO”, dovremmo forse trovare il coraggio dei “padri fondatori”, le nostre radici, lo ‘spirito’ lungimirante di chi ci ha preceduto.
Come per l’Europa, però, non si tratta di guardare al passato, ma di aggiornare nel presente un modello di rappresentanza; non solo l’Europa, ma l’Italia e il mondo sono radicalmente cambiati in questo ultimo decennio, e fanno sorridere gli interventi di chi – anche in questa plenaria – continuano a guardare sul retrovisore facendo finta che nulla sia successo in questi anni.
Come dimenticare, per esempio, gli anni in cui un Sottosegretario per gli Italiani all’Estero veniva in Parlamento chiedendoci “con chi devo parlare quando si tratta di italiani all’estero”, imponendoci magari il giorno dopo una riforma che Cgie e Parlamento fecero bene a respingere; oggi abbiamo nel Sottosegretario Amendola non solo un interlocutore autorevole e competente, ma soprattutto una persona disponibile e disposta – ce lo ha ricordato ieri – a non fare nessuna riforma che prescinda da una prima e originale proposta degli stessi Comites e del CGIE.
Il risultato del refendum sulla riforma costituzionale ci spinge ad accelerare sul versante dell’adeguamento del nostro sistema di rappresentanza, secondo i princìpi della semplificazione e del potenziamento dei tre livelli; semplificazione e potenziamento non sono in contraddizione tra loro, e l’attuale formato del CGIE ne è la più evidente dimostrazione.
La giusta, legittima e condivisibile richiesta di risorse deve essere accompagnata da una altrettanto forte proposta: coraggiosa e innovativa; abbiamo un’occasione unica, ce lo ha ricordato ieri il governo, e sarebbe un peccato sprecarla con una piccola operazione di maquillage o con qualche semplice ritocco al numero minimo di connazionali per giustificare l’esistenza di un Comites.
Voglio infine, mi sia permesso, rivendicare il grande lavoro svolto in Parlamento in questi ultimi mesi; un lavoro peraltro svolto in stretto raccordo con il Cgie, il suo Segretario Generale e il Comitato di Presidenza.
La legge di bilancio, dopo gli anni bui del governo Berlusconi-Mantica (punto più basso – ricordiamolo ! – non solo in termini di tagli e risorse ma di interlocuzione e attenzione al nostro SISTEMA) ha costituito la PRIMA VERA INVERSIONE DI TENDENZA DEGLI ULTIMI 8 ANNI:
Come non considerare così l’aumento della 14ma per i pensionati all’estero, la soluzione del problema dei pensionati in Venezuela, il recupero (anche se ancora forse insufficiente) dei fondi per scuole e lingua italiana, le maggiori risorse per le Camere di Commercio, la stampa e le agenzie specializzate e l’Istituto Italo Latino-americano (IILA) ?
E parlando di America Latina, mi sia concessa una prima parentesi: è stata l’unica area del mondo non toccata negli ultimi anni da nessun taglio di struttura consolare; l’unica sede – lo ricordavamo ieri – quella di Santo Domingo (chiusa per motivi di carattere disciplinare) sarà da poco riaperta grazie alla richiesta del Parlamento e a una decisione del governo, in particolare del SS Amendola.
Una seconda parentesi voglio invece dedicarla a quella che – approvata in legge di bilancio anche grazie ad una richiesta del CGIE e di una grande petizione popolare – considero una decisione “rivoluzionaria” (nel senso copernicano del cambiamento di paradigma): con l’emendamento che destina 1/3 delle somme ricavate grazie ai 300 euro per le domande di cittadinanza ‘ius sanguinis’ – ce lo ricordava ieri il SS – destineremo 4 milioni di euro ai consolati maggiormente gravati dall’accumulo di tali processi, in particolare quelli del Sudamerica !
Per la prima volta e in maniera tangibile gli italiani all’estero diventano per la prima volta e in maniera tangibile e inequivocabile la SOLUZIONE e non il PROBLEMA della nostra rete consolare: POCHI LO HANNO EVIDENZIATO ma questo in prospettiva può essere –e non solo per il Sudamerica – un importantissimo precedente da applicare ad altre percezioni consolari.
CHI PROTESTA PER MIGLIORI SERVIZI CONSOLARI SENZA PREOCCUPARSI DEL REPERIMENTO E DELLA DISTRIBUZIONE DI RISORSE, RIPROPONENDO VECCHIE LOGICHE ASSISTENZIALI PER LE QUALI GLI ITALIANI NEL MONDO DOVREBBERO SOLO CHIEDERE SENZA CONTRIBUIRE IN QUALCHE MODO ALL’AMMODERNAMENTO ED EFFICIENTAMENTO DEL SISTEMA DEI SERVIZI NON STA FACENDO UN BUON SERVIZIO ALLA NOSTRA COLLETTIVITA’ E ALLA SERIETA’ DELLO STESSO SISTEMA DI RAPPRESENTANZA.
Chiederei piuttosto agli esponenti e ai parlamentari dei movimenti che stanno organizzando queste manifestazioni di mettere la stessa energia nel quotidiano lavoro parlamentare (in aula, in commissione, nel Comitato e in occasione delle leggi di bilancio), onorando il mandato per il quale sono stati eletti e le speranze riposte in loro da migliaia di nostri connazionali.
Dobbiamo infine esercitare una giusta e severa autocritica verso noi stessi, a partire dall’operato degli eletti all’estero; è vero, forse dovevamo e potevamo essere più esigenti, ambiziosi , coraggiosi…
Non possiamo però non essere altrettanto consapevoli, tutti, dei nostri meriti e anche di quelli del CGIE: il Seminario su “Lavoro e Mobilità” di due giorni fa alla Camera, con la importante decisione del Ministro Poletti di nominare una specifica Direzione Generale (ossia un referente unico) sui tempi della ‘nuova emigrazione’ in permanente cooperazione con il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero è – per esempio – un risultato che sarebbe grave ed autolesionista sottovalutare!
Ho iniziato con i 60 anni citando Mattarella; voglio chiudere con le parole di Papa Francesco ai capi di Stato della UE: “I LEADER DEL ’57 NON HANNO MANCATO DI AUDACIA E NON HANNO AGITO TROPPO TARDI” – E’ l’invito e l’auspicio che rivolgo a tutti noi: “ESSERE AUDACI E NON TARDARE AD AGIRE!”
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