SI o NO per il referendum del 4 dicembre 2016?

Premesso che le argomentazioni a sostegno del si e del no fanno entrambe riprovevole disgusto, stante la loro discutibilissima giustificazione e soprattutto la loro assoluta incomprensione (al giorno d’oggi ancora nessuno ci ha capito niente, o quasi, tranne gli addetti ai lavori) per cui, ad un paio di settimane dal voto, i miei dubbi sono saliti a dismisura anche perché devo fare i conti con il mio senso civico.

Ed allora che fare ? Visto che per me, andare alle urne significa espletare una funzione di altissimo profilo socio-politico, non sarò certo a incrementare la lista degli astensionisti e voterò alla luce del principio del minor danno. E mi spiego.

Se votassi NO finisco per favorire una destra alla quale non appartengo, col rischio di rovesciare questo strano governo renzista che, in caso di caduta, ci vedrebbe costretti a riprendere tutto da capo, riciclando ed reinserendo “elefanti” politici di vecchia conoscenza, con immani perdite di tempo, stallo amministrativo-istituzionale e quant’altro ecc.ecc.

Se votassi SI, pur consapevole di essere correo di una tale riprovevole schifezza, soprattutto dal punto di vista istituzionale, ciò mi farebbe sentire una persona scorretta ed ignorante dal punto di vista democratico (posto che esista ancora la democrazia).

Ergo, sceglierò il male minore, ragionando in termini di costi-benefici. Ed otturandomi il naso, come soleva dire Indro Montanelli.

ARNALDO DE PORTI, Belluno-Feltre

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