di Primo Mastrantoni, segretario Aduc |
“Era meglio se fallivate”. Cosi' i passeggeri infuriati contro il personale di volo dell'Alitalia. E' quanto stiamo sostenendo da alcuni anni, ma si e' fatto diversamente, in nome della salvaguardia della compagnia di bandiera, cioe' di un (malinteso) senso dell'onore. Nessuno, pero', ricorda che lo scorso anno ben 17mila addetti al settore tessile sono stati licenziati. Cosi' come nessuno ricorda la serrata degli autotrasportatori che bloccarono l'accesso alle autostrade, o quelle dei tassisti romani che interruppero la circolazione nella capitale, o l'occupazione delle linee ferroviarie da parte dei manifestanti contro l'inceneritore in Campania, o quello dei cittadini di Scanzano Jonico che si opposero al sito di stoccaggio dei rifiuti nucleari, o quello degli studenti che hanno invaso i binari delle stazioni ferroviarie, ecc. Ieri, uno sciopero improvviso ha bloccato i maggiori aeroporti italiani. Non ci troviamo alcuna differenza con i fatti sopra riportati. E' probabile che nessuno dei manifestanti degli anni scorsi abbia avuto la benche' minima sanzione. Perche' non dovrebbero fare la stessa cosa i dipendenti Alitalia? Sarebbe il caso che il Governo (destra o sinistra) modificasse il proprio comportamento e applicasse il principio del “chi rompe paga”. Nello specifico il personale Alitalia, che ha creato danni ai passeggeri con uno sciopero illegale e illegittimo, dovrebbe essere chiamato a rispondere in solido dei danni provocati. Da decurtare sullo stipendio. Ad ognuno le sue responsabilita'. Troppo comodo lanciare il sasso e nascondere la mano. |
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