Intervista a Lorenzo Murgia

Intervista a Lorenzo Murgia, vicepresidente vicario della Consulta dei Toscani all’estero
Giovani, l’oro della terra di Dante

di Luciano Segafreddo

Formazione e stage anche on line. Borse di studio. Solidarietà e comunicazione. La Conferenza Mondiale di San Rossore ha catalizzato idee ed entusiasmo.

Pisa
Più di 200 giovani oriundi provenienti da tutto il mondo e dalle province toscane si sono incontrati a Pisa per la terza Conferenza mondiale dei giovani toscani. I giovani si sono confrontati sui temi della formazione e dell’interculturalismo, della comunicazione e della solidarietà, verificando la comune identità toscana alla luce delle esperienze di vita, di studio, di lavoro nei rispettivi Paesi d’adozione. Quali sono oggi le loro aspettative? Ne abbiamo parlato con Lorenzo Murgia, vicepresidente vicario della Consulta dei Toscani all’estero.
Segafreddo. La Toscana vanta il primato di essere la Regione che più investe sui giovani, anche su quelli residenti all’estero. Quali dati e iniziative, promosse dalla Regione, confermano questo primato?
Murgia. Noi abbiamo un bilancio per i toscani all’estero che è di circa 800 mila euro all’anno. Di questo piano finanziario, il 54% e oltre viene dedicato alle politiche per i giovani all’estero. Vi sono diverse iniziative: per esempio far venire quasi cento ragazzi ogni anno per corsi di lingua e cultura italiana. Realizziamo queste iniziative con l’Università di Pisa e di Siena per stranieri. Circa il 60% dei ragazzi va a Siena, l’altro 40% a Pisa, o meglio a Viareggio perché lì c’è un collegio intitolato a Colombo: lascito di un emigrante toscano che l’ha donato alla Regione la quale l’ha dato in affidamento al Comune di Viareggio. Quest’ultimo dà all’Università di Pisa la possibilità di effettuare questi corsi durante il periodo estivo. Altre iniziative riguardano stage di quattro mesi presso aziende nell’ambito dell’artigianato artistico: una delle attività prevalenti e più importanti della toscana, come il restauro, la scultura, la pelletteria, la ceramica. Una decina di ragazzi usufruiscono ogni anno di queste borse. Un mese è dedicato all’insegnamento dell’italiano e gli altri tre mesi sono di stage veri e propri.
Per quanto riguarda le borse di studio presso le università, in particolare presso l’Istituto sant’Anna di Pisa che è uno degli Istituti universitari italiani più importanti nel campo della ricerca ambientale, ci sono due borse di studio che vengono date per questi master post-universitari. Altre piccole attività vengono lasciate alla gestione delle singole associazioni dei giovani con l’opportunità di svolgere alcune iniziative distinte da quelle degli adulti.
Quali sono state le principali richieste espresse dai giovani oriundi alla Terza Conferenza mondiale di San Rossore?
I giovani chiedono cultura, formazione, e di poter apprendere l’italiano. Appartengono alla terza generazione e quindi la loro richiesta verso l’Italia, è orientata di più a questi aspetti che non alle problematiche dei loro padri o nonni, cioè previdenza e assistenza. Oggi i ragazzi hanno una visione diversa; chiedono di conoscere meglio quella terra dalla quale sono arrivati i loro genitori o i loro nonni apprezzandone tutti gli aspetti che, ai tempi della forte emigrazione, non erano certo conosciuti.
Sul versante della comunicazione, cosa hanno espresso?
È stata una delle domande più sentite. La comunicazione è fondamentale: avviene attraverso internet, e oggi è per noi una scommessa il fatto di aver messo on line il sito www.toscaninelmondo.org attraverso il quale cerchiamo di creare questo ponte tra i figli dei nostri corregionali e la Toscana. Cerchiamo di avere un flusso di informazioni dall’estero inviando tutto ciò che, naturalmente, potrebbe interessare ai giovani toscani, alle Associazioni, e gli oriundi italiani circa le cose che accadono nella nostra regione e nella penisola, allo scopo di aggiornarli, informarli e, a nostra volta, di avere da loro notizie su quello che fanno.
Oggi i giovani toscani all’estero quale senso di appartenenza esprimono?
Io ritengo – e con me anche il presidente della Regione e la Consulta –, che questi giovani non hanno quel senso di appartenenza che era proprio dei loro nonni. Sono giovani nati e vissuti in Paesi diversi e quindi la loro appartenenza è vissuta in modo differente: si sentono immersi in un mondo globale. Faccio una similitudine usata da uno scrittore d’origine italo-canadese: l’immagine di un grande fiume, alimentato da piccoli affluenti. L’italianità di questi giovani oriundi si innesta come piccoli affluenti nel fiume più grande, che poi si disperde nel mare. Essa inizialmente mantiene la sua caratteristica, il suo colore distinto ma poi in qualche modo si perde alimentando il fiume più grande. Tutto ciò è un arricchimento, non un impoverimento. In aiuto alla loro «appartenenza» organizziamo molti corsi di italiano, anche on-line. Abbiamo intenzione di tenere corsi a distanza con un progetto finanziato anche dall’Unione Europea per il nostro Dipartimento Mercato del Lavoro e Informazione. Lasciamo a questi giovani la libertà e la consapevolezza di ritrovare le loro radici, di rafforzarle, ma certamente ci rendiamo conto che questi giovani daranno vita a una classe dirigente che potrebbe essere anche una classe dirigente dell’Italia: una ricchezza per la Toscana ma anche per i Paesi nei quali queste persone vivono.
Questi giovani all’estero più che aderire alle associazioni tradizionali si aggregano a gruppi formati dai loro coetanei. Hanno però un futuro?
Io penso di sì. Non sono tantissimi, e noi cerchiamo di stimolarli al rapporto con altre associazioni. C’è poi un allargamento ai giovani del luogo e anche a giovani di altre regioni italiane con i quali devono collaborare. Crediamo che ci debba essere una grande sinergia tra le Regioni e il Governo centrale perché questo è sicuramente un problema che investe tutti. Per noi questi giovani rappresentano il futuro anche se non tutti diventeranno dirigenti di associazioni.
Quali sono gli ulteriori programmi per il 2008?
Certamente una delle cose importanti è il progetto di formazione a distanza che la Regione Toscana realizza attraverso il finanziamento dell’Unione europea. Questo programma fa già un servizio agli immigrati che sono qui per l’apprendimento dell’italiano. Abbiamo studiato insieme al dottor Sarti, che è il dirigente di questo settore, una formazione specifica per i giovani toscani all’estero ma anche per i toscani in generale e per gli italiani all’estero. Noi veniamo da un’esperienza di 100 borse di studio rivelatesi insufficienti perché avevamo richieste per 140 posti. Questi corsi sono gratuiti e consentono una formazione individuale ma anche collettiva. Stiamo cercando di sperimentare insieme ai nostri tecnici una possibilità di conoscenza virtuale, connettendoci con un’associazione di Rosario presso la quale è stata formata una classe di otto persone con un’insegnante collegata con il nostro insegnante in Toscana. Insieme fanno lezioni in aula.
Un’altra esperienza molto interessante è stata fatta tra il Comune di Anghiari – un piccolo centro ai confini tra la Toscana e l’Umbria – e il Comune di La Plata, la vecchia capitale dell’Argentina, a un’ottantina di chilometri da Buenos Aires dove ci sono due comunità. Il flusso di lettere e contatti tra queste due comunità ha fatto nascere il progetto «La Plata». Con la collaborazione del Comune e del professore universitario Lucio Demetrio, oltre alla raccolta di lettere e cartoline, è stato realizzato un video e hanno allestito una commedia con il Teatro dei Ricomposti di Anghiari. È stato sancito naturalmente un gemellaggio tra le due città, organizzando degli incontri tra le due rappresentanze istituzionali. In base a questa preziosa esperienza, pensiamo di creare, nei prossimi anni, nuovi rapporti tra comuni e toscani residenti all’estero.

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