A Bologna gli antiabortisti dai “volti inespressivi”, il 13 giugno vorrebbero manifestare davanti all’ospedale Maggiore, pregando per nove ore la Madonna affinché illumini le menti di coloro che praticano l’aborto. Il Pd di Bologna ha scritto al prefetto Ennio Mario Sodano e al questore Ignazio Coccia perché vietino la manifestazione. I manifestanti nel passato non si sono limitati a pregare, ma anche a mostrare foto, cartelli e oggetti raffiguranti crocifissi con feti morti, immagini di sale operatorie con resti di interventi chirurgici, e via di seguito. Il Pd farebbe bene a scrivere anche a monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, il quale nel maggio dell'anno scorso dichiarò: «In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa. Io non mi identifico con i visi inespressivi di chi recita il rosario fuori dalle cliniche, che praticano l’interruzione della gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro». In proposito, il sito cattolico Riscossa Cristiana scriveva: “Ci hanno sempre insegnato che la preghiera, e in particolare il S. Rosario, se recitata con vera devozione, ha un valore oggettivo, che può essere spesso, come nel caso in oggetto, di riparazione per un peccato gravissimo che si sta commettendo e contro il quale i fedeli non possono far altro che rivolgere la loro preghiera alla Vergine”. Ma se si è persuasi di questo senso della preghiera, perché non recitare il rosario nelle proprie sante case o nelle sante chiese? Recitarlo davanti ad uno “non santo” ospedale, è solo una poco cristiana provocazione, che non dà soddisfazione a Dio ma agli uomini. Agli uomini dal volti “inespressivi”.
Carmelo Dini