Il parlamentare della ripartizione America Meridionale parla della riforma del Cgie, dell’esercizio del voto all’estero, delle nuove generazioni, di turismo di ritorno e del caso Alitalia
ROMA – Alla stregua di molti parlamentari della circoscrizione Estero anche per il deputato del Pdl Giuseppe Angeli, eletto per la seconda volta nella ripartizione America Meridionale, l’ingresso nel Parlamento italiano rappresenta solo l’ultima tappa di una lunga militanza sociale e politica nel mondo dell’emigrazione italiana. Oltre ad essere presidente e fondatore in Argentina dell’Associazione Famiglia Abruzzese (1981- 2005), Angeli è stato presidente del Comites di Rosario per quattro mandati consecutivi. Il deputato del Pdl ha al suo attivo anche una lunga attività come consigliere del Cgie (1991-2004). Per quanto riguarda invece la carriera professionale, Angeli ha fondato nel 1966 il gruppo Transatlantica S.A.. Una società turistica che dà lavoro in Argentina a 600 dipendenti e che recentemente ha dato vita ad una piccola compagnia area, denominata “Sol”.
Prendendo spunto da un viaggio, compiuto dal deputato del Pdl durante il periodo estivo presso le nostre comunità di varie città argentine, abbiamo rivolto alcune domande ad Angeli sulla sua visione politica e sulle iniziative che intende portare avanti in questo secondo mandato parlamentare.
Prima di rientrare in Italia per la ripresa dei lavori parlamentari, lei ha visitato le comunità delle principali città argentine. Ci può fare un bilancio di questo viaggio?
Il mio compito è quello di essere vicino alla comunità italiana. Oltre alla capitale Buenos Aires ho avuto incontri in alcune città, come Cordoba e Rosario. Solo nella circoscrizione consolare di Rosario, la seconda città per importanza dell’Argentina, risiedono a tutt’oggi circa 100.000 italiani con doppia cittadinanza su una popolazione complessiva di cinque milioni. Abitanti che nel 70% dei casi vantano discendenze italiane. In questo contesto voglio segnalare il positivo lavoro svolto dal giovane Console generale d’Italia a Rosario Claudio Miscia che nel giro di cinque o sei mesi ha dovuto evadere fra le otto e le diecimila pratiche. Ho deciso di intraprendere questo viaggio perché il mio dovere è quello di essere accanto ai nostri connazionali all’estero e di tenermi aggiornato sulle loro esigenze. Necessità che appaiono molto simili a quelle di chi vive in Italia, come ad esempio la pensione sociale per gli anziani, l’assistenza sanitaria e l’apprendimento della lingua e cultura. Un versante, quest’ultimo, che mi interessa in modo particolare. Nel 1986 ho infatti fondato a Rosario, al fine di favorire la diffusione della lingua e della cultura italiana, la Edmondo De Amicis. Una scuola bilingue con circa mille studenti che copre tutte le fasce di età fino ad i corsi per gli anziani.
Dopo il giro dell’Argentina sono rientrato a Roma con un volo Alitalia. Colgo questa occasione per esprimere il mio dispiacere per quanto sta succedendo alla nostra compagnia di bandiera, un caso che mi preoccupa e mi amareggia. Tutto questo è comunque un peccato perché stiamo parlando di una delle migliori compagnie aeree del mondo. Lavoro nell’ambito del turismo da 45 anni e ho volato quasi sempre con Alitalia. Molti clienti delle mie agenzie di viaggio in Argentina chiedono di viaggiare con la compagnia aerea italiana.
Mancano ornai pochi mesi alla prima Conferenza mondiale dei giovani e degli oriundi italiani all’estero. Quanto è importante questo incontro per i ragazzi delle nostre comunità nel mondo?
Dobbiamo fare in modo che i giovani all’estero si avvicinino e acquisiscano esperienza nel mondo delle associazioni e della politica. Per questo motivo assume particolare rilievo la prima Conferenza mondiale dei giovani all’estero che è organizzata dal Cgie e si terrà il prossimo dicembre.
Non dobbiamo poi dimenticare che i nostri giovani nel mondo sono molto importanti per il turismo di ritorno in quanto amano la loro terra d’origine e vogliono venire in Italia. Per cercare di favorire il rientro nel nostro paese di questi ragazzi, che non devono vedere solo le consuete mete turistiche, come Venezia, Roma e Firenze, ho discusso l’argomento con il sottosegretario per il Turismo Michela Branbilla. Voglio inoltre ricordare che i giovani all’estero sono bravi e molto capaci. In Argentina, ad esempio, numerosi discendenti di italiani sono divenuti imprenditori, politici e professionisti.
Lei ha ricordato l’operato del Cgie. L’organismo di rappresentanza degli italiani nel mondo che molti, anche alla luce dell’arrivo in Parlamento dei deputati e dei senatori eletti all’estero, vorrebbero riformare o addirittura abolire. Qual è la sua posizione in proposito?
Anch’io ho avanzato una proposta per rivedere la legge istitutiva del Cgie. A tutt’oggi vi sono comunità italiane in alcuni paesi del mondo che non sono rappresentate né nel Consiglio Generale, né fra i parlamentari della circoscrizione Estero. Sarebbe quindi importante che la rappresentanza del Cgie, in cui spesso abbiamo più consiglieri per un singolo paese, fosse allargata anche a queste realtà che al momento non hanno voce. Di contro sarebbe opportuno che i consiglieri di nomina governativa, che rappresentano i partiti, i sindacati ed i patronati, facessero un passo indietro. Tanto più che i partiti oggi sono rappresentati dagli eletti all’estero, cosa c’entrano queste forze nel Cgie?. Per quanto riguarda invece i Comites credo che questi organismi stiano lavorando molto bene in collaborazione con i consolati.
Il sottosegretario agli Esteri Alfredo Mantica ha più volte sottolineato la necessità di ottimizzare il ruolo dei parlamentari della circoscrizione Estero. Quale strada deve essere intrapresa per rendere ancora più efficace il lavoro dei rappresentanti delle nostre comunità nel mondo?
Per quanto riguarda il mio continente io credo che i deputati e i senatori eletti in Sud America debbano lavorare in sinergia. La stessa cosa, senza dimenticare le diverse esigenze delle comunità nel mondo, dovrebbe avvenire fra tutti gli eletti all’estero in presenza di obiettivi comuni, come ad esempio la diffusione della lingua e della cultura italiana, i diritti pensionistici e la tutela della salute. Per difendere il paese e i diritti delle comunità dobbiamo lottare insieme. Sono inoltre favorevole alla proposta di Mirko Tremaglia , un uomo che ha lottato quarant’anni per il voto all’estero, che si prefigge di realizzare una bicamerale per gli italiani nel mondo.
Fra le riforme che verranno affrontate nel corso della legislatura vi sarà anche quella dell’esercizio del voto all’estero. Qual è la sua posizione su questo tema?
Io ho proposto uno specifico disegno di legge di legge volto al superamento del voto per corrispondenza. Un sistema elettorale dispendioso che dà scarse garanzie per quanto riguarda la consegna dei plichi elettorali. Per anni abbiamo votato per il rinnovo dei Comites presso le urne allestite nei consolati, non vedo perché questo sistema non possa essere applicato anche alle elezioni politiche ed ai referendum. Nel mondo vi sono consolati, agenzie consolari, società italiane e molte altre strutture che possono essere utilizzate per la consultazione elettorale. Allora perché non votare tramite le urne ed evitare che i suffragi vadano persi, com’è successo a mia moglie che alle ultime votazioni politiche non ha ricevuto nemmeno il plico elettorale?
Dopo la pausa estiva i lavori parlamentari sono già tornati a pieno regime. In quale ambito concentrerà la sua azione nel prossimi mesi?
Nei prossimi mesi poterò avanti le tematiche che ho già affrontato, come ad esempio quelle relative agli immigrati, agli ex carcerati e alla violenza sulle donne. Lavorerò inoltre per estendere i programmi dell’Unione Europea, che permettono ai giovani italiani di perfezionare i loro studi in negli altri paesi membri, anche ai nostri connazionali all’estero. Questi ultimi sono infatti cittadini italiani a tutti gli effetti e devono avere lo stesso diritto all’istruzione dei giovani residenti in patria. Sto facendo presente questa opzione al ministro per la Gioventù Giorgia Meloni. Mi sto inoltre attivando per la creazione in Italia di una scuola argentina. (Goffredo Morgia- Inform)
Italia chiama Italia