Io credo che non esistano al mondo giornalisti più sfacciatelli di quelli che curano la rubrica lettere de Il Fatto Quotidiano. Prendono le lettere dei lettori e ne fanno quel che vogliono, quasi come se a scriverle fossero stati loro. Non si limitano a tagliare quelle troppo lunghe, come fanno altri giornali (non tutti). Alle volte aggiungono frasi che l’autore non si è neppure sognato di scrivere (ad es. 20 gennaio 2011 e 27 novembre 2010), altre volte sono capaci di modificare a tal punto una frase da cambiarne il senso (ad es. 14 gennaio 2012). Questa volta (18 marzo) però, sono stati bravi, giacché si sono limitati a pubblicare circa un terzo della lettera. Solo che quel terzo non tagliato e pubblicato era solo una citazione di alcune righe di un articolo non mio. Pazienza! Ma il fatto grave è che in calce al pezzo dell’articolo non mio, hanno messo la mia firma. La lettera cominciava così: “Un bellissimo articolo del prete e scrittore (vedi Huffington Post) Mauro Leonardi, è apparso oggi su Il Sussidiario.net. Ne trascrivo alcune righe: “Proprio il 2 agosto 2016, cioè nel pieno dell’Anno Santo della Misericordia, si compiranno 800 anni della Porziuncola… “. E continuava: “È una coincidenza che, esattamente 800 anni dopo, un Papa che si chiama Francesco faccia per tutto il mondo quello che san Francesco avrebbe voluto e che chiedeva? Io me lo immagino Papa Francesco che si affaccia al balcone del suo studio e dice: “Buongiorno! Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso! Buon pranzo!”… Mi piacciono le coincidenze, il soffio dello spirito, le carezze di Dio. La misericordia ci aspetta. Francesco 800 anni fa chiedeva una misericordia senza confini che era del tutto folle per quei tempi. Oggi Francesco ci apre una porta e ci invita ad entrare”. Ecco, i giornalisti sfacciatelli hanno pubblicato solo quest’ultima parte, facendola passare per mia, e hanno tagliato pari pari il mio commento all’articolo di Mauro Leonardi. Quindi, lettori, continuate pure ad inviare lettere al Fatto, però siate consapevoli del fatto che vanno in mano a giornalisti simpatici, bravi, ma sfacciatelli.
Elisa Merlo
