Ex fissa, quanta disinformazione

Alla ripresa del nuovo anno, purtroppo si ripresentano con maggior vigore le questioni ancora irrisolte, alcune delle quali riguardano la cancellazione dei diritti acquisiti a seguito della firma del rinnovo contrattuale con la Fieg il 24 giugno dello scorso anno, posta dal segretario della Fnsi, Franco Siddi e da tutta la sua Giunta, ad eccezione dei colleghi Fabio Morabito e Ezio Cerasi, nonostante la netta contrarietà dell'intera categoria e della maggioranza delle associazioni stampa regionali, tra le quali Stampa romana.

Riporto qui di seguito quella parte dell'accordo che prevede la modifica dell'istituto previdenziale, cosiddetto Ex Fissa, proprio per venire incontro alle tante richieste di colleghi e colleghe che giustamente lamentano una difficoltà oggettiva di capire cosa accadrà ai propri diritti acquisiti dopo la firma del rinnovo contrattuale che ha modificato retroattivamente e a posteriori accordi già sottoscritti. Tenete presente che in effetti la Rai, a differenza delle altre realtà editoriali, ha sempre pagato la Ex Fissa al massimo entro 4 mesi dall'entrata in quiescenza perché, il Fondo in base all'accordo del 15 luglio 1985 Allegato G del vigente Cnlg, è alimentato in modo autonomo e differenziato rispetto alle altre aziende editoriali per le quali è la Fieg che dovrebbe versare le somme nel Fondo.

Per quanto riguarda la Rai, in effetti le posizioni sono diversificate: chi è andato in pensione entro lo scorso anno, percepirà la Ex Fissa per intero e in tre/quattro mesi dall'entrata in quiescenza, Chi invece l'ha maturata per intero, cioè dopo 15 anni di lavoro continuativo presso la stessa azienda, ma non ha l'età pensionabile, secondo il rinnovo contrattuale di Siddi &co, ne dovrebbe prendere una parte con un tetto da 65 mila euro, non più subito, come invece prevede l'accordo, ma rateizzato in 12 anni!!! Gli altri, in sostanza, cioè quelli che ancora non l'hanno maturata, quando andranno in pensione, avranno da un minimo di 2000 ad un massimo di 10mila euro, sempre rateizzate in 12 anni. Ma, e qui si scatenano le polemiche, se il Fondo è tecnicamente fallito, nominalmente si è percettori delle somme maturate e quindi dovute ma di fatto nessuno potrà mai erogarle da un Fondo che sia giuridicamente, sia finanziariamente, non esiste più! Ecco cosa dice il contratto firmato dalla Fnsi con gli editori.

L'eliminazione del fondo ex fissa prevede un regime transitorio in base al quale tutti coloro che hanno inoltrato domanda di liquidazione all’ Inpgi alla data di sottoscrizione dell’ accordo, (24 giugno 2014) percepiranno l’ indennità rateizzata, indicativamente, in 12 annualità. La rateizzazione comporterà, comunque, un tasso di incremento del 2%.

Ai giornalisti che al momento della sottoscrizione dell’ accordo hanno maturato 15 anni di anzianità aziendale, verrà riconosciuta un’indennità calcolata sulla media retributiva degli ultimi 15 anni e nella misura massima di 65mila euro, che sarà erogata al momento del pensionamento con una rateizzazione indicativamente di 15 anni, con un tasso di incremento del 2%.

Ai giornalisti che al momento della sottoscrizione dell’accordo hanno maturato almeno 10 anni di anzianità aziendale verrà riconosciuta al momento del pensionamento una indennità variabile a seconda dell’anzianità da un massimo di 10mila a un minimo di 2mila euro. (Secondo i calcoli attuariali la predetta indennità potrebbe essere elevata a 12.500-2.500 euro qualora la misura massima dell’indennità di cui al punto precedente fosse ridotta da 65mila a 60mila euro).

Agli stessi giornalisti e a tutti i neoassunti iscritti al fondo di pensione complementare, il contributo a carico delle aziende sarà incremento dello 0,25% mensile. La percentuale salirà allo 0,50% dal 1.1.2026, salvo diversi e possibili incrementi migliorativi nelle successive rinnovazioni contrattuali.

L'accordo prevede un prestito dell'lnpgi al Fondo che le aziende remunererebbero con una percentuale mensile (0,35%) calcolata sul monte retributivo complessivo della popolazione dipendente, allo scopo di poter assicurare la liquidazione delle prestazioni in attesa.

Ecco una nota critica del collega Pierluigi Roesler Franz sulla questione della Ex Fissa per i giornalisti e le giornaliste Rai. Da leggere con attenzione…

1) Non si dedica volutamente neppure una riga all'EX FISSA dovuta ai giornalisti pensionati ex RAI che oggi vengono regolarmente pagati in 3/4 mesi. Forse l'accordo varrà anche per loro? E perché, visto che l'azienda é puntuale nei pagamenti? E per quale motivo un collega RAI che oggi viene pagato in 3/4 mesi dovrebbe aspettare 12 anni per prendere a rate meno di quello che avrebbe incassato oggi per intero? O, forse, per l'EX FISSA RAI é previsto un successivo accordo a parte con la FNSI?

2) Non si spiega poi che il pagamento a rate in 12 anni viene pesantemente tassato, in quanto la rata mensile andrebbe ad aggiungersi alla pensione mensile erogata dall'INPGI, facendone coacervo e raggiungendo così le aliquote massime IRPEF. Di conseguenza il giornalista finirebbe per pagare sulle rate annuali una tassazione IRPEF in media di almeno il 10% in più rispetto alla tassazione separata del 34%. Non é forse anche questa una pesante penalizzazione?

3) L'interesse annuo del 2% per 12 anni sulla rateizzazione, presentato nel comunicato addirittura come un bel “contentino”, é, invece, inferiore all'odierno 5% lordo annuo e non compensa minimamente la forte perdita sulla differenza di tassazione di cui al precedente punto 2, né l'incasso in tempi molto più ravvicinati per coloro che si trovano oggi ai primi 400 posti in graduatoria, i quali avrebbero incassato l'intera somma molto prima. Non si spiega inoltre se il 5% lordo annuo resta in vigore o meno dalla data di presentazione della domanda fino alla firma del nuovo CCNLG.

4) Non vi é neppure una riga che spieghi il nuovo regime applicabile sui cosiddetti “accantonamenti”. Si tratta, cioè, di quelle pratiche già perfezionate da giornalisti ancora in attività di servizio che abbiano cambiato azienda dopo almeno 15 anni consecutivi. Gli importi relativi vengono oggi pagati solo al momento del pensionamento. Si tratta di moltissime pratiche per alcune decine di milioni di euro.

5) Resta poi sempre in piedi il “nodo” centrale del problema EX FISSA RAI e FIEG. Infatti chi é andato in pensione ha già maturato un diritto “perfetto” nei confronti della RAI e della FIEG che ne sono rispettivamente debitori. Di conseguenza suscita molte perplessità un accordo che sostanzialmente a posteriori con effetto retroattivo limiti i diritti dei singoli giornalisti di rivendicare le loro pretese sulla base di quanto già previsto dall'allegato G.

In altri termini, i singoli giornalisti pensionati RAI e FIEG potrebbero ugualmente chiedere al giudice – come già oggi avviene – il pagamento di quanto dovuto in base al vecchio accordo del 1985 senza essere obbligati a sottostare ad una rateizzazione in 12 anni economicamente molto più svantaggiosa come si é spiegato prima.

Analogamente desta molte perplessità anche il 2° capoverso della bozza dell'Accordo secondo cui: “Ai giornalisti che al momento della sottoscrizione dell’accordo hanno maturato 15 anni di anzianità aziendale, verrà riconosciuta un’indennità calcolata sulla media retributiva degli ultimi 15 anni e nella misura massima di 65 mila euro, che sarà erogata al momento del pensionamento con una rateizzazione indicativamente di 15 anni, con un tasso di incremento del 2%.”

Anche questa clausola appare penalizzante e quasi una sorta di “esproprio mascherato” soprattutto per i giornalisti RAI che in media superano di gran lunga i 65 mila euro lordi di EX FISSA perché modifica unilateralmente con effetto retroattivo e a posteriori accordi già presi. Peraltro l'EX FISSA verrebbe più che dimezzata anche a Direttori, Vice Direttori e Capi redattori di giornali, radio e tv non RAI.

Insomma, c'é il serio rischio che la questione EX FISSA possa dare il via ad una serie di azioni giudiziarie in tutta Italia, tenendo conto che ad oltre 1.100 giornalisti già in pensione e a coloro che stanno per lasciare il servizio attivo interessi ben poco il nuovo contratto di lavoro, ma esclusivamente incassare quanto loro spetta in base ad Accordi vigenti.

Ecco, a questo punto, visto che il sindacato nazionale FNSI ha firmato questo contratto/bidone e considerata l'inerzia dell'UsigRai, molti di noi hanno scelto la via giurisdizionale, cioè la diffida (da noi inviata nella precedente mail) che rappresenta un atto di autotutela per ottenere che non venga modificato in nessun caso il precedente accordo sulle Ex Fissa. Accordo in virtù del quale al momento dell'entrata in quiescenza la Fieg e l'Inpgi sono tenute a pagare quanto dovuto al giornalista che va in pensione. Considerato il ruolo del sindacato in questa vicenda, c'è da sperare solo nella magistratura per una tutela dei diritti acquisiti, svenduti dalla Fnsi a favore degli editori.

Tutti noi eravamo pronti a rinunciare alla Ex Fissa, se ciò fosse stato utile a far assumere freelance, precari, collaboratori e giovani giornalisti. Ma invece l'assurdo regalo agli editori non è stato compensato da nessuna garanzia di assunzione, tutt'altro! I nuovi assunti, infatti, avranno uno stipendio inferiore del 20% rispetto ai colleghi assunti prima della vigenza di questo scandaloso rinnovo contrattuale! Ultima nota: non risulta da nessun accordo che la Rai, come sostiene il segretario dell'UsigRai, Vittorio Di Trapani, sia determinata a sostituire la Ex Fissa con l'art. 27 del Cnlg, cioè l'indennità di mancato preavviso. Innanzitutto sono due istituti diversi, uno è previdenziale l'altro squisitamente contrattuale. Uno è tassato con agevolazioni, l'altro non gode di alcuna agevolazione fiscale. Il primo è reversibile il secondo no. Ma poi scusate, l'art. 27 si applica in caso di licenziamento mentre invece la Ex Fissa è un istituto previdenziale. Con quale sostegno giuridico la Rai si appresterebbe a riconoscere una indennità che si applica esclusivamente in caso di licenziamento per mancato preavviso in luogo della Ex Fissa??? Sarebbe un falso!!! Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Grazie e buon lavoro

Fabrizio de Jorio

membro del Cdr di Rainews 24

membro del Consiglio direttivo di

Stampa romana

coordinatore

Giornalisti Italiani Uniti

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