Ecco, questa era l’occasione buona per citare giustamente e non a sproposito, come fanno molti, il passo del Vangelo che parla dello scandalo dei piccoli. Papa Francesco ha elencato quindici “malattie” della Curia romana, alcune delle quali proprio brutte, in netto contrasto con la predicazione del Cristo, come quella di accumulare “tesori sulla terra, dove tignola e ruggine consumano” (Mt 6,19). Peccato che il Papa non abbia usato le parole di Gesù nel discorso della montagna: “Guai a voi ricchi… “, peccato non abbia detto chiaramente: “Guai a voi ricchi cardinali!”. E poiché le mele marce esistenti nella Curia sono di scandalo nella Chiesa, peccato non abbia usato le parole di Gesù: “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare” (Mt 18,6). I “piccoli”, infatti, cui alludeva Gesù, , come sanno tutti gli esegeti, non erano i bambini, ma coloro che “credevano in lui”, vale a dire i suoi seguaci, semplici come bambini. Ecco, vescovi e cardinali che, dando scandalo nella Chiesa, allontanano dalla fede i cristiani, se non vogliono mettersi al collo una pietra e precipitarsi nel fondo del mare, almeno si tolgano dal collo il crocefisso, e tornino allo stato laicale.
Carmelo Dini