La crisi nella regione è causata dai crimini del regime iraniano in Iraq e Siria e finirà solo con la cacciata del regime iraniano
Martedì Maryam Rajavi, Presidente eletta della Resistenza Iraniana, ha affermato: “L'ISIS è il sottoprodotto dei crimini senza precedenti dei mullah in Iran, di Bashrar al-Assad in Siria, di Maliki in Iraq e delle loro politiche settarie contro una larga parte della popolazione di Iraq e Siria”.
Parlando ad un gruppo di legislatori francesi ha aggiunto: “Per combattere l'estremismo mascherato da Islam, è essenziale un'alternativa culturale e ideologica. Un'alternativa basata su un Islam tollerante e democratico e sull'uguaglianza tra i sessi. In assenza di una tale alternativa, il regime dei mullah e i fondamentalisti sunniti sovvertiranno questo scontro con il fondamentalismo in uno scontro con l'Islam”.
Maryam Rajavi ha escluso una partecipazione del regime iraniano alla lotta contro l'ISIS, come caldeggiato dalle lobbies del regime e ha detto: “Questo sarebbe il colpo peggiore per la coalizione, perché le nazioni irachena e siriana vedrebbero la coalizione al fianco del loro acerrimo nemico: i mullah”.
Precisando che è stato grazie ad una tale interpretazione dell'Islam e alla sua difesa che l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK) è riuscita a rappresentare l'antitesi di questo regime fondamentalista in Iran, ed ha sottolineato: “Il sostegno alla Resistenza Iraniana renderà questa alternativa culturale nota al pubblico e contribuirà perciò al tentaivo di limitare il reclutamento dei giovani europei da parte delle forze fondamentaliste”.
Maryam Rajavi ha posto l'accento sulla necessità di emancipare la regione dai terroristi fondamentalisti, delineando i reali schieramenti politici della regione e con la partecipazione delle forze patriottiche anti-fondamentaliste.
La Presidente eletta della Resistenza Iraniana ha parlato ad un incontro tenutosi nella Sala Victor Hugo, su invito del Comitato Parlamentare per un Iran Democratico (CFID) composto da legislatori di tutti gli schieramenti politici del parlamento francese.
Queste le personalità che hanno tenuto i loro discorsi a questa conferenza: Edite Cresson, ex-Primo Ministro francese; Sid Ahmed Ghozali, ex-primo ministro algerino; moltissimi legislatori del Parlamento Nazionale francese, come Dominique Lefebvre, Gérard Charasse, Michel Terrot, André Chassaigne, Pascal Terrasse e il governatore onorario Yves Bonnet, ex-capo della DST; Pierre Bercis, presidente di “New Human Rights Organization”; Taher Boumedra, ex-capo dell'ufficio Diritti Umani dell'UNAMI e redattore del dossier su Campo Ashraf; Gilles Paruelle, ex-presidente dell'ordine degli avvocati della Val d’Oise.
Questa conferenza parlamentare si è tenuta nel momento in cui, proprio recentemente, i giudici francesi hanno fatto cadere tutte le accuse contro la Resistenza Iraniana presentate più di un decennio fa, a causa della collaborazione del governo francese dell'epoca con il regime dei mullah. I giudici francesi hanno emesso un'ordinanza a chiusura definitiva di questo procedimento, mettendo così fine, dopo quattordici anni, ad un caso totalmente politico.
Gli oratori hanno condannato la visita del capo del parlamento del regime iraniano al Comitato per la Politica Estera e la Sicurezza Nazionale di Francia ed hanno dichiarato che in un momento in cui le violazioni dei diritti umani e l'ingerenza di questo regime nella regione ha raggiunto proporzioni senza precedenti, una simile visita rema contro la pace e i diritti umani in Iran e nella regione. In questo meeting il senatore Jean-Pierre Michel, co-fondatore del Comitato Francese per un Iran Democratico (CFID), ha chiesto ai legislatori e ai politici francesi di esprimere pubblicamente ed ufficialmente al rappresentante del regime iraniano, la ripugnanza del popolo, del parlamento e del governo francese verso crimini come le aggressioni con l'acido contro le donne, l'impiccagione di una giovane donna per essersi legittimamente difesa contro un tentativo di stupro e le esecuzioni collettive avvenute durante la presidenza di Rouhani, che ammontano a più di 1000 impiccagioni. In caso contrario, questa visita andrà a totale beneficio del regime iraniano.
Maryam Rajavi ha denunciato l'immobilismo dell'Occidente di fronte ai crimini commessi dal regime iraniano per sostenere la dittatura di Assad ed ha parlato del potere maligno della milizia sciita affiliata a regime iraniano che, in vaste aree dell'Iraq, sta prendendo piede attraverso la collaborazione con le forze di Maliki, e ha detto: “In tutti questi anni non solo gli Stati Uniti non hanno espresso alcuna protesta contro queste azioni, ma hanno elogiato le misure prese da Maliki. I sottoprodotti di questi crimini sono stati l'espansione e il rafforzamento dell'ISIS in Siria e Iraq. Questo è stato il risultato dell'essersi dimostrati indulgenti nei confronti della dittatura più orrenda dei nostri tempi e dei suoi complici”. Ed ha avvertito: “E ora i mullah iraniani stanno sfruttando questa politica dell'Occidente. Pronti a colmare il vuoto creato dalla ritirata dell'ISIS provocata dagli attacchi della coalizione internazionale e delle milizie”.
Valutando i negoziati sul nucleare tra i P5+1 e il regime iraniano ha detto: “Il regime iraniano sta cercando di preservare i suoi progetti sulle armi nucleari sfruttando la politica dell'accondiscendenza ed utilizzando ogni tipo di tattiche ingannevoli”. Ed ha continuato dicendo: “Qualunque accordo dovrà prevedere l'attuazione senza condizioni delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, la totale interruzione dell'arricchimento dell'uranio ed ispezioni a sorpresa in tutti i siti e nei centri sospetti. In caso contrario, la via per ottenere la bomba atomica resterà libera per il regime”.
Maryam Rajavi ha definito “inaccettabile” l'inerzia dell'Occidente verso la crudele repressione del popolo iraniano per mano del fascismo religioso al potere, che prevede la tortura a morte dei detenuti politici, le minacce agli appartenenti alle minoranze etniche e religiose e l'arresto, la tortura e la detenzione di avvocati, giornalisti e attivisti online, ed ha chiesto misure efficaci per porre fine a questa tragica situazione.
Riferendosi all'aumento della repressione durante la presidenza del mullah Rouhani, che ha visto oltre 1000 esecuzioni e alle quali si è ora aggiunto il crimine delle aggressioni con l'acido contro le donne, Maryam Rajavi ha detto: “Questa è la vera natura del regime iraniano padrino dell'ISIS e la sua tirannia e la sua crudeltà verso il popolo iraniano è centinaia di volte peggiore delle azioni dell'ISIS.
I mullah sono stati sconfitti dalle donne iraniane. Le loro imposizioni reazionarie alla società iraniana sono giunte ad un vicolo cieco e il loro potere è estremamente traballante e instabile. Non possono salvarsi attraverso questa sfacciata barbarie e la tirannica esecuzione di Reyhaneh Jabbari”.
La Presidente eletta della Resistenza Iraniana ha espresso la speranza che con la rimozione di Maliki in Iraq, il governo francese userà tutti i mezzi a sua disposizione perché Camp Liberty venga riconosciuto un campo per rifugiati sotto la supervisione della Nazioni Unite. Perché l'assedio, ed in particolare il blocco sanitario, venga rimosso, perché vengano garantiti i requisiti minimi per la sicurezza e il benessere dei residenti fintantoché si trovano in Iraq, perché i sette ostaggi presi durante il massacro del 1° Settembre ad Ashraf, tra i quali vi sono sei donne, vengano liberati e per far sì che le Nazioni Unite conducano un'indagine su questo enorme crimine e ne assicurino i responsabili alla giustizia.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
28 Ottobre 2014
Mahmoud Hakamian
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