Caltagirone, tra artigianato e beni artistici

La sua Scalinata è Patrimonio dell’Umanità ed è il simbolo in Italia e nel mondo della città che diede i natali a Don Luigi Sturzo. E’ dedicata a Santa Maria del Monte ed è stata costruita per collegare la città vecchia alla parte nuova. Originariamente era stata progettata a sbalzi con piazzole. Solo in seguito venne resa lineare come la conosciamo oggi. Ciascuna delle sue alzate è ornata con mattonelle di ceramica policroma prodotte dai ceramisti locali.
Ad ammirare questo monumento che ogni anno ospita l’Infiorata in onore della Madonna di Conadomini, compatrona della città, giungono numerosi turisti che, di lì a poco, accorreranno di nuovo per vedere la Scala illuminata per le feste del Patrono di Caltagirone, San Giacomo e di Maria SS. del Ponte. Circa quattromila lumini colorati, detti “coppi”, alimentati ad olio e posizionati lungo i 142 gradini della Scala, verranno accesi, al fischio del capomastro, dai calatini e dai turisti e l’effetto scenico non avrà eguali. La scalinata, privata della illuminazione elettrica, si trasformerà in un tappeto di luci e di colori che per due ore, renderà visibile nella notte e nella sua interezza, il disegno che si estenderà per oltre 130 metri.
Caltagirone è famosa nel mondo anche per la sua ceramica, alla quale è indissolubilmente legata come testimonia ogni suo angolo. Dalla famosa Scala, ai monumenti e ai balconi artisticamente decorati con maioliche, al Museo Regionale, alle numerose botteghe del suo centro storico e alla Scuola di Ceramica nata per volere di Don Luigi Sturzo.
Famose sono le produzioni dei suoi presepi e personaggi della Sacra Famiglia in terracotta ma anche la produzione in ceramica degli antichi scaldamani siciliani a forma di scarpetta, dei fangotti, delle teste di moro, delle acquasantiere e poi delle famose lumiere a forma di dama con ventaglio, ombrellino e veste merlettata, usate come portacandele dai nobili e realizzate nei colori verde e giallo oppure in azzurro con fondo bianco.
Distrutta dal terremoto del 1693, l’impronta della città, che rappresenta uno dei maggiori mercati agricoli della provincia di Catania, è barocca. Famosa per le sue numerose chiese, per i suoi palazzi e per le sue vedute panoramiche è tra le mete turistiche più ambite.
Sin dal 2002 è stata inserita nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco insieme alle altre città tardo-barocche della Val di Noto:Militello in Val di Catania, Catania, Modica, Scicli, Palazzolo Acreide, Ragusa e Noto.

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