Palermo, 8 ago. “E' singolare che la vicenda dei manager del Policlinico e del
Cannizzaro di Catania venga vista come un “affaire” legato allo scontro
politico tra le correnti del Pd. Se la tesi dovesse essere questa, vorrei
capire allora perchè il governo precedentemente,
considerato che la tensione con l'area cuperliana era già esistente all'atto
della nomina di tali manager, potendo non nominarli lo ha fatto. La scelta di
Cantaro è stata fatta all'interno di una terna di nomi proposta dal rettorato
di Catania e quella di Pellicano' sulla base di una proposta dell'assessorato
alla Salute, che ha giudicato degno di nomina tale dirigente. Quando il 24
giugno firmai il decreto di nomina dei manger della sanità, l'indomani della
pubblicazione del decreto del governo che diceva che tutti coloro che sono in
pensione non possono assumere incarichi di nessun tipo, qualche giornale
maliziosamente scrisse che avevo nominato Pellicanò e Cantaro per favorire due
dirigenti vicini al Pd prima che scattasse l'incompatibilità prevista dal
decreto governativo. Solo che fino al 24 nessun sito o giornale aveva parlato
di tale incompatibilità e siccome non potevo avere la sfera di cristallo, non
potevo essere a conoscenza delle decisioni future del governo. Da quel momento
ci siamo posti il problema sull'applicabilità o meno di tale norma rispetto a
una nomina effettuata e un contratto ancora non sottoscritto. L'assessorato
alla Salute prontamente comunicò ai due che la sottoscrizione del contratto era
momentaneamente sospesa e il governo si è adoperato per fare luce sulla
questione. Da quel momento sono scattate varie questioni: un ordine del giorno
al Senato, non richiesto dalla Regione, che salvava specificamente queste 2
nomine, perchè non credo che in Italia ci siano tanti casi di questo tipo; tale
odg non è stato recepito nè dal governo né successivamente dal parlamento; il
parere del Ministero della Funzione Pubblica che non ci è stato inviato e non
sappiamo da chi sia stato richiesto, a sostegno dei due manager; un parere
dell'ufficio legislativo e legale della Regione che lascia al governo la
decisione di sottoscrivere o no il contratto; infine un ultimo parere
dell'avvocatura dello Stato che nega in modo tranciante il fatto che si possa
sottoscrivere un contratto con dei pensionati in presenza di un divieto
normativo. Tra l'altro mi pare che la giurisprudenza sia molto chiara. Quando
da un atto illegittimo ne conseguono vantaggi per taluno, scatta l'abuso. E un
buon amministratore deve evitare di farlo. Il legislatore ha voluto sancire il
divieto di assumere obbligazioni con soggetti che si trovino in stato di
quiescenza. Ritengo che l'obbligazione nasca al momento del contratto. Se è
vero che la nomina è stata fatta quando era possibile farla, il contratto
veniva firmato in presenza di divieto. Vale di più giuridicamente l'atto di
nomina o la legge che vieta di attribuire incarichi a personale in quiescenza?
Io ritengo che prevalga la legge. Tra l'altro sul piano etico ritengo che in
una società in cui molto spesso importanti cariche vengono occupate dai
pensionati, questo sottragga lavoro ai giovani e quindi c'è una ragione sociale
molto importante in quella norma. Io la ritengo giusta, cominciamo a
valorizzare i giovani. Tra l'altro mi risulta che il dottor Pellicanò sia
collocabile politicamente con qualcuno, Cantaro viene indicato vicino ad
alcune aree del Pd, ma di tutto questo non ci interessa. Siamo interessati a
evitare che si commettono ingiustizie e reati. I due dicono di avere ragione,
facciano ricorso e rispetteremo sentenza. Oggi abbiamo un parere
dell'avvocatura che ci impedisce la nomina, tutto il resto fa parte di logiche
che non ci appartengono. Appartenere a un partito o ad una corrente, sottrae
qualcuno alle leggi? Se poi qualcuno ritiene che senza i pensionati il mondo
non può andare avanti, allora blocchiamo tutti i pensionamenti e facciamo
lavorare all'infinito quelli che ci sono. Sinceramente è troppo, stiamo
applicando la legge, in perfetta buona fede e la legge stessa attribuisce a
ogni cittadino diritto a difendersi. La legge prevede anche che i due manager
possano effettuare tale lavoro gratuitamente, però sinceramente mi appare
incomprensibile che un lavoro che richiede circa 12 ore al giorno, possa essere
solo volontario anche perchè i meccanismi di controllo sui manager, sulla base
degli schemi dei contratti approvati in giunta, si basano su meccanismi
premiali o penalizzanti in relazione ai risultati raggiunti. L'incarico
volontario inoltre non può durare oltre un anno. Perciò, se avessimo optato per
tale scelta, tra un anno avremmo dovuto rifare tutto. Sinceramente non sarebbe
stato brillante in termini di programmazione. Il governo ha deciso di applicare
la legge. Ci dispiace di non poterci avvalere della professionalità di Cantaro
e Pellicanò, che il governo giudica altissima, ma “dura lex sed lex”.
Il presidente della Regione siciliana
Rosario Crocetta