Lo Stato italiano attualmente garantisce le cure ospedaliere urgenti gratuite agli emigrati e ai pensionati con cittadinanza italiana residenti all’estero che rientrino in Italia per soggiorni temporanei inferiori ai 90 giorni e che sono sprovvisti di assicurazione pubblica o privata. Giova inoltre ricordare che ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, anche se non in regola con le norme relative all’ingresso e al soggiorno (quindi agli irregolari e ai clandestini), sono garantite (in virtù dell’articolo 35, comma 3, del Testo Unico sull’Immigrazione, Legge n. 286/98), nei presidi pubblici ed accreditati, le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali, ancorché continuative, per malattia ed infortunio. Tali prestazioni sono erogate senza oneri a carico dei richiedenti.
Sono invece esclusi, secondo me ingiustamente, da tali garanzie i cittadini italiani nati all’estero i quali devono pagare le cure ospedalieri urgenti in caso di temporaneo soggiorno in Italia. La mia proposta di legge vuole eliminare la disparità di trattamento contro i cittadini italiani nati all’estero ed estendere quindi la gratuità delle cure ospedaliere urgenti a tutti i cittadini italiani iscritti all’AIRE.
Nella relazione esplicativa della mia proposta di legge metto in evidenza che il sistema normativo e applicativo della tutela sanitaria a favore dei cittadini italiani residenti all’estero in Paesi con i quali l’Italia non ha stipulato una convenzione bilaterale per l’assistenza sanitaria (che costituisce la maggioranza dei Paesi extracomunitari, tra cui Canada e Stati Uniti), è un impianto costituito da una sovrapposizione di norme succedutesi nel tempo, di leggi e decreti legge lacunosi e frammentari, di interpretazioni amministrative discutibili, di pratiche diversificate da Regione e Regione; è un sistema contrassegnato da insufficienze e da incertezza del diritto. Alla luce di questa situazione, i nostri connazionali quando rientrano in Italia per un soggiorno temporaneo sono tutelati in maniera ingiustificatamente diversificata, a seconda del loro “status” di emigrante, della titolarità o meno di una prestazione pensionistica italiana, del luogo di nascita, e della flessibilità (o meglio tolleranza) delle legislazioni e regolamentazioni regionali.
Attualmente la tutela sanitaria a favore degli emigrati per le cure urgenti è regolata dal Decreto del Ministero della Sanità del 1 febbraio 1996, concernente “Determinazione delle tariffe relative alle cure urgenti ospedaliere prestate dal Servizio sanitario nazionale ai cittadini italiani e stranieri non assicurati”, il quale dispone che “ai cittadini italiani residenti all’estero, titolari di pensione corrisposta da enti previdenziali italiani o aventi lo status di emigrato, certificato dall’ufficio consolare italiano competente per territorio, le prestazioni ospedaliere urgenti sono erogate a titolo gratuito e per un periodo massimo di novanta giorni nell’anno solare, qualora gli stessi non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per le suddette prestazioni sanitarie”. Il Decreto, a mio avviso, interpreta in maniera restrittiva il diritto soggettivo circoscrivendo tali cure ai soli possessori di prestazioni pensionistiche italiane e a coloro che hanno lo status di emigrato, certificato dall’ufficio consolare italiano competente per territorio. La certificazione dello status di emigrato è lasciata alla discrezionalità degli uffici consolari che spesso negano tale status ai cittadini italiani nati all’estero, sembrerebbe su indicazione dello stesso Ministero della Sanità.
Si crea in tal modo un’ingiustificata disparità di trattamento tra cittadini italiani nati all’estero e i cittadini italiani emigrati ma nati in Italia. Sono centinaia le segnalazioni di famiglie di cittadini italiani che rientrano in Italia per soggiorni temporanei e ai quali in caso di sfortunata necessità le cure urgenti gratuite vengono erogate ai genitori perché nati in Italia ma non ai figli o ai nipoti perché nati all’estero o comunque perché non sono riusciti ad ottenere dal consolato di residenza il certificato di “emigrato”.
La proposta di legge mira, dunque, a porre finalmente rimedio ad una situazione ingiusta e discriminatoria, prevedendo, mediante l’art. 1, la garanzia delle cure ospedalieri urgenti gratuite a tutti i cittadini italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), la cui iscrizione come è noto è fatta d’obbligo sia per i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi, sia per coloro che già vi risiedono, sia per i nati all’estero con successivo acquisto della cittadinanza italiana a qualsiasi titolo. Tale garanzia viene assicurata a prescindere dal luogo di nascita, dalla titolarità di una prestazione pensionistica italiana e dal possesso dello status di emigrante certificato dagli uffici consolari competenti, durante un soggiorno temporaneo in Italia. Le prestazioni possono decorrere per un periodo massimo di 90 giorni nell’anno solare e a condizione che gli interessatii non abbiano una copertura assicurativa, pubblica o privata, per tali prestazioni sanitarie.
E’ stato calcolato che i costi della mia proposta si aggirano intorno ai 2 milioni di euro l’anno; cifra certamente compatibile con l’estensione di un importante diritto agli esclusi, in questo caso i cittadini italiani nati all’estero.
Mi auguro che questo provvedimento possa incontrare tra i colleghi e nel Governo l'attenzione che merita. Si tratta di un punto di grande sensibilità per i nostri connazionali all'estero, sia sul piano dei diritti individuali che su quello della tutela della persona. Per questo, assieme ai colleghi che hanno condiviso il mio disegno di legge, mi adopererò perché la questione sia discussa e affrontata nelle competenti sedi parlamentari.
On. Francesca La Marca
On./Hon. Francesca La Marca
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