MAR DEL PLATA, ARGENTINA L’AEROPORTO SARA’ INTITOLATO AD ASTOR PIAZZOLLA GRAZIE ALL’INIZIATIVA DEGLI EMILIANO-ROMAGNOLI

“Adios Nonino”

Si avvicina la possibilità, per l’aeroporto di Mar del Plata, di cambiare nome e intitolarsi ad Astor Piazzolla, il celebre musicista innovatore del tango, che nacque in questa città 87 anni fa. Il 20 agosto scorso la proposta è stata formalmente avanzata dal consiglio comunale di Mar del Plata alla Presidente della Repubblica Argentina Cristina Fernandez, in visita alla città, che l’ha pubblicamente approvata. Sarà ora un decreto a facilitare l’iter per il cambiamento del nome.
Ideatrice della proposta è stata, oltre due anni fa, la consigliera comunale Cristina Coria, appartenente all’associazione ProtER, la rete di professionisti e tecnici dell’Emilia- Romagna, per la quale segue i lavori della Commissione Donne imprenditrici.
“Cattedre e concorsi internazionali portano il nome di Astor Piazzolla in tutto il mondo – recita un comunicato del ProtER -, dunque è giusto che ora sia Mar del Plata a unirsi al nome dell’artista per diffondere questo legame in ogni angolo del pianeta”. Nella città argentina – ricorda l’ingegner Alberto Emilo Becchi, portavoce del ProtER – “Piazzolla trovò la fonte della sua ispirazione; a Mar del Plata dedicò una delle sue fantastiche opere”. La municipalità di Mar del Plata – aggiunge Becchi – ha anche approvato una delibera, su iniziativa della consigliera Coria, “per la creazione del Museo Astor Piazzolla, che rafforzerebbe l´idea della forte identitá tra il grande artista di origine italiana e la cittá nella quale è nato”.
E’ significativo – conclude il comunicato del ProtER – che, ribadendo “l´importanza dell´identitá Italiana al di là dei regionalismi”, sia stata un’associazione legata all’Emilia-Romagna a proporre l’intitolazione dell’aeroporto al grande artista di origine toscana (da parte di madre) e pugliese (da parte del padre Vincenzo, cui Piazzolla dedicò il famosissimo “Adios Nonino”). E’ stato lo stesso musicista, in un’intervista, a dire che il suo viso lo vedeva come “europeo, molto italiano, molto vicino alle colline dell´alta Italia, della Toscana, del Piemonte o non so di dove. Però io ho visto molta gente con la faccia simile alla mia in Italia, che a volta mi faceva paura”.

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