Milano. Ormai Mina non finisce di stupire, a cominciare dalla data di pubblicazione del 10 giugno, data inusuale data la cadenza annuale di novembre cui ci aveva abituati, di questo nuovo cd intitolato “Selfie” che, al di là della moda del momento di autoscatti fotografici col proprio smartphone, rispecchia l’attitudine di quasi tutte le canzoni che vi fanno parte, ritratti di donna in prima persona, o meglio, autoritratti fatti dagli stessi autori di queste canzoni.
La copertina di questo cd lascia stupiti perché la scimmia già fu usata per l’album “Mina” del 1971 (era un cucciolo di scimpanzè), mentre questa di “Selfie” è un macaco giapponese.
E in fatto di copertine Mina può vantare di essere stata la prima ad avere avuto il coraggio di giocare spregiudicatamente con la propria immagine, dalla testa di manichino di “Attila” del 1979 alla donna barbuta di “Salomè” del 1981, alla bodybuilder di “Rane supreme” del 1987, alla matrona di “Caterpillar” del 1991, alla testa proiezionista di “Sorelle Lumière” del 1992, alla scattista di “Leggera” del 1997, alla Gioconda di “Olio” del 1999, all’aliena di “Piccolino” del 2011, tutte scaturite dalla fantasia di Mauro Balletti e Gianni Ronco, anticipazioni di analoghe opere di Debbie Harry su “KooKoo” del 1981, Madonna su “Erotica” del 1992, Bjork su “Homogenic” del 1997, Annie Lennox su “Bare” del 2003, Christina Aguilera su “Bionic” del 2010 o Lady Gaga su “ArtPop” dello scorso anno.
Per quanto riguarda le canzoni, spazio subito a “La palla è rotonda” scelta come sigla delle trasmissioni televisive RAI dedicate ai mondiali brasiliani di calcio, scritta da Claudio Sanfilippo che nel 1993 Mina fu l’autore di “Stile libero” per l'album “Loch Ness”.
“Fine” è invece firmata da Don Backy che nel 1976 aveva regalato alla cantante “Nuda” e “Sognando” in “Singolare”, anche se già nel 1967 aveva interpretato la sua “L'immensità”.
Mario Capuano qui ha firmato “Perdimi” ma già nel 1968 aveva inciso la sua “Un colpo al cuore”, prima affidata a Mario Zelinotti per il lato B del singolo “Allegria”, includendola poi nell'album “Canzonissima '68”.
La collaudata coppia Fabrizio Berlincioni e Mauro Culotta ha firmato “Aspettando l'alba” e in passato “Succede” del 1986 per l’album “Cremona”, “Ti accompagnerò” del 1993 per “Lochness”, “Con te sarà diverso” del 1997 per “Leggera” e “Non passa” del 1999 per “Olio”.
In queste tredici canzoni di “Selfie” Mina ha dunque ritrovato vecchi amici ma anche giovani talenti, come Federico Spagnoli, autore di “Questa donna insopportabile”, e Gianni Leuci che ha firmato “Alla fermata”, due eccezionali ‘evergreen’.
Non mancano altri collaboratori abituali come Maurizio Morante con il nipote Axel Pani in “Oui c'est la vie”, ancora Axel con Mattia Gysi in “La sola ballerina che tu avrai” con il testo di un altro fedelissimo, Samuele Cerri.
La parte del leone in questo disco la fa la coppia formata da Gianni Bindi e Matteo Mancini a segno con la tripletta “Il pelo nell'uovo”, “Il giocattolo” e “Troppa luce” con una vocina infantile che duetta con Mina all'inizio di quest'ultima canzone.
Ad unire canzoni di autori diversi e di atmosfere particolari è sempre la voce unica e intramontabile di Mina, mai la stessa, mai uguale a sé stessa, con la capacità della grande interprete che cambia e muta di canzone in canzone e, a volte, anche nella stessa canzone.
Il coordinamento organizzativo e artistico del cd è naturalmente di Massimiliano Pani.
Franco Gigante