1) A livello politico-giuridico si è costituita la Rete Lenford, i cui avvocati hanno predisposto per l’Italia tre disegni di legge per l’affermazione
delle istanze LGBT: il primo, sul contrasto all’omofobia e transfobia porta la firma dell’On. Scalfarotto del P.D.ed ,è già stato approvato alla Camera.
2) UNIONI GAY , LESBICHE E ADOZIONI
Noi non ci meravigliamo sulle recenti dichiarazioni di tanti esponenti politici del P.D.
BERSANI ex Segretario del Partito Democratico: Noi del Partito Democratico le UNIONI CIVILI LE FACCIAMO;
DE VINCENTI già Sottosegretario Economia sempre del P.D. che nella trasmissione su Rai news e Rai 2, a “un giorno da pecora” dichiara : sono favorevole a MATRIMONI GAY E ALLA ADOZIONE DA PARTE DI COPPIE OMOSESSUALI
La “signora” On. PAOLA CONCIA del P.D. sposata con la signora Ricarda non poteva che dichiararsi favorevole, come affermato nella recente trasmissione “IN ONDA” alla 7.
PISAPIA di Sinistra e Libertà , Sindaco di Milano, ha ottenuto la fiducia per le “UNIONI DI FATTO
Bene. Anzi male! Perché dopo queste unioni o matrimoni fra Gay e fra Lesbiche, forse, finiremo per consentire anche a loro l’adozione di bambini. Questi innocenti si troveranno a vivere in un mondo innaturale con due madri senza un padre o con due padri senza una madre.
Quali saranno gli insegnamenti di vita a loro riservati ?
Pur nel rispetto delle diversità, cerchiamo però di essere più seri.
“Questa specie di politica e di politici “ calpestano i valori etici della tradizione cristiana e della famiglia, che ancor oggi, e da millenni PROCREA . Nel prossimo e imminente futuro in questo mondo, quando Gay o Lesbiche, si uniranno, senza LA CAPACITA’ DI POTER PROCREARE COSA A C C A D R A’ ?
CERTAMENTE L A FINE DELLA UMANITA’.
Ci piacerebbe conoscere , nel merito, cosa ne pensano i politici cattolici che operano nelle istituzioni e quali iniziative intendano adottare su queste proposte scellerate.
Mancava solo l’ultima iniziativa del Sindaco Marino per non smentire i suoi compagni di partito.
BRAVO SINDACO MARINO, MA QUESTI SONO TUTTI I TUOI PROBLEMI PER ROMA?
L'Associazione Cattolici in Politica
( Umberto Borzi )
3)
Lopez: «Care Famiglie Arcobaleno, sono stato cresciuto da lesbiche, ma è offensivo dire che i bambini non hanno diritto a mamma e papà»
robert-oscar-lopez-gayRobert Oscar Lopez, che è stato recentemente in Italia e ha partecipato a un convegno organizzato, tra gli altri, dalla Fondazione Tempi, ha inviato una lettera al sito Huffington Post Italia, che non è stata pubblicata. Lopez reagiva a una lettera aperta di Giuseppina La Delfa, presidente della Famiglie Arcobaleno, a papa Francesco. Ecco di seguito la missiva di Lopez all’Huffington Post.
Scrivo in risposta alla lettera aperta di Giuseppina La Delfa a Bergoglio pubblicata ieri. In particolare vorrei rispondere all’affermazione secondo cui i bambini “non hanno diritto a crescere in una famiglia con un papà e una mamma”.
La tesi è che un diritto “differente” – il diritto a essere cresciuto in condizioni che sociologi ed esperti considerano ideale – surclassi e di fatto cancelli il diritto di avere un papà e una mamma. Si tratta di un ragionamento profondamente offensivo, soprattutto perché proviene da chi si presenta come difensore dei diritti gay.
L’assunto alla base della richiesta del matrimonio e dell’adozione gay è che gli omosessuali hanno diritti che non hanno bisogno di essere giustificati o motivati. Nonostante innumerevoli statistiche dimostrino come le relazioni omosessuali abbiano un alto tasso di instabilità, violenza domestica e abuso affettivo, si continua ad affermare che essi dovrebbero potersi sposarsi e che questo diritto che non debba essere soggetto al parere di persone, nemmeno degli esperti. Invece quale è l’atteggiamento verso bambini forzati a vivere in case di coppie omosessuali? La parola chiave è proprio “forzati”, perché nessun bambino finisce in una casa omoparentale se non perché degli adulti ricorrono a misure straordinarie per sottoporlo all’autorità di una o due persone con cui non ha legami biologici o di sangue.
Invece, quando si parla di bambini, gli attivisti gay dicono: “non hai bisogno del riconoscimento legale della tua relazione con la mamma e il papà che ti hanno dato l’identità, che ti hanno fatto come sei ora, perché sai, abbiamo scienziati che hanno dimostrato che è abbastanza per te vivere nel modo in cui vogliamo noi e devi amare le persone che abbiamo deciso che dovresti amare”. Se è questo il modo in cui diamo i diritti alle relazioni perché stiamo a discutere del matrimonio? Potremmo dire: “non hai il diritto di sposarti con persone dello stesso sesso, non puoi di sposare la persona che ami, devi stare in una relazione che i sociologi definiscono buona per te, che potrebbe essere, statisticamente parlando, una relazione con una persona del sesso opposto”. Ovviamente quest’ultima affermazione è offensiva per i sostenitori del matrimonio gay.
Perché affermare che i bambini non hanno il diritto ad avere una mamma e un papà è per me offensivo? Perché sono stato cresciuto da una lesbica e dalla sua partner e mio padre non c’era nel ritratto di famiglia. Giuseppina La Delfa potrebbe guardarmi negli occhi e dirmi che non ho perso nulla? Che non ho sofferto nulla? Non avrei nessun diritto io di amare mio padre in quanto mio padre e solo per il fatto che è mio padre?
Ora, ci sono due posizioni “offese” qui. Abbiamo il gay adulto offeso nel sentire che non può formare una famiglia con chi desidera, e abbiamo il bambino offeso nel sentire che non può stare con almeno una delle persone che gli ha dato vita e identità.
Ebbene, tra queste due posizioni, quella del bambino deve prevalere perché: 1. La perdita del genitore non avviene con il consenso del bambino mentre gli adulti gay sono grandi abbastanza per scegliere 2. La perdita del bambino è qualcosa di universale: non tutte le persone si sposano, ma tutte le persone hanno un papà e una mamma. 3. La perdita del bambino è permanente. Due adulti gay possono divorziare mentre il bambino non può rimuovere metà del suo patrimonio genetico.
Per queste ragioni vi chiedo di scusarvi con tutti i bambini – con l’umanità nei fatti – per aver affermato questa cosa atroce: ovvero che le persone non hanno il diritto ad un papà e ad una mamma.
Robert Oscar Lopez : I bambini hanno diritto a mamma e papà .
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4)Gentile Ministro Giannini,
ci permettiamo di chiederLe se ha potuto leggere o letto , da qualche componente dello Suo staff ,quanto scritto oggi 17 Aprile sulla Nuova Bussola Quotidiana l'ottimo articolo di Andrea Zambrano,di seguito leggiamo.
Riteniamo che se l'istruzione dei giovani si avvale esclusivamente di questo studio-“e se per caso,autorizzato dalle istituzioni rappresentate dal ministero della istruzione”,
possiamo ben dire, che i nostri giovani meritino di frequentare scuole migliori dove l'istruzione,la moralità e l'etica è superiore a quella statale.
Riteniamo,del caso,un Suo pronto intervento in merito al fine che tale oscenità non vengano più rappresentate.
Anticipatamente La ringraziamo.
Il Presidente
Umberto Borzi
Il rapporto orale si fa così. Per quello anale invece bisogna avere questi accorgimenti. La parafrasi è affidata alla nostra libertà di filtrare anche l’insondabile. Ma nel volantino distribuito dall’Arcigay in una seconda dell’Istituto Superiore Cattaneo-Dall’Aglio di Castelnovo Monti (Reggio Emilia) i consigli sono molto più espliciti ed espressi con un linguaggio giovanile che rasenta lo scurrile. Ecco spiegato a che cosa servano gli incontri che molte scuole stanno promuovendo in tutt’Italia e rivolte all’omofobia. Il pi� famoso, ne parliamo nell’articolo a fianco, è quella del Liceo Muratori di Modena che è andato in scena proprio ieri con la presenza di Luxuria, dominus incontrastato del pensiero unico gay friendly.
Servono a indottrinare i giovani alle pratiche omoerotiche. A Castelnovo Monti la preside e le insegnanti erano tranquillissime. La lezione sull’omofobia tenutasi nei giorni ha visto salire in cattedra l’Arcigay di Bologna per i ragazzi, minorenni, della seconda dell'Istituto tecnico. Una lezione che la scuola oggi definisce “ortodossa”, per quanto possa essere ortodosso un argomento che prevede il carcere per chi cita San Paolo che parla di sodomia. Però l’istituto non era nuovo a inviti di questo tipo. Già in passato gli attivisti gay erano stati ospiti della scuola, segno che con la scusa del sesso sicuro e del preservativo come panacea, la presenza dei militanti Lgbt è ormai accettata. Come il corso di giardinaggio o quello di teatro in quella caotica e a per certi versi inutile baraonda che può diventare il “monteore”, nel corso del quale spesso i ragazzi fanno ciò che con l’istruzione non c'entra nulla. Per questo l’Arcigay non si è limitata ad una lezione sull’omofobia, come se fosse già un dato di fatto la necessità di una legge che punisca i trasgressori del politically correct. E hanno spinto l’acceleratore.
Come? Distribuendo alla fine della lezione un opuscolo di cui pubblichiamo solo un estratto per ovvi motivi di decenza e di decoro. Il pieghevole è quanto mai esplicito. Anzitutto elenca tutte le malattie sessualmente trasmissibili con un occhio privilegiato ai rapporti omosessuali. Lo testimonia il giovanotto stilizzato in pose provocanti a bordo piscina. «Ano», «Cazzo», «pompino», «sperma ingoiato», «sex toys muniti di preservativi», «rapporti anali», «lubrificanti a base d’acqua», «rapporti tra donne». Il lettore perdonerà l’eccessivo verismo, ma il catalogo è questo per dovere di cronaca e serve all’Arcigay per informare ragazzi di seconda superiore, dunque minorenni, su come si trasmettono Hiv, gonorrea, sifilide e altre malattie sessualmente trasmissibili. Il testo è ricco di dettagli medici sulla carica virale dell’Hiv e su come si deve intervenire nel caso un rapporto orale a rischio dovesse avere delle inavvertenze. Ad esempio la rottura del preservativo.
Il target espositivo però è rivolto esclusivamente ai rapporti omosessuali perché lo stesso volantino riconosce che l’Aids è più facilmente trasmissibile nel rapporto omo, molto più scarso in quello eterosessuale o in quello lesbo. Così come la fedeltà monogamica non è vista come una barriera contro certe malattie. Perché una scappatella è sempre dietro l'angolo. Insomma: lezioni pratiche di omosessualità durante l’orario scolastico. Normale? Non proprio. L'opuscoletto è finito inevitabilmente nelle mani di qualche genitore che ne è rimasto letteralmente scandalizzato e ne ha fornito copia anche alla nostra redazione. «Non riusciamo a credere che queste descrizioni siano finite nelle mani di giovani minorenni, con il placet del consiglio d'Istituto», tuonano i genitori. Molti di loro ritengono inopportuno che la scuola promuova iniziative di tal fatta, con l'assenso degli insegnanti.
In effetti a Castelnovo Monti il disappunto è grande. Anche da parte della scuola. Pochi giorni dopo è stato convocato un consiglio d’Istituto nel corso del quale è stata stigmatizzata la distribuzione del volantino. La scuola parla di incontro, quello sull’omofobia, condotto in maniera ortodossa alla presenza degli insegnanti. Il problema, ammettono, è stato il materiale distribuito ai ragazzi in assenza delle insegnanti. Una distribuzione non trasparente e non autorizzata dalla dirigenza dell’istituto. La scuola, che ufficialmente preferisce non intervenire definisce scorretta l’iniziativa dell’Arcigay anche se tra i corridoi qualcuno sembra essersi lamentato del fatto che i genitori abbiano contattato i giornali piuttosto che avvertire il personale scolastico.
A ben vedere però, l’ingenuità della scuola è tutta nella definizione di “ortodossia” applicata alla conferenza sull’omofobia. Stupisce che un istituto non abbia compreso il rischio implicito di un invito a senso unico su un tema fortemente divisivo e controverso. È come chiamare il pittore a scuola e non fargli prendere in mano la tavolozza. È chiaro che prima o poi la tentazione viene.