BARLOZZETTI INNESCA “AMICI DEI CAPANNONI”
LA SERIE DI EVENTI NELLA MOSTRA
“CAPANNONI NEL CAPANNONE”
“Capanne, capannine e capannoni”
Uno spettacolo di e con
Guido Barlozzetti
Giovedì 17 aprile 2013 ore 20:30
Laboratorio di Restauro – Via della Tecnica – Zona Paip, Matera
Ingresso libero
LA NOTIZIA
MATERA – Giovedì 17 aprile alle ore 20:30 presso il Laboratorio di Restauro in via della Tecnica nella Zona Paip di Matera si darà il via ad “Amici dei Capannoni”, la rassegna organizzata in collaborazione con la Soprintendenza dei Beni Storici ed Artistici della Basilicata che prevede la realizzazione di una serie di eventi tra cui convegni, spettacoli, proiezioni, concerti che avranno luogo proprio nell'immenso capannone del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza che attualmente ospita “Capannoni nel Capannone”, la mostra personale dell'artista Mimmo Centonze, curata dal Soprintendente Marta Ragozzino, che presenta una rigorosa selezione di opere dell'artista dedicata esclusivamente al suo tema per eccellenza: i Capannoni.
Ad innescare la rassegna sarà lo scatenatissimo scrittore e giornalista di Rai 1 Guido Barlozzetti che per l'occasione ha scritto l'originale “Capanne, capannine e capannoni”, lo spettacolo inedito da lui interamente interpretato con l'ausilio di musiche e di immagini che sarà presentato in prima assoluta giovedì 17 aprile a Matera. L'ingresso è libero. Tutt'intorno al pubblico presente ci saranno ad accoglierlo i grandi teleri di Centonze dedicati al tema dei capannoni, di impatto drammatico e dalla stesura inquieta e densa di tensione, calati dal soffitto come delle grandi quinte teatrali che sembrano scendere e risalire per mezzo di funi di acciaio ancorate al soffitto e al pavimento.
Lo stesso Barlozzetti descrive così lo spettacolo: “Ci sono dei luoghi che possono essere simbolici laddove sembrano essere consegnati alla concretezza delle operazioni della quotidianità. Il capannone è uno di questi spazi dove l'antropologia incontra l'arte, dove il lavoro si dà come prolungamento dell'abitare e come cultura dell'uomo e del suo affaticarsi sulla natura. Vedendo i capannoni dipinti da Mimmo Centonze e alla carica emozionale e perfino messianica con cui vi si è rappresentato, ho pensato che si poteva costruire un percorso in cui mettere in fila le stazioni di una possibile storia. Dalla capanna come nucleo germinale dell'abitazione alla Capanna per antonomasia, quella della Natività e alle raffigurazioni che via via nei secoli ne sono state prodotte. Dalle chiese a capanna medievali alle diverse stagioni del capannone industriale, tra efficienza, funzionalità e utopia, fino a diventare l'emblema di un modello di sviluppo di un intero territorio come nel caso del NordEst italiano. Dai luoghi apparentemente lontani come un ippodromo di Roma e uno storico locale di Viareggio…ai capannoni di Centonze. Un racconto con immagini e musiche che trovo suggestivo ambientare all'interno di un…capannone”
Un sorprendente spettacolo inedito ambientato nella rilevante esposizione monografica ancora in corso di Mimmo Centonze suddivisa, per la prima volta nella storia della città di Matera, in due contrapposte sedi espositive. La prima sezione visitabile in una sala del Museo di Palazzo Lanfranchi con una selezione dei primissimi lavori sui capannoni del 2008, caratterizzati da una rappresentazione realistica impostata su delicati toni di grigio, contrapposta a quella di impostazione più grandiosa e 'sinfonica' presentata nella seconda sede della mostra, il Laboratorio di Restauro, l'imponente capannone di 1000 metri quadri ubicato nella zona industriale della città, una sorta di cattedrale post-industriale a tre navate, nel quale le grandi opere di Centonze dedicate al tema dei capannoni sono calate dal soffitto come delle grandi quinte teatrali calate per mezzo di funi di acciaio ancorate al soffitto e al pavimento. L'allestimento delle circa 60 opere (delle più di 70 opere in totale considerando quelle esposte nell'altra sede del Museo di Palazzo Lanfranchi) è posto su più binari visivi e fa sì che il visitatore della mostra sia rapito da un affascinante rincorrersi del fronte e del retro delle opere, sospese nello spazio del capannone in un disarmante e sincero svelarsi dei supporti sui quali sono state dipinte: tela, tavola e ferro. Opere di grandi dimensioni e dalla forte intensità emotiva che chiudono l’appassionante esposizione. Una mostra dall'originale allestimento, dunque, capace di fornire al grande pubblico un approccio significativo e ancora più intimo all'affascinante percorso artistico di Mimmo Centonze ispirato al tema dei capannoni.
In allegato:
– Una foto di Mimmo Centonze
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