IL PUNTO di Marco Zacchera n. 484 del 22 marzo 2014

IL PUNTO di Marco Zacchera n. 484 del 22 marzo 2014
SOMMARIO:– I DUBBI SULL’EURO – MANAGER PUBBLICI ? A CASA! – Piemonte: FOLLIE ELETTORALI REGIONALI – MARO’ E VENEZUELA DIMENTICATI – MIRELLA CRISTINA CANDIDATA SINDACO A VERBANIA

NOI, L’EUROPA E L’EURO

Giovedì scorso è stato in tour pre-elettorale nel VCO il nuovo responsabile nazionale della Lega Nord, Matteo Salvini, e durante un incontro pubblico a Verbania si è trattenuto a lungo sul tema dell’Euro. Era la prima volta che l’ascoltavo e mi ha fatto una impressione positiva, molto diversa da come l’immaginavo: niente sbavature demagogiche, concretezza, una appassionata difesa del Nord e più in generale dei ceti produttivi che da un po’ di tempo la Lega sembrava aver dimenticato, forse soffocata dai vari acciacchi e scandali interni.
Quello che mi ha colpito è stata però la sua riflessione sull’Euro che potrà forse non essere integralmente condivisa, ma che porta a una riflessione sui vantaggi e svantaggi di questa nuova moneta che ormai condiziona la vita di tutti.
Una tematica che sembra interessare solo la Lega e FRATELLI d’ITALIA – A.N. con qualche slogan di Grillo a tempo perso.
Ma non mi piacciono le sparate grilline, le urla: il problema è serio e va meditato e studiato a fondo perché vanno trovate soluzioni.
Entrare nell’Euro per l’Italia è stato complessivamente positivo perché ha stabilizzato le finanze, ci ha imposto delle regole, ha sottolineato i nostri limiti e ci ha obbligati a passare da una economia dell’inflazione a quella della stabilità.
Il problema è che parte dell’Europa (non solo l’Italia!) era molto squilibrata rispetto alla “media” centro-continentale ovvero Germania, Francia e Benelux ed allargandosi man mano ha sì portato avanti un positivo discorso europeista, ma non riesce ad affrontare la crisi tanto che lo stesso concetto di “Europa” sta crollando a livello di opinione pubblica, con punte del 68% di cittadini europei insoddisfatti della UE.
Un Euro che ha funzionato come unificante, ma non regge in periodo di crisi anche perché aggrava e non risolve gli squilibri.
Perdono le economie deboli che sono obbligate però a mantenere il regime dei prezzi, dei costi e delle norme comuni, ma non possono agire sulla leva finanziaria per rilanciarsi in tempi di crisi.
Oggi che – diversamente dal 2002 – la crisi “morde” dal punto di vista dell’occupazione, degli investimenti, della concorrenza internazionale i paesi che non possono ricorrere al credito (o lo usano male, a volte per coprire “buchi” di bilancio dello stato o delle proprie banche, ma che però sono comunque obbligati a farlo per rigide norme comunitarie) non possono più competere. Così chi è ricco lo è sempre di più (Germania) e impone le regole, chi è povero va in rovina. Vale per l’Italia ma anche per Grecia, Spagna Portogallo, Irlanda, Cipro, con le nuove nazioni dell’Est che sono sulla nostra stessa strada:
La domanda è se un Euro concepito così ci serva ancora, se dobbiamo passivamente subirlo a queste condizioni oppure se non dobbiamo invece cominciare a chiedere di cambiarne almeno alcuni parametri.
Ricordate quando c’era la lira, tanti anni fa, ed i prezzi di Palermo e del Sud erano sensibilmente inferiori a quelli di Milano? Con l’Euro c’è stato un riallineamento al rialzo incredibile: in Italia, Grecia, Portogallo TUTTI i prezzi si sono riallineati alla media europea, il pane oggi costa a Lisbona come a Berlino, ma un pensionato italiano prende un terzo degli euro tedeschi, così come un insegnante o un dipendente.
L’imprenditore sta anche peggio perché la sua azienda non può più essere competitiva in quanto i costi di acquisto, del lavoro, del denaro ecc. sono addirittura più alti della concorrenza europea e quindi va fuori mercato. La conferma è nei dati: la disoccupazione tedesca è minima, la nostra paurosa. D'altronde una impresa tedesca può ammodernarsi ed investire, riducendo ulteriormente i costi e la nostra no…per regole fissate in Germania!
La politica europea è uscita dalla logica: via i dazi extra UE si importa il riso asiatico e si chiudono le risaie a Vercelli, come le nostre imprese di trasformazione sono distrutte da nazioni dove il costo del lavoro è 10 euro al girono e l’esempio vale per tutti i settori.
Questi effetti sono dovuti proprio anche all’Euro e ad una politica monetaria assurda, non possiamo più nascondercelo.
Il New Deal americano, dopo la grande depressione del ’29, puntò alle infrastrutture e agli investimenti per dare lavoro e far ripartire l’economia. La stessa politica monetaria USA di oggi (dollaro bassissimo contro l’euro) uccide le nostre esortazioni ed ha moltiplicato il deficit federale americano, ma l’economia USA “tira”, noi siamo al blocco del 3% dai vincoli di bilancio!
Non mi piace la demagogia, ma la concretezza: il governo italiano deve assolutamente chiedere delle rinegoziazioni serie dei trattati, altrimenti è interesse nazionale minacciare l’uscita da un sistema monetario impossibile e che non ci permette più di essere competitivi.
Attenzione: anche uscendo dall’Euro ci sarebbero moltissimi problemi, forse ci sarebbero vantaggi nel breve e rischi a medio termine, ma non c’è dubbio che stando così le cose facciamo la fine dei polli di Renzo (non di Matteo, quelli dei Promessi Sposi!)…e ci tirano il collo.
Quello che spaventa è che di queste cose non si parla mai a fondo, si urla anzichè ragionale, non si ascoltano i dubbi che cominciano a circolare anche a livello monetario internazionale e ci sono “tabù” che sembrano intoccabili. Uscire o rinegoziare l’Euro non significa uscire dall’Europa: Gran Bretagna, Svezia, Norvegia, Danimarca ecc. sono nazioni europee ma non usano l’Euro e se la cavano meglio di noi.
Noi italiani tra l’altro abbiamo un grande vantaggio da far pesare sulle trattative: siamo comunque un mercato di 60 milioni di persone che se ricominciassero a comprare italiano, mangiare italiano, fare vacanze in Italia e così via (magari anche tornando a pagare in valuta italiana…) avrebbero tutto da guadagnare e rilancerebbero l’economia e l’occupazione interna. Vogliamo ripartire con questo discorso? Credo proprio che sia necessario.

MANAGER PUBBLICI: TAGLIARE!
Se il signor Moretti, patron delle ferrovie a 850.000 euro l’anno è scontento dello stipendio e teme i tagli vada a casa, si trovi un altro lavoro (se glielo danno) e con lui decine di “top manager” pubblici che secondo me non valgono proprio quello che costano. Si facciano nuovi concorsi per meriti e qualità e – a molto meno . vedrete che spunteranno ottimi e qualificati aspiranti, magari alla fine migliori di lui.
Forse che a Trenitalia Moretti ha risolto il problema del trasporto ferroviario? Chiedetelo a milioni di pendolari, guardate le stazioni abbandonate, i vagoni vetusti, decine di migliaia di dipendenti “scaricati” all’INPS e lo stesso vale per l’ Alitalia e tante partecipate pubbliche. 300.000 euro/annuo bastano ed avanzano, anche perché questa gente è autoreferenziata, si sorride (e si nomina) a vicenda, ma spesso non porta a risultati salvo poi essere riciclata da qualche altra parte…e la paghiamo sempre tutti noi.

CONSIGLIO REGIONALE: SPARISCONO IL VCO E LA DEMOCRAZIA
Certe volte mi chiedo se la “nuova” politica abbia un po’ di testa o meno.
Io sarò una solitaria voce fuori dal coro, ma sembra che nessuno si fosse accorto prima de IL PUNTO della scorsa settimana che il VCO sarà assente dal prossima consiglio regionale, salvo qualcuno inserito nella lista “bloccata” legata al nuovo presidente eletto.
Essendo infatti ora assegnato alla nostra provincia 1 e un solo quoziente è praticamente impossibile che vi sia un eletto, neppure con i “resti”. Piacerebbe capire come si possa in questa situazione esprimere una preferenza ed avere una rappresentanza di genere, in violazione quindi dei principi della stessa legge elettorale regionale.
Eppure anche ora VOLENDO si potrebbe interpretare la legge elettorale in un altro modo: il consiglio infatti non sarà di 50 consiglieri ma di 51, tenuto conto che il presidente è “in più” rispetto al plenum. Quindi basterebbe che nei 10 “bloccati” fosse inserito proprio il presidente e 41 sarebbero così i seggi da distribuire, con nuovamente 2 per il VCO!
Tra l’altro pensate che con la nuova ripartizione il voto di tutti gli elettori del VCO + tutti gli elettori di Novara + tutti gli elettori della provincia di Vercelli + tutti quelli di Biella + tutti gli elettori astigiani ELEGGERANNO COMPLESSIVAMENTE MENO CONSIGLIERI REGIONALI DI QUELLI ”BLOCCATI” ovvero non votati da nessuno, scelti a tavolino ed espressione del singolo partito vincitore
VI SEMBRA CHE QUESTO SIA UN MODO CORRETTO DI ESPRIMERE UN VOTO DEMOCRATICO?
Ma ci rendiamo conto di come ci siamo auto-conciati? E ricordiamoci che questo voto avviene per il volere di tre Magistrati che hanno voluto, scelto, giudicato e sentenziato senza dover render conto a nessuno, annullando la volontà di quasi 4 milioni di persone!

MARO’ E VENEZUELA
Da quando è arrivato Renzi al governo dei due nostri Marò detenuti in India non si parla più, spariti dai monitor. Peraltro non si hanno notizie neanche della nostra Ministro degli Esteri che – a parte gli abiti color salmone – non spicca nelle foto di gruppo. Peccato perché potrebbe dirci cosa stia facendo l’Italia anche in Venezuela dove la situazione è catastrofica nel disinteresse dei nostri media. Guardate questo video e chiedetevi perché non se ne parla nei nostri TG: forse perché a Caracas comanda un regime di sinistra?
Ma alla Farnesina cosa rispondono agli appelli di migliaia di nostri connazionali?

ELEZIONI A VERBANIA: MIRELLA CRISTINA
Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia – A.N. ed Indipendenti per Verbania hanno indicato nell’avv. MIRELLA CRISTINA il candidato a sindaco del centro-destra per le prossime elezioni comunali.
IL COMITATO ELETTORALE HA SEDE IN VIA 25 APRILE n.7 A VERBANIA INTRA
Chiunque volesse collaborare alla campagna elettorale, avanzare proposte per candidature o aiutare nella stesura del programma può contattarmi oppure scrivere a mirellacristina@sindacodiverbania.it
Ricordo che la candidata avv. Mirella Cristina è stata eletta difensore civico a Verbania dal 2001 al 2009. Non più rieleggibile al terzo mandato per statuto comunale, è ora consigliera di parità a livello provinciale (ovvero tutela uomini e donne che subiscono disparità nel mondo del lavoro) e quindi conosce bene i problemi delle persone e della nostra città.

UN SALUTO A TUTTI !

Marco Zacchera

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