Sono passate poche settimane dal varo del Governo Renzi e già certi “problemi” vengono alla ribalta. Come prima; più di prima. Dopo la folata d’ottimismo verbale, anche l’ex Sindaco di Firenze s’è trovato, gioco forza, ad imbattersi con la politica italiana. La solita. Quella che la nuova Legislatura dovrebbe cambiare. Non è che il dinamismo politico sia l’unica via per coinvolgere; poi, ci siamo resi conto che la volontà di uno non necessariamente è in sintonia con quella degli “altri”. Insomma, a decidere, come sempre, saranno i partiti che non necessariamente si trovano a far parte della Maggioranza. Numericamente, questa riflessione non fa una piega; ma contestualmente le differenze già si sono evidenziate ed il meccanismo politico ha rallentato la sua corsa. Ora, il problema non è solo politico e di consensi. Questo Governo resterà al suo posto perché non se ne potrebbero supporre altri alla guida del Paese. Senza la riforma della Legge Elettorale, ogni congettura non ha futuro. Da questo postulato, tentiamo di prendere visione di uno stato di fatto che potrebbe ostacolare il “cambiamento”. Non a caso, chi è fuori della Maggioranza, si fa presente in più occasioni. Anche le meno opportune. Peccato che tutto questo non si possa evitare. Le responsabilità politiche sono macigni che pochi si sentono di”reggere”. Renzi, ottimista congenito, ha ritenuto di portare avanti una su ottica che dovrebbe servire all’Italia per tornare alla ribalta politica più consona ad un Paese UE. Al momento, non importa se ci riuscirà. E’, invece, significavo il tentativo di provarci. Intorno, un Esecutivo che non ci ha convinto da subito, ma che rispettiamo per l’impegno che s’è assunto. L’Italia federativa è solo un’ipotesi. Forse, un sogno impossibile. Certo è che il bicameralismo “perfetto” ha il tempo contato. La strada, ovviamente, non sarà tutto in “piano”. Se si chiarissero i rispettivi ruoli entro l’autunno, anche Renzi potrebbe affrontare il 2015 in un’ottica più promettente. Certo è che, una volta varata la nuova legge elettorale, e le correlate revisioni costituzionali, le elezioni nazionali saranno una logica conseguenza. Non sappiamo, però, se il Parlamento, nella sua globalità, sia veramente intenzionato a favorire quel“cambiamento” di cui sentiamo, prepotentemente, la necessità. Del resto, le alternative all’Esecutivo Renzi non ci sembrano attuabili con l’attuale ripartizione dei ruoli che spettano all’Opposizione ed alla Maggioranza. Insomma, non vediamo possibilità a questo Esecutivo pur con tutte le incoerenze che ne potrebbero limitare l’integrale operatività. Dopo le consultazioni europee di maggio, vedremo se la politica interna italiana sarà nelle condizioni di superare gli “accordi” più imposti, che condivisi. Con Renzi, il Paese è ad un bivio che potrebbe precedere l’attesa “svolta”. Anche senza particolare ottimismo, che non sarebbe per nulla motivato, riteniamo che i prossimi mesi saranno decisivi per questa Legislatura e per il Popolo italiano.
Giorgio Brignola