Perché i nostri "sinistri" criticano la Svizzera ma non il Belgio?

GIAN LUIGI FERRETTI – In Svizzera hanno deciso di contingentare il numero di permessi agli stranieri. Questo il risultato di un referendum popolare che ha stabilito che entro tre anni l'indicazione referendaria debba essere trasformata in un provvedimento legislativo. E tutti, ma proprio tutti, hanno (abbiamo) criticato, condannato, esecrato. I “sinistri” nostrani sono stati particolarmente zelanti nel puntare il dito accusatore contro le forze oscure della destra reazionaria e razzista elvetica. Ci può stare.
Ma c'è qualcuno che può spiegarmi perché invece sta passando sotto silenzio quanto avviene in Belgio, dove vengono di fatto espulsi cittadini dell'Unione Europea perché troppo poveri? E' successo a 2.712 persone nel 2013, 265 delle quali italiane, ma il fenomeno è in grande aumento.
Quando le autorità dimostrano che la persona rappresenta “un onore eccessivo” per il sistema sociale (per esempio, se non ha lavorato per molto tempo e, di contro, usufruisce di aiuti sociali), si emette un’ordinanza di espulsione, che può essere accettata o meno. In caso di resistenza, il Belgio non ricorre certo alla forza: non mette i cittadini su un volo né li priva della loro libertà. Semplicemente gli chiude tutti i canali ufficiali in un Paese dove è essenziale avere un contratto di locazione (o di proprietà) per registrarsi in Comune e poter accedere alla sanità, all'istruzione e tutti i vantaggi che offre territorio.
In questo caso non ho sentito neppure il più flebile lamento da parte dei “compagni”. Anzi qualcuno ha provato a minimizzare sul fatto che in fondo si è trattato solo di 265 italiani. Sì, più o meno quanti furono le vittime nella miniera belga di Marcinelle.
Ci troviamo di fronte alla solita doppia morale dei nostri “progressisti”. Una volta detto tutto il male possibile degli xenofobi razzisti dell'estrema destra svizzera, francamente non se la sentono di parlare male del governo belga del socialista compagno Elio Di Rupo. Sì, proprio lui, l'eroe della sinistra mondiale che nel 1994 si rifiutò di stringere la mano all'allora Vice presidente del Consiglio, Pinuccio Tatarella, da lui ritenuto “fascista”.
/L'ITALIANO/

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