L’incapacita’ del Parlamento

On. Federico Palomba

Intervento di venerdi 31 luglio alla Camera dei Deputati sulla proposta, avanzata dall'ufficio di Presidenza, di sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dopo la sentenza della Cassazione sul caso di Eluana Englaro.

Rammento che l'Italia dei Valori é l'unico gruppo ad avere votato contro, al contrario del Partito Democratico che non ha partecipato al voto pur dopo un intervento che esprimeva contrarietà alla proposta di conflitto.

Intervento:

“Signor Presidente, onorevoli colleghi, non mi sfugge, e non ci sfugge, l'estrema delicatezza del momento che stiamo vivendo. Si tratta di un momento nel quale sembrano intrecciarsi questioni di merito di estrema rilevanza morale, filosofica, etica e civile, quale il rispetto della vita, con considerazioni di carattere istituzionale, che sono ugualmente serie, sia pure sotto un altro versante. La relazione del Vicepresidente Lupi sembrerebbe sgomberare il campo dal rischio di interferenze tra i due aspetti, quello del merito e quello del metodo. Egli stesso ha detto, infatti, che il Parlamento è chiamato a pronunciarsi su una questione istituzionale. A scanso di ogni equivoco voglio, comunque, premettere che tutti i parlamentari dell'Italia dei Valori sono schierati a difesa della vita e del rispetto della vita e che quando sarà il momento non sarà dubbio da che parte noi staremo. Oggi, però, siamo chiamati a discutere di un'altra questione: se sia lecito alla Camera e al Parlamento contestare una decisione della magistratura, della Corte di Cassazione e della Corte di Appello, attraverso un conflitto di attribuzione. Signor Presidente, l'Ufficio di Presidenza avrebbe dovuto rifiutarsi di seguire questa strada, perché così facendo ammette che il Parlamento è gravemente carente su questo aspetto: chiama la Corte costituzionale a pronunciarsi su che cosa? Su un'inesistenza, su un'incapacità del Parlamento ad assolvere il proprio dovere, che è quello di legiferare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Deferiamo alla Corte costituzionale una decisione non su un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato ma sul fatto che la magistratura si sia pronunciata in una sede giurisdizionale, nel pieno rispetto della norma dell'articolo 12 delle preleggi, e sul fatto che vi è un Parlamento che si autodefinisce come Ponzio Pilato, come Don Abbondio, non essendosi ancora pronunciato su un tema di questo genere. Signor Presidente, mi sembra veramente un autogol micidiale, se lo volessimo considerare sotto un termine calcistico, e se ciò non urtasse contro l'estrema delicatezza del problema che stiamo affrontando. Veda Presidente, se uno studente avesse detto che questa sentenza della Corte di Cassazione – sul merito della quale non vogliamo entrare – invade la sfera di altri poteri dello Stato, noi l'avremmo bocciato. Non esiste, Presidente, una sentenza di non liquet, soprattutto quando si tratta di decidere sui diritti, non esiste – lo ripeto – e la giurisdizione ha l'obbligo di rispondere. Lo afferma con estrema chiarezza l'ultima parte dell'articolo 12 delle preleggi: se vi sono disposizioni specifiche le si applicano, se queste non vi sono si fa riferimento a casi analoghi (attraverso un procedimento analogico), se non vi sono neanche tali casi si fa riferimento ai principi generali dell'ordinamento giuridico ed a questo ha fatto riferimento la Corte di Cassazione. Noi speriamo ancora che vi siano dei rimedi endoprocedimentali perché poi la decisione possa avere un esito diverso. Non entriamo nel merito di questo aspetto, stiamo discutendo su un altro punto, cioè sul fatto che il Parlamento sta dicendo alla Corte costituzionale di eliminare e di togliere di mezzo una sentenza soltanto perché esso non è stato capace di decidere sullo stesso argomento. Noi non ci sentiamo di essere complici di una decisione di questo genere e di una ammissione di questo genere, cioè di un'ammissione d'impotenza e d'incapacità del Parlamento. D'altra parte pensiamo che ogni corte giurisdizionale chiamata a decidere su un conflitto abbia il dovere di rispondere. La Corte di Cassazione ha risposto secondo alcuni criteri che essa ha ritenuto validi. Se noi riteniamo che criteri diversi debbano essere indicati lo dobbiamo dire con chiarezza, assumendoci – ciascuno di noi – le proprie responsabilità su un tema delicato di questo genere, e non dobbiamo invece utilizzare e strumentalizzare sentimenti quali quelli al diritto alla vita, la compassione e la partecipazione che tutti abbiamo al destino di Eluana. Noi, Presidente, non intendiamo prestarci a questo e perciò esprimeremo un chiaro e netto voto contrario (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)”.

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