Con il termine “barbonismo” si intende quella categoria di persone che vivono ai margini della società civile. Il loro habitat naturale è la strada perché loro, gli homeless, come li chiamano gli inglesi, sono senza casa.
Le difficoltà economiche, lo sfaldamento dei rapporti familiari, il disagio psico-fisico sono alcune delle cause che hanno fatto scivolare alcuni italiani e stranieri che vivono nel nostro Paese verso il gradino più basso della scala sociale. Per lo più le stesse cause sono alla base dell’insorgenza di un’altra patologia sociale che colpisce principalmente le persone anziane e che è conosciuta con il nome di “barbonismo domestico”. Questo tipo di malessere sociale, sebbene ancora circoscritto, è in crescita, come dimostra un recente studio condotto nella città di Roma che ha registrato un progressivo aumento, negli ultimi anni, del numero delle persone che vivono in uno stato di abbandono igienico-sanitario ed esistenziale.
Dei clochard i barboni domestici condividono lo stile di vita ma non la strada, perché loro una casa ce l’hanno. Ma nonostante la casa, che dovrebbe rappresentare una protezione, le condizioni di degrado nelle quali vivono sono tali da rasentare la vita di strada. Anzi, nei casi più gravi, le abitazioni di questi clochard casalinghi si sono trasformate in vere e proprie discariche nelle quali l’assenza di condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza (per la presenza di macchine del gas o di animali) hanno reso necessario, a seguito delle segnalazioni dei vicini di casa, l’intervento delle forze dell’ordine. Di fronte a questa sofferenza sociale, i comuni, attraverso i loro Dipartimenti alle politiche sociali, hanno approntato una serie di interventi per migliorare la qualità della vita di questi anziani, spesso soli. Sulla base della gravità del bisogno, individuato con il supporto del medico di famiglia, gli operatori sociali insieme anche alle associazioni del volontariato, molto attive nell’ambito delle politiche socio-assistenziali, hanno messo in campo una serie di soluzioni di tipo domiciliare, di monitoraggio telefonico, di ricoveri temporanei e in alcuni casi di ripulitura degli appartamenti con l’aiuto delle municipalizzate della nettezza urbana o di ditte private.
Questi interventi attivati dalle istituzioni territoriali perseguono, dunque, l’obiettivo di contrastare il fenomeno del barbonismo domestico con l’ausilio di politiche di sostegno e di recupero mirate al reinserimento sociale di quelle persone, estremamente fragili e vulnerabili, affette da tale patologia.