Brevi accenni storici
Il “senatur “ in una nuova fuori uscita alla grande si paragona al condottiero Alberto da Giussano un personaggio piu’ leggendario che reale.
Il Da Giussano nato secondo la leggenda nel XII secolo, appare per la prima volta nella cronaca storica della città di Milano scritta per sentito dire dal frate domenicano Galvano Fiamma nella prima metà del XIV secolo. Venne descritto come il cavaliere che si distinse insieme ai due fratelli nella battaglia di Legnano del 29 maggio 1176 per aver guidato la Compagnia della Morte. Secondo Galvano Fiamma, egli fondò, organizzò ed equipaggiò la Compagnia della Morte descritta come un'associazione militare di 900 giovani cavalieri scelti con il compito di difendere fino alla morte il carroccio, simbolo della Lega Lombarda, contro l'esercito imperiale di Federico I Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero. Nell'immaginario collettivo, soprratutto quello padano egli rimane comunque un simbolo della libertà dei popoli oppressi dal potere centrale. Alcuni storici ritengono tuttavia la sua figura poco attendibile in quanto “troppo romanzata ed idealizzante”.
Oggi Bossi ancora una volta incita alla “ lotta armata “, affermando: “Il Barbarossa di oggi è l'Italia centralista, e il nuovo Alberto da Giussano, sono io”. E continua :” E la liberta' oggi se e' necessario la si conquista anche con la forza. Meglio morire che vivere come schiavi”. Ma non era il grido simile a quello con cui Masaniello sollevò il popolo 7 al 16 luglio 1647: “ Viva il re di Spagna, mora il malgoverno “ Non e’ la prima volta che il leader del Carroccio si lascia indebitamente a questi tipo di grida…
Adesso proviamo ad immaginare cosa succederebbe, se il fedalismo fiscale unico obbiettivo cui il senatur mira, venisse bocciato ancora una volta dal popolo italiano, e dovesse virtualmente armare i suoi giovani condottieri ?
La leggenda narra che il Da Giussano e i suoi condottieri della Morte ebbero’ la meglio su Barbarossa il Barbaro. Mentre il suo omonimo ( o quasi ) dal 7 al 16 luglio 1647, incito’ la popolazione civile della città napoletana ad insorgere contro la pressione fiscale imposta dal governo vicereale spagnolo al grido ( una frase che assomiglia a molte promunciate da Bossi nella sua lunga cariera da conduttiero ) di : “ Viva il re di Spagna, mora il malgoverno Tutti conociamo la fine che fece Masaniello ! Dopo dieci giorni di rivolta che costrinsero gli spagnoli ad accettare le rivendicazioni popolari, a causa di un comportamento sempre più dispotico e stravagante, fu accusato di pazzia, tradito da una parte degli stessi rivoltosi, ed assassinato all'età di ventisette anni