Sul fronte “Rappresentatività”delle Comunità italiane nei Paesi ospiti qualcosa, finalmente, sembra muoversi. Partendo dalla “coda”, non è detto che non s’arrivi alla “testa”di un sistema elettorale nato con la Legge 459/2001. Ciò premesso, è assai probabile che l’elezione dei Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) dovrebbe tenersi entro l’anno prossimo. Lo prevede, espressamente, la Legge 118/2012. Però, se le novità fossero state solo quelle riportate, non ci saremmo scomodati a scrivere alcune nostre riflessioni che, invece, potranno avere una loro valenza proprio per certi aspetti correlati alla normativa che abbiamo riportato. L’ultima elezione dei Com.It.Es., col sistema per corrispondenza, è avvenuta nel 2004. Da allora, i membri dei Comitati sono rimasti sempre gli stessi. Il mandato, scaduto nel 2009, è stato rinviato al 2010, poi al 2012. Ora, in modo definitivo, al 2014. Premesso che le elezioni dei Comitati sono sempre costata milioni d’Euro, la percentuale dei votanti, pur se per posta, è rimasta bassa in modo preoccupante. Nel 2002 non s’è arrivati neppure al 34% degli aventi diritto. Non è nostro compito analizzarne i motivi, ma sulla realtà delle percentuali desideriamo tener conto. Col disposto della nuova Normativa, intanto, s’andrà a risparmiare sul meccanismo di voto e dovendo gli elettori recarsi alle”urne”, nelle strutture che il MAE andrà a focalizzare, si potrà verificare quanto sarà, veramente, tenuta in considerazione una rappresentanza di base tanto importante per eleggere, poi, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE). A questo punto, non ci sono scuse che tengono. Chi non vota non potrà essere giustificato. Almeno nel senso più concreto del termine. Infatti, la Legge 118/2012 prevede anche la possibilità di un voto “remoto”. In parole più semplici, si potrà continuare a votare anche da casa, ma tramite il computer. Quindi, voto elettronico. Sistema che, da tempo, abbiamo indicato come il migliore per evitare contrattempi della più varia natura. A più di un anno dall’attuazione effettiva del progetto, non è mancata la solita levata di scudo. Le novità, pur se marginali, fanno paura. Le scuse sono parecchie. Dalla “lontananza” dei seggi dagli elettori o dalla difficoltà d’utilizzare il computer da parte dei Connazionali non proprio di “primo pelo”. Senza dimenticare che siamo nel Nuovo Millennio, tutto si può apprendere e non è detto che i seggi non “virtuali”siano, poi, così lontani dalla residenza degli aventi diritto. C’è, anche da considerare, il risparmio economico da parte dello Stato italiano. Con i tempi che corrono, è un fatto che non può essere sottovalutato. Se, poi, c’è chi teme che lo stesso meccanismo sia esteso alle prossime consultazioni elettorali politiche, lo espliciti. Anche per farci sapere i motivi di una possibile apprensione.
Giorgio Brignola