Qualche pseudo sindacalista nei giorni scorsi ha sferrato ogni possibile tentativo rivolto a svuotare l’autentica ragione sociale che oggi caratterizza la nuova vita di Ferrovie della Calabria.
Ebbene, quegli stessi pseudo sindacalisti furono i corresponsabili del declino dell’azienda, in quanto, anziché adottare un atteggiamento realmente paterno nei confronti dei lavoratori, attraverso la promozione di una costante azione di controllo e di vigilanza sull’operato delle trascorse dirigenze di Ferrovie della Calabria, divennero gli “amici dei padroni”, tradendo le maestranze e le proprie famiglie.
Oggi, invece, l’azienda, per la prima volta nella sua storia, possiede, grazie al Suo neo Presidente Giuseppe Pedà una paternità certa ed indiscussa.
E’ quanto si legge in una nota diffusa dal coordinamento regionale dell’Associazione Bene Comune.
Una presidenza, quella di Pedà, che continua incessantemente a dare segnali che non possono non essere interpretati come manifestazioni straordinarie della vita dell’azienda, quali, da ultimo, il subentro in Ferrovie della Calabria di 49 dipendenti licenziati dalla Fersav grazie ad un’azione coordinata tra il Governo regionale ed il Presidente Pedà, e le incisive pressioni esercitate sulla Ferloc da parte dello stesso Presidente Pedà e sfociate nella felice conclusione della vertenza relativa a quattro lavoratori a rischio licenziamento.
Si tratta – conclude la nota – di gesti che, concepiti per lo sviluppo e la salvaguardia del patrimonio umano di Ferrovie della Calabria, testimoniano che l’azienda “ha cambiato pelle”, oltre a dare slancio e vitalità alla sua gestione, tramutandola in una “fonte di sicurezza sociale”.
