Alla soglia dell’inverno 2013, proponiamo a chi ci legge una panoramica, il più possibile “asettica”, di 56 anni di vita nazionale spicciola. In tal modo, ne siamo certi, sarà possibile comprendere, anche se non giustificare, la nostra attuale realtà quotidiana. Correva l’anno 1957. L’Italia d’allora era un Paese ancora povero ma dignitoso. Il secondo conflitto mondiale s’era concluso dodici anni prima e molto restare ancora da fare nel Bel Paese. Era la Penisola della Presidenza Gronchi e della DC (Democrazia Cristiana) al governo; si viveva l’Italia post enaudiana con una Lira eletta moneta più stabile d’Europa. La stabilità politica era meno problematica e l’inflazione, almeno come la intendiamo oggi, non esisteva (+0,2% rispetto al 1956). Un operaio specializzato aveva un salario di circa Lit. 45.000 mensili, un insegnante di liceo non superava Lit. 70.000. Un funzionario direttivo statale arrivava a Lit.130.000, ma anche oltre. Il prezzo di un alloggio in medio/centro ( di 70 metri quadrati) era venduto su una media di sette milioni. In affitto, lo stesso alloggio non superava le Lit. 20.000 mensili, più le spese d’ordinaria amministrazione. Il resto, costava di conseguenza. Il pane bianco marcava Lit. 110 il chilo, un litro di latte Lit. 80, un chilo di polpa di manzo Lit.1100, un quotidiano Lit. 30, un gettone telefonico Lit. 25. Un viaggio, in terza classe, Milano/Roma quotava Lit. 2500. Il Dollaro USA valeva Lit. 600 e la “500”, storica autovettura italiana, era offerta, su strada, a Lit.513.000. Le autovetture private circolanti erano 1.330.000 e con Lit. 50.000, una famiglia di quattro persone poteva permettersi quindici giorni di “ferie” sui lidi dell’adriatico. A 56 anni di distanza, la lira non esiste più e l’Euro s'è diffuso in Europa. Cos’è cambiato, allora, nella nostra economia? Siamo più poveri o più ricchi? L’interrogativo, come vedremo, riserva amare sorprese. Ora in Italia circolano circa 28.500.000 autovetture. Una Lira del 1957 (fatta l’opportuna conversione Lira/Euro e l’apprezzamento) ora varrebbe circa Euro 2,07. Un appartamento, con le caratteristiche d’allora, non costa meno d’Euro 140.000. Un operai specializzato, quando ancora lavora, non supera Euro 1300 mensili. Un affitto, nonostante la crisi, è offerto a Euro 450 mensili (mq.70), più spese d’amministrazione. Il pane comune si paga Euro 3,50 il chilo, un litro di latte Euro 1,50. Un chilo di manzo Euro 8,5. Una vacanza, ma di una sola settimana, si paga almeno Euro 700 ( 4 persone, spese di trasporto escluse). Un’autovettura s’acquista a non meno d’Euro 8000 (salvo, poi, riuscire a “mantenerla”). Allora, stiamo meglio o peggio che nel 1957? Peggio; e per diversi motivi. Perché, pur con cambio della moneta, la vita costa assai più cara oggi che in allora. Applicando il coefficiente d’adeguamento Lira/Euro, e tenuto conto della dinamica monetaria, i numeri danno ragione a questa nostra affermazione. In 57 anni, il costo della vita s’è incrementato del 38% ( valore medio), mentre le retribuzioni e le pensioni hanno subito un “aggiornamento” mai superiore al 12%. Quindi, circa 1/3 della dinamica correlata al potere d’acquisto di cui possiamo disporre. Insomma, resta evidente che si stava meglio, quando ci si lamentava di stare peggio. A parer nostro, non è cambiata l’Italia; sono cambiati, per necessità, gli italiani. Giorgio Brignola