NUOVI NON SCONOSCIUTI

I messaggi che riceviamo dai Connazionali all’estero, ci fanno sentire più vicino ai temi che interessano gli italiani d’oltre confine. Proprio per il profondo legame che, da oltre mezzo secolo, ha favorito un franco dialogo con la nostra Comunità di là dalla frontiera, non ci siamo estraniati neppure sotto il profilo della loro rappresentatività socio/politica in Patria. Sarebbe stato come trascurare uno degli aspetti più complessi di questo Nuovo Millennio. Ora è il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) che ha bisogno d’evolversi e, nel frattempo, anche i Com.It.Es.( Comitati degli Italiani all’Estero) dovrebbero essere potenziati; ampliando anche le loro competenze. In buona sintesi, siamo per nuove oggettività. Per una differente valutazione della realtà italiana all’estero; con tutto quello che se ne può acquisire. Di conseguenza, preferiamo puntare su uomini “nuovi” sul fronte politico, ma per nulla “sconosciuti”. I partiti nazionali, per una serie di motivi interni e di sopravvivenza, non hanno mai mostrato concreto interesse alle questioni di chi vive all’estero. Con gli anni, non solo è “invecchiata” la Legge 459/2001 (diritto di voto politico e referendario dall’estero), ma lo sono anche gli organismi rappresentativi che già erano presenti prima di quel fine anno del 2001, quando era riconosciuto un diritto per troppo tempo disatteso. Con l’assicurazione, però, che sarebbe migliorato col tempo. Per affrontare i tempi ”nuovi”, che s’affacciano nel Vecchio Continente e nel Mondo, anche per il CGIE ed i Com.It.Es. s’è sentita a necessità di modificare “registro”. Per i Comitati degli Italiani all’Estero (Com.It.Es.) chiediamo maggiore potenziamento in loco. Per il CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero), saremmo per un nome nuovo ed un diverso organigramma del quale abbiamo già fornito ampia delucidazione. Ci riferiamo all’Ufficio per le Politiche Sociali degli Italiani nel Mondo (UPSIM) che ci vede impegnati, a livello di base, in un dialogo costruttivo e più consono ai tempi che ci sono prospettati dentro e fuori i confini nazionali. Col prossimo anno, tenteremo d’essere ancor più propositivi. Gli italiani nel mondo intendono contare di più anche in Patria e noi siamo con loro. Accennando che non è più concepibile solo “aspettare”. Ora c’è da dimostrare che certe posizioni superate possono essere innovate. Senza troppe incognite, ma effettivamente rinnovate.

Giorgio Brignola

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