di Marika Demaria
rollandinAosta, 26 luglio, aula del consiglio regionale. La pausa pranzo della terza giornata consecutiva di lavori del consesso viene scossa dalla notizia che il presidente della Regione Augusto Rollandin è stato rinviato a giudizio. Le accuse: abuso d’ufficio e turbativa d’asta, così come preannunciato dall’avviso di garanzia che l’aveva raggiunto poco più di un mese fa, il 17 giugno, nell’ambito dell’indagine “Usque Tandem”, nata dalla precedente inchiesta “Tempus Venit”. Quest’ultima, lo ricordiamo, si è conclusa con una sentenza di primo grado emessa il 30 gennaio 2013 a carico di quattro persone – Luigi Facchinieri, Roberto Raffa, Giuseppe Chemi e Michel Raso – accusate di tentata estorsione con finalità mafiose. Ad essi si aggiungono i tre fratelli (imprenditori edili) Tropiano – Salvatore, Romeo e Giuseppe – rei di essere stati raggiunti da minacce estorsive e di essersi rivolti alla ‘ndrangheta. Per questo sono stati accusati di favoreggiamento.
Il nome di Giuseppe Tropiano lo ritroviamo anche nell’inchiesta che coinvolge il presidente della Regione Valle d’Aosta che, come da statuto, svolge anche funzioni di prefetto. Oltre a loro, sono state rinviate a giudizio altre cinque persone. L’accusa di abuso d’ufficio aggravato è relativa ai lavori e all’acquisizione del parcheggio pluripiano da parte dell’amministrazione regionale attraverso un contratto di acquisto di cosa futura da un privato, la società “St-Bernard Srl” con a capo Tropiano. Inoltre, la Regione ha affidato lavori per un milione e trecento mila euro nper la realizzazione di un tunnel sotteraneo che collega il parcheggio pluripiano (oggetto dell’acquisto di cosa futura, per un ammontare di 16 milioni e 900 mila euro) all’ospedale regionale, in via di ristrutturazione.
La seduta del consiglio regionale ieri è ripresa intorno alle 15.30. Della notizia del rinvio a giudizio del presidente Rollandin si è parlato su impulso di Patrizia Morelli, del partito di opposizione Alpe, la quale ha chiesto una mozione d’ordine affinché il presidente della giunta relazionasse su quanto appreso. Lapidaria la risposta: «L’ho saputo anche io, come voi, dalle agenzie. È fisiologico che l’avviso di garanzia sfoci in rinvio a giudizio. Comunque io parlerò nelle sedi opportune della mia posizione e rispondo solo dei reati di abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Sono estraneo ad altri fatti». Impedita la discussione «poiché la vostra richiesta non è inserita all’ordine del giorno», ha precisato il presidente del Consiglio Emily Rini, si è tornati sull’argomento nel tardo pomeriggio, quando si è affrontata la mozione, presentata dalla minoranza compatta, relativa all’istituzione di un osservatorio permanente sulle mafie in Valle d’Aosta, che faccia capo alla presidenza del Consiglio e non della Regione.
Le varie forze politiche di opposizione hanno sottolineato come questa richiesta sia una necessità sollecitata anche dal presidente della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Pisanu quando aveva incontrato, nell’ottobre 2012, una delegazione della commissione regionale antimafia. Quest’ultima ha lavorato audendo diverse personalità – istituzionali, politiche, impegnate nella lotta alla criminalità organizzata a vario titolo e a vari livelli – da marzo ad ottobre dello scorso anno, presentando una relazione conclusiva a gennaio. Il consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione; toccherà alla prima commissione consigliare specificare le modalità di istituzione dell’osservatorio. Tuttavia, alcune suggestioni sono arrivate proprio dai banchi della minoranza. Stefano Ferrero, del Movimento Cinque Stelle, ha dichiarato: «Forse per molti di voi è normale avere un presidente della giunta prima indagato e ora rinviato a giudizio (in una precedente seduta del consiglio regionale lo stesso politico aveva ricordato le vicende giudiziarie, e relative condanne, di Augusto Rollandin), che peraltro è anche prefetto, forse per voi è normale che la politica si interfacci a vari livelli con persone legate alla ‘ndrangheta. Per noi della minoranza tutto questo non è normale ed è bene che l’osservatorio tenga conto di questi aspetti». Alberto Bertin (Alpe) ha ricordato che, in vista dell’insediamento della nuova giunta, si era chiesto a Rollandin di fare un passo indietro in attesa degli sviluppi delle indagini e ha ribadito che l’osservatorio non dovrà essere solo politico come fu la commissione regionale antimafia. Infine, Laurent Viérin, dell’Uvp, altro partito di opposizione, ha bacchettato il presidente della Regione: «Non è affatto fisiologico che si arrivi al rinvio a giudizio dopo un avviso di garanzia. Esiste anche l’archiviazione. Facciamo in modo che questo osservatorio metta davvero in risalto le infiltrazioni del mondo criminale nel mondo politico».