SOMMARIO: DUE PAROLE SU “IL PUNTO” – PROCESSO AL CAVALIERE – DAL BIPARTISMO AL BIPOLARISMO – PROVINCE E RISPARMI
AI LETTORI
Ho perso i primi numeri de IL PUNTO in qualche trasferimento di dati e quindi non ho una data precisa del “numero 1” ma devono essere circa dieci anni che IL PUNTO raggiunge più o meno ogni settimana un sempre crescente numero di lettori con i quali spesso si è avviato un confronto ed un dibattito che spero sia utile per tutti gli interessati. Per motivi tecnici sconosciuti spesso perdo degli indirizzi dell’elenco e per questo ricordo sempre che se non riceveste più in futuro queste note (e salvo qualche mia diretta comunicazione) ricontattatemi via mail per un vostro reinserimento.
La domanda che mi pongo è se queste news piacciano o meno, come eventualmente dovrebbero essere proposte o riproposte, se vi siano altri indirizzi di persone a vostra conoscenza da raggiungere (oggi IL PUNTO arriva a circa 15.000 indirizzi). Visto il momento politico e tenuto conto che non ho più responsabilità dirette a livello elettivo a volte mi chiedo anche se abbia senso andare avanti e non faccia la scontata figura del grillo parlante. A me piace scrivere, ma per rendere anche più interessante la newsletter chiedo allora COLLABORAZIONE ai lettori sia – appunto – sotto forma di consigli che di verifica-indirizzi: potete indicarmi altre persone con le quali siete in contatto e che possano essere interessate? Far diventare IL PUNTO un piccolo esempio di approfondimento, documentazione e fonte di dibattito potrebbe essere non solo utile ma anche simpatico, soprattutto perché credo che il PDL sia in liquidazione, rinascerà forse “Forza Italia” e quindi anche qualche altra forma di aggregazione a destra. Insomma: cerco idee e nuovi lettori. GRAZIE A CHI VORRA’ DARMI UNA MANO, MI TROVATE SEMPRE SU marco.zacchera@libero.it .
Marco
BERLUSCONI CONDANNATO
Ho aspettato la sentenza in Cassazione su Berlusconi per spedire IL PUNTO ed ho ascoltato e letto i commenti per la sua condanna definitiva. “La legge è uguale per tutti!” Gioiva qualcuno per la avvenuta condanna e se condivido che le sentenze vanno rispettate mi permetto solo di sottolineare che la Legge sarà uguale per tutti quando per ciascun cittadino ci sarà una condanna ad ottobre in tribunale, un appello che si conclude in primavera e una sentenza definitiva in Cassazione nel luglio successivo ovvero tre gradi di giudizio in 9 mesi con una celerità mai vista.
Lo stesso quando ci saranno indagini così approfondite su tante imprese italiane che operano con l’estero e che presumibilmente hanno movimenti finanziari da approfondire, a cominciare da marchi internazionali “Made In Italy” di proprietà di noti esponenti della sinistra italiana per i quali non risultano essere mai state avviate indagini sulle loro transazioni c/ estero. Infine la Legge sarà uguale per tutti quando i Magistrati di Milano avranno dimostrato lo stesso metro di giudizio e la stessa disponibilità e volontà ad indagare verso migliaia di altre indagini che si concludono regolarmente nella prescrizione o nelle archiviazioni per imputati rimasti ignoti anche perché i riflettori, le risorse e il personale per anni vengono destinati alle indagini a carico di Berlusconi, Mediaset e la galassia di aziende che ci gravita intorno.
Fino ad allora penso che il Cavaliere ne abbia probabilmente combinate tante, che troppe volte abbia dimenticato che un Presidente del Consiglio resta tale anche nel privato, ma che contro di lui si sia applicato – almeno alcune volte – un metro di giudizio più severo del solito per motivi prettamente politici da una parte della Magistratura che – purtroppo – è decisamente troppo politicizzata perdendo così il suo ruolo di garanzia per tutti i cittadini.
DAL BIPARTITISMO AL BIPOLARISMO
Ad poche ore dal verdetto su Berlusconi pare proprio che il PDL si ritrasformi in “Forza Italia” e a questo punto si crea fatalmente uno spazio politico aggregante per chi non volesse ritornare alla “casa madre” berlusconiana. Visto quello che succede a sinistra sembra che il sistema politico italiano stia rinunciando al “bipartitismo” per confermare invece il “bipolarismo”£ ovvero aggregazioni diverse tra più partiti di schieramento, ciascuno dei quali capace di intercettare il consenso di singole quote di elettorato. Nel bene e nel male è una situazione già vista e che si voleva superare ad evitare che una forza minore “ricattasse” come in passato la sua stessa maggioranza, ma che nel perpetuo pendolo su quale sia il miglior sistema elettorale (che non c’è, o almeno è sempre opinabile) sembra rispecchiare meglio l’attuale anima politica dell’elettorato.
Può essere l’occasione buona per verificare se ci sia ancora la possibilità di mettere insieme qualcosa di quello che fu Alleanza Nazionale anche se comunque non sarà facile, tenuto anche conto delle diverse sigle e gruppi (da “la Destra” a “Fratelli d’Italia”, dal FLI a chi è rimasto nel PDL) nati dalla progressiva diaspora di quello che fu il movimento nato a Fiuggi nel ’95. Occorrerebbe prima di tutto la volontà di camminare insieme, di non pretendere primogeniture, di ritrovare soprattutto valori programmatici e di riferimento precisi non pensando solo ad una lista elettorale. C’è infatti – facilitante – l’occasione di pensare a una lista unica in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo (serve il 4% come soglia di sbarramento), ma con il rischio che il tutto sia visto solo nell’ottica di sistemare qualche ex colonnello rimasto disoccupato e allora l’impegno servirebbe a poco. Credo che tutti quelli che pensano che in Italia ci sia spazio per una destra moderata e seria debbano comunque fare una riflessione cominciando con il far funzionare quello che c’è già, ovvero la “Fondazione Alleanza Nazionale” che è anche un prezioso salvadanaio comune da non dissipare, ma che purtroppo è bloccata da liti legali e polemiche incrociate. Di qui un appello alle persone di buona volontà perché abbiano il coraggio di superare vicendevolmente gli steccati e di guardare alle cose che possano unire piuttosto che a quelle (soprattutto le passate liti personali) che possano dividere.
PROVINCE: RISPARMI COME ?
Ennesimo decreto non più per “sciogliere” ma svuotare” le province. Si annunciano ben 2 miliardi di risparmio, ovvero la metà delle entrate dell’IMU prima casa, tanto per fare un paragone. Curioso che però nessuno spieghi chiaramente come saltino fuori questi 2 miliardi visto che i dipendenti saranno forse trasferiti ad altri enti ma resteranno, le scuole dovrà pur farle funzionare qualcuno e quindi resteranno i mutui da pagare e i loro costi di gestione, così come gli investimenti per le strade altrimenti in poco tempo saranno a pezzi. Ma allora questo risparmio, dov’è? Nei soli stipendi di presidenti e assessori? Ma sono trascurabili briciole sul totale, pura demagogia e al di là dell’effetto-annuncio nulla cambierà se non bloccare i servizi soprattutto nelle aree più periferiche del paese. Ma in questo strano paese – anziché prendersela con le “piccole” e deboli province – non c’è nessuno che abbia il coraggio di affrontare seriamente il problema dei problemi ovvero i costi e le funzioni delle Regioni (soprattutto quelle a statuto speciale) in 40 anni sono nate e cresciute a dismisura e dove sta davvero il grosso dello spreco?
Un saluto a tutti, buone vacanze a chi le fa!
MARCO ZACCHERA