“Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perche' sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell'uomo saranno i suoi famigliari.”
Se oggi un qualsiasi cittadino pronunciasse o scrivesse queste parole, cosa pensiate pensino i politici e i politicanti? La prima cosa che salta loro in mente e’ quella di abbassare i toni, onde evitare “dissensi” tra il popolo, perche’ potrebbe istigare o influenzare alla violenza persone, gia’ prediposte pscologicamente . Detto questo, nemmeno in tempi meno sospetti nessun “dissenso dialettico” influenzava le menti, ma e’ l’ individuo predisposto stesso che potrebbe influensarsi, al cospetto di frase anche come:” Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”.
Adesso io sono per natura un pacifista e le querelle le tratto con la dialettica e argomentazioni, ma non bisogna fare di un caso isolato, un preteso per generalizzare e farne un caso politico. Quando un persona spara per uccidere non e’ un atto che entra nella normalita’. Mai abbinare pscologia e politica, attribuire il caso Luigi Preiti ( l’ “attentatore” che non potendo sparare sui politici spare su coloro che li proteggono, i carabinieri) al dissenso dialettico o all’ antipolitica a cui in , tutti siamo abituati da decenni. Il problema e le colpe non sono dei politici in generale , ma di chi governa (o ha governato male) non dando risposte e soluzione pragmatiche alle esigenze socio/economiche del Paese , che spesso causa disperazione fra gli individui ed episodi isolati di violenza ed autoviolenza.
Carlo Zaga