Quando si scrive d’italiani oltre frontiera non ci sono distinguo da fare. La cittadinanza fa titolo a se. E’ incontestabile. Però, almeno in certe situazioni, politiche comprese, anche il loro numero può essere forza importante. I nostri dati sono recenti ed assai affidabili. Li abbiamo rilevati da una relazione dalla Fondazione Migrantes. Bene. I Connazionali nel mondo sono 4.208.977 (come anche da risultato AIRE). I maggiorenni, quindi con diritto di voto, sono 3.400.000. Questa consistente umanità è variamente distribuita nel mondo. Le Comunità più numerose si trovano nel Vecchio Continente. Al primo posto, c’è la Germania con 639.283 italiani, segue la Svizzera con 546.613 Connazionali, poi la Francia con 366.170 conterranei. Il resto è sparso in tutto il globo. Il numero maggiore d’italiani nel Nuovo Mondo è in Argentina con una concentrazione di 664.387 Connazionali. Col tempo, le regioni italiane più interessate al fenomeno migratorio ( dal 1920 in avanti) sono state la Sicilia, la Campania, la Lombardia ed il Veneto. Un esame più approfondito ha rilevato che gli espatriati originari sono stati il 54% e gli italiani per nascita all’estero rappresentano il 38,3% del totale; solo il 7,7% è cittadino italiano per matrimonio o altro. Andiamo, ora, a verificare l’andamento percentuale in occasione delle recenti elezioni politiche. Secondo il Ministero dell’Interno, le schede elettorali restituite sono state 1.088.000 che, a conti fatti, corrispondono al 32% del potenziale nucleo elettorale dall’estero. Se si considera che in Patria la percentuale dei votanti è stata del 75%, si può evidenziare, con certezza, lo scarso interesse che i Connazionali nel mondo hanno, ancora una volta, evidenziato nella loro manifestazione di voto. Mettiamoci pure i contrattempi, i disguidi e tutto quello che ne può seguire; resta che la percentuale dei votanti è rimasta, come per il passato, patologica. A questo punto, crediamo che, anche cambiando il meccanismo di voto politico e referendario, direttamente dai Paesi ospiti, il risultato finale non cambierebbe. Per dare “forza” ai numeri elettorali, sempre a parer nostro, si dovrebbe cancellare la Circoscrizione Estero ed estendere il voto degli italiani, ovunque residenti, alle Circoscrizioni italiane; con consenso elettronico. Ovviamente ciò andrebbe a modificare anche il sistema di voto in generale. Benissimo. C’è da sollecitare il nuovo Parlamento, e quello se sarà il rinnovato Potere Esecutivo, a proporre, senza compiacenti indugi, una Legge Elettorale che aggiorni i meccanismi di delega che, tanto per far mente locale, avevamo soprannominato “universali”.
Giorgio Brignola