A Bologna lo sciopero selvaggio degli autisti dei bus ha mandato in tilt la città , il commento della Cinti

La responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna:” E' pur vero che vanno se non altro accettate e comprese le posizioni di quanti hanno risposto in maniera più dura alla scelta di una siffatta tipologia di sciopero, improvvisata e totale, poichè un reale danno è stato creato a quanti sono stati momentaneamente privati di un diritto, trovandosi nella condizione di non poter giungere sul posto di lavoro o a scuola e quindi di esercitare un preciso dovere. Le modalità della protesta andavano pertanto valutate con più attenzione evitando di sfociare nell' illegalità, preservando nel contempo il legittimo diritto a manifestare un disagio, ma anche, necessariamente, le ragioni di tutti i normali cittadini estranei alla questione”.

Bologna, 15 marzo 2013 – Ieri mattina i bolognesi si son svegliati pensando di salire su uno dei bus Tper di cui normalmente usufruiscono per andare al lavoro o a scuola, e invece sin dalle prime ore si son ritrovati alle fermate ad attendere un mezzo che non sarebbe mai passato. Come se non bastasse pioveva a dirotto. Volti che si scrutavano l' un l' altro con aria interrogativa e molte persone alla fine costrette a far ritorno a casa, ad andare a piedi o a chiamare un taxi, con evidenti ritardi per tutti sulla tabella di marcia.
Il ministro Cancellieri ha parlato di “fatto grave”, mentre l' assessore alla Mobilità del Comune di Bologna Andrea Colombo, ha sottolineato la “ferma condanna” di Palazzo D' Accursio, dichiarando che “nessuna rivendicazione, a prescindere dalla sua fondatezza o meno, nessuna dinamica sindacale, niente di tutto questo può giustificare azioni del genere, che mettono sotto scacco una città incolpevole”. C'è chi solidarizza con gli autisti e chi chiede le dimissioni dei dirigenti dell' azienda al centro della vicenda. Il fatto è che non sono state garantite neppure le fasce minime di servizio, e ciò ha avuto immediate conseguenze sui cittadini, impossibilitati a trovare entro tempi accettabili soluzioni alternative. Nel corso della mattinata il servizio è comunque tornato regolare. Tutto è partito dalla notizia di un buco di bilancio aziendale stimabile intorno ai 9,4 milioni di euro, pertanto il fondato timore è quello della possibilità che non vengano regolarmente erogati gli stipendi. La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo per interruzione di servizio e violenza privata. La Giunta Merola ha comunque fatto capire che non si chiuderà la strada al dialogo e anzi le istituzioni sono disposte a sedersi attorno ad un tavolo e confrontarsi costruttivamente insieme ai Sindacati, lavoratori e vertici Tper. Ad ogni modo sono giunte rassicurazioni sul fatto che, come dichiara Colombo, “la situazione del bilancio, se gestita con responsabilità, può essere risolta in maniera positiva”, cui ha poi aggiunto:” Non c'è alcun rischio di non pagare gli stipendi”.
Luana Cinti, esponente dell' Italia Dei Diritti e vice responsabile per l' Emilia Romagna commenta: ” Ciò che ha colpito maggiormente è stata la paralisi dell' intera città, inaspettata e disorientante, con le strade improvvisamente dense di traffico sotto una pioggia battente. Il disagio è stato evidente, soprattutto per tutti coloro che ogni giorno si alzano molto presto per poter prendere anche più di un mezzo che li porti al lavoro fuori città. Certamente le ragioni e le forti preoccupazioni dei lavoratori dell'azienda di trasporti Tper necessitano di uno spazio di espressione e di ascolto che si traduca in fondate rassicurazioni ed interventi concreti, in merito sia al risanamento della precaria situazione di bilancio attuale che della condizione lavorativa di queste persone, poichè laddove vi sia anche un minimo dubbio riguardo alla possibilità che venga meno o si indebolisca il riconoscimento della salvaguardia del posto di lavoro e di un regolare stipendio per ciascuno, è imprescindibile avviare un repentino dialogo che non sia di facciata, ma che si alimenti del confronto sincero e attivo tra le parti in causa, dall' Amministrazione comunale, ai Sindacati, agli stessi lavoratori, senza intenti polemici e al contrario proiettato ad una risoluzione chiara, basata su un progetto condiviso ed un monitoraggio partecipato. E' pur vero che vanno se non altro accettate e comprese le posizioni di quanti hanno risposto in maniera più dura alla scelta di una siffatta tipologia di sciopero, improvvisata e totale, poichè un reale danno è stato creato a quanti sono stati momentaneamente privati di un diritto, trovandosi nella condizione di non poter giungere sul posto di lavoro o a scuola e quindi di esercitare un preciso dovere. Le modalità della protesta andavano pertanto valutate con più attenzione evitando di sfociare nell' illegalità, preservando nel contempo il legittimo diritto a manifestare un disagio, ma anche, necessariamente, le ragioni di tutti i normali cittadini estranei alla questione”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
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