L’ Emilia Romagna vede e l’ aumento dei casi di violenza sulle donne, la Cinti commenta

La vice responsabile dell' Italia Dei Diritti per l' Emilia Romagna: “L' allarme è sotto gli occhi di tutti, la barbara violenza sulle donne e i femminicidi riscontrati a livello nazionale non possono passare in secondo piano, ma devono poter essere il centro e il punto di partenza di una politica nuova, rinnovata, che conta sull' appoggio e la partecipazione di energie diverse e nel contempo unite dalla volontà di costruire le basi di una svolta, quella per cui la donna e i suoi diritti non vengono calpestati, contraddetti, accantonati”

Bologna, 7 marzo 2013 – Secondo quanto rilevato dal coordinamento dei centri antiviolenza dell' Emilia Romagna, in questa Regione vi è stato un incremento nelle richieste di aiuto da parte di donne italiane e straniere, circa il 13% in più rispetto ai dati del 2011. In una nota si legge che ” il lavoro nei centri è in aumento mentre le risorse economiche diminuiscono. I tagli al welfare hanno penalizzato in particolare le donne che quando non hanno un proprio reddito non trovano nei servizi sociali tutte le risposte per il tempo necessario a costruire una propria autonomia economica”. Nel 2012 vi sono stati 15 femminicidi, addirittura 17 nel 2011, mentre a livello nazionale, dall' inizio del 2012 essi hanno toccato quota 124. La nota prosegue focalizzando l' attenzione sull 'imprescindibilità di una “volontà politica e scelte responsabili” da parte del futuro Governo, per l' attuazione del ” Piano nazionale anti violenza del 2010, l' istituzione di un osservatorio nazionale sulla violenza alle donne, il riconoscimento dei centri antiviolenza come referenti nel contrasto alla violenza sulle donne e la realizzazione di campagne di prevenzione e sensibilizzazione, soprattutto agli uomini”.
Luana Cinti, esponente dell' Italia Dei Diritti e vice responsabile per l' Emilia Romagna dichiara: ” Questi dati sono sconcertanti e meritano una accurata quanto costruttiva riflessione. Come giustamente osservato dal coordinamento dei centri antiviolenza presenti sul territorio emiliano-romagnolo e non solo, l' aumento preoccupante dei casi di violenza e di richieste di aiuto si alimenta anche a partire dalla triste politica di tagli all' ambito del sociale generata dalla crisi, tanto che una soluzione, o perlomeno un miglioramento della situazione complessiva pare lontana. L' allarme è sotto gli occhi di tutti, la barbara violenza sulle donne e i femminicidi riscontrati a livello nazionale non possono passare in secondo piano, ma devono poter essere il centro e il punto di partenza di una politica nuova, rinnovata, che conta sull' appoggio e la partecipazione di energie diverse e nel contempo unite dalla volontà di costruire le basi di una svolta, quella per cui la donna e i suoi diritti non vengono calpestati, contraddetti, accantonati. Bisogna tener conto dei dati reali e non discostarsene ovvero puntare sulla prioritaria necessità di adottare metodologie nuove nell' affrontare il problema delle violenze al femminile con le sue tante caratteristiche e risvolti. Pensiamo alle donne sole, prive di qualsivoglia sostegno, a coloro che non hanno un lavoro e che all' interno del nucleo familiare si trovano sempre più ad affrontare situazioni non facili da gestire, in base alle quali, tra le mura domestiche, vi sarà un potenziale aumento dei conflitti. L' accorato e lucido appello al Governo in via di formazione è giusto, ed imprescindibile l' impegno affinchè qualcosa finalmente cominci a cambiare, poichè gli spunti e i progetti cui fare riferimento ci sono. E' di certo auspicabile un progetto congiunto e a lungo termine, che fà appello alla volontà di non distogliere mai l' attenzione, che sottolinea l' importanza del controllo e della denuncia, e ancor prima della prevenzione tramite un percorso educativo, senza sottrarre progressivamente risorse alle strutture presso le quali quotidianamente operatori e volontari prestano il proprio nobile contributo. E' innegabile che l' attuale instabilità politica incidanegativamente, ma dovrà un giorno o l' altro trovare uno sbocco trasformandosi in un' opportunità per tutti, anche per le donne di questo Paese”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna
italiadeidiritti@yahoo.it
http:/www.italiadeidiritti.it

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