INTERVISTA CARMELO CICALA

E’ nato a Washington il Museo Nazionale dell’emigrazione italiana nelle Americhe, istituzione destinata a far sopravvivere, soprattutto per i giovani, la memoria del “grande esodo” degli italiani nel nuovo mondo. L’iniziativa corona un sogno a lungo seguito dall’architetto Carmelo Cicala, presidente dei Comites e riferimento da decenni della Comunità italo americana di Washington e degli italiani in visita alla capitale degli States. “In America – dice Carmelo Cicala- vivono ben 26 milioni di oriundi italiani ormai inseriti in tutti i livelli della vita pubblica e privata americana. Il museo vuole raccontare, con documenti originali, immagini e filmati, la storia di questi americani i cui antenati giunsero dall’Italia, soprattutto dalle Regioni del Sud, dal 1880 agli anni venti del secolo scorso”.
Secondo Cicala, originario di Messina, il Museo avrà tra le sue principali finalità anche quella di far conoscere agli italo americani, oltre alla loro storia, anche la cultura italiana. “E’ la conoscenza dell’Italia –afferma Cicala- il vero collante della Comunità italo americana. Per questo oltre al Museo è nato il movimento “Insieme”, finalizzato a tenere uniti gli italo americani nel ricordo della Comune Patria di origine. Ma c’è di più: “Insieme” vuole incidere sull’atteggiamento, non sempre generoso, dell’Italia verso gli italo americani, cioè verso i discendenti di quei milioni di emigranti costretti a lasciare l’Italia in cerca di una vita migliore oltre Atlantico”.
“La maggior parte degli italo americani –spiega Cicala- tiene ancora a quella parte della propria identità legata all’origine italiana. E così per tutti i gruppi etnici, dato che gli Stati Uniti sono un mosaico di popoli di diversa origine. Tutti americani, certamente, ma tutti con il ricordo della terra di origine in un angolino del cuore”.
Il Museo e il movimento “Insieme” avranno la funzione, non solo di unire gli italo americani favorendo la conoscenza, con varie iniziative, della loro storia e della cultura italiana, ma anche la funzione di ricordare all’Italia che i 26 milioni di americani di origine italiana rappresentano un grande potenziale per il turismo e per i prodotti “made in Italy”.
Come era logico che fosse, “Insieme” si è dato la veste giuridica di partito degli italiani all’estero e conta di far eleggere alla prossima elezione un senatore e un deputato. Saranno loro a portare al Parlamento italiano le istanze degli italo americani. Tra queste, la possibilità dello studio della lingua italiana per chi lo desidera e la tutela dei diritti (dall’assistenza medica alla pensione) per chi ha conservato la cittadinanza italiana.
Il Museo, per ora ospitato in una galleria a Georgetown, è ricco di documenti e reperti sull’emigrazione: passaporti, biglietti di viaggio, foto, orari di navigazione e addirittura modelli in scala di navi storiche. Un Museo gemello, sempre sull’emigrazione italiana nelle Americhe, sorgerà presto in Italia, a Civitavecchia, Porto di Roma. Perché di questa scelta?
La vicinanza della Capitale, innanzitutto, con i suoi oltre tre milioni di abitanti, e poi il dato di fatto che a Civitavecchia sbarcano ogni anno dalle navi da crociera ben due milioni di passeggeri, in maggior parte provenienti dagli Stati Uniti, e moltissimi di origine italiana.
Ma non basta. Da Civitavecchia salparono per le Americhe migliaia di emigranti dello Stato Pontificio, molti dei quali perseguitati politici. Tra questi, cosa poco risaputa, il pittore Costantino Brumidi, autore della maggior parte degli affreschi del Capitol di Washington, conosciuto negli Stati Uniti come il “Michelangelo del Campitol”.

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