Rifiutiamo il ricatto dell’Ilva

Da sei mesi, la famiglia Riva si scontra continuamente con il lavoro dei magistrati, invece di mettere mano al portafogli e spendere una parte degli immensi profitti accumulati. Intanto, gli impianti sono sempre gli stessi, quelli che avvelenano il cielo, la terra e il mare di Taranto e che uccidono lentamente non solo i lavoratori ma anche i loro figli. Per proseguire questa linea, l’azienda sta ricattando gli operai con la minaccia di chiudere la fabbrica, se non si accetta la sua impostazione.

La cosa più sconcertante è che lo Stato si schieri dalla parte degli inquisiti, invece di solidarizzare e sostenere la magistratura che fa il proprio dovere e supplisce alle mancanze di chi il proprio dovere non lo ha mai fatto. E’ scandaloso continuare a comportarsi come se i criminali fossero i lavoratori e i magistrati e non chi, per arricchirsi, ha violato le leggi della Repubblica italiana.

L’Italia dei Valori sta dalla parte della magistratura perché sta dalla parte dei lavoratori e dei tarantini. Ritiene, inoltre, che non si possa più sopportare l’osceno ricatto della famiglia Riva, che chiede ai dipendenti di scegliere tra la disoccupazione e il rischio di una morte lenta per se stessi e per le proprie famiglie. Un governo che, di fronte a un ricatto simile, non sa far altro che pronunciare oscure allusioni alle “responsabilità” della magistratura è semplicemente indegno. La verità è che, senza l’intervento dei giudici, l’Ilva, del tutto indisturbata, avrebbe continuato a emettere veleni in quantità micidiale. Nessuno lo sa meglio del ministro Clini, che per anni ha avuto un ruolo fondamentale al ministero dell’Ambiente, senza fare assolutamente niente per impedire all’Ilva di avvelenare l’aria di Taranto.

A questo punto il dovere del governo è… LEGGI TUTTO

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