Come vi avevo promesso, abbiamo vinto contro il CNF

avv. Federico Bucci

Dopo la mia discussione orale all’udienza di fine giugno, la Commissione Tributaria di Roma ha accolto il mio ricorso che avevo proposto per i miei figli ed altri Colleghi romani non cassazionisti, decidendo correttamente che il Consiglio Nazionale Forense non ha diritto di esigere la tassa annuale da essi (e così da tutti coloro nella stessa condizione iscrizionale, val dire: iscritti bensì nell’albo del nostro Ordine territoriale, ma non anche iscritti nell’albo dei cassazionisti tenuto dal CNF).

E’ meraviglioso e, soprattutto, giusto.

Proprio come avevo rilevato nel 2001 quando, da Presidente dell’Ordine di Roma avevo scoperto che la disposizione del 1944 che consente al CNF di “determinare” (senza alcun criterio oggettivo, ohibò) l’importo annuale del contributo “dovuto dagli iscritti nell’albo” è grottesca, vistosamente incostituzionale (dalla data del 1° gennaio 1948 di entrata in vigore della Carta Costituzionale) e, comunque, non applicabile a coloro che non sono “iscritti nell’albo” tenuto dal CNF, al quale lo sgangherato legislatore del 1944 aveva concesso quella comica voluttà impositiva ad libitum.

Avevo informato la nostra assemblea (del luglio 2001) di quella mia sbalorditiva scoperta che aveva sorpreso e rallegrato tutti i giusti.

Per contestarmi, l’allora Presidente del CNF (notoriamente volitivo) spediva allora 15.000 lettere raccomandate ai nostri iscritti, dipingendomi come potete immaginare, ma non mi piegai, mentre gli avvocati romani, con commovente fiducia nel loro nuovo presidente intransigente, non si facevano intimidire.

Dopo la fine della mia presidenza, per anni i miei feroci nemici ventilavano malignamente la minaccia che il CNF avrebbe attivato l’esattoria (ora Equitalia Sud spa) per aggredire con cartelle esattoriali i miei protetti.

Mi sconvolgeva l’inqualificabile comportamento di avvocati ed esponenti del nostro Foro che -smaniando di vedermi in difficoltà- solidarizzavano con il CNF su quella atroce ingiustizia (l’uragano esattoriale da essi auspicato), sperando di vedermi annaspare freneticamente a fronteggiare tante cartelle esattoriali.

Un orrore, tra i tanti orrori che ho dovuto subìre dal 2004 al 2010, allorché,

rifiutando io l’ennesima rielezione, lasciavo il Consiglio dell’Ordine ed il CNF tentava la mossa di far spedire dalla micidiale Equitalia “avvisi di pagamento” nei confronti degli avvocati romani non cassazionisti, pretendendo il pagamento delle ultime cinque annualità non prescritte.

Fui così costretto a prendere le armi contro il CNF e, nonostante la autorevolezza e la potenza di tale istituzione, ho ora la grande gratificazione della nostra vittoria, che gioverà anche nei neoiscritti procedimenti dinanzi alla Commissione Tributaria che dallo scorso settembre 2012 ho attivato per tantissimi giovani Colleghi (che continuano festosamente a venirmi a trovare al mio studio per rilasciarmi la procura contro l’ingiustizia delle cartelle esattoriali spedite dallo scorso agosto in poi).

Alcuni inguaribili malevoli resteranno irritati per questa mia comunicazione, ma a costoro chiedo perché essi -anziché me- non si sono impegnati per il giusto ed il bene ? ioho diritto di compiacermi, è lecito che io sia felice per quello che ho fatto e continuo a fare -contro ingiustizie e malevolenze- a tutela di coloro con i quali mi divido lo stesso pane.

Tra le tantissime categorie sociali di inconcludenti acchiappanuvole, di delusi dalla vita, di falliti professionalmente, di vocianti aspiranti consiglieri dell’Ordine, di aspiranti componenti della miriade di commissioni di studio, di aspiranti presidenti della patetica miriade di associazioni forensi, di aspiranti capistazione, tra i tanti che ci scrivono ossessivamente circolari per e-mail per farsi vivi con ogni disperato pretesto, oggi mi ci sono messo anche io a scrivervi, ma me lo consento per gratificarvi con l’informazione di una vittoria importantissima e con colossali effetti concreti, patrimoniali, ma soprattutto terroristici, sul genere “chi tocca i fili muore”, da intendere minatoriamente: “chi tocca gli avvocati romani …. perde”.

31.10.2012

Federico Bucci

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