Politica, antipolitica e il pollice di Cesare
“L’immaginario collettivo della nazione, teledipendente e acritico, si muove a ondate modaiole da sempre, gettandosi a capofitto in un italianissimo guazzabuglio di pensiero unico omologato che è sempre stato il confronto/scontro tra guelfi e ghibellini. Uscire da questo binario forzato per topi da laboratorio, rimane il primo punto fondamentale di una auspicata rivoluzione culturale, tappa fondamentale per crescere come collettività di cittadini liberi. L’intero sistema mediatico è strutturato, in Italia, in modo tale da spingere a partecipare sempre e soltanto a condizione di porsi come tifoso partigiano, per consentire dei meccanismi di identificazione facili da strutturare (e quindi manipolarne ogni componente) garantendosi il consenso nel nome di principi astratti, teorie, bandiere, divise da indossare, che ruotano intorno alla costituzione condivisa di un immediato ghetto culturale, miope e ottuso, che esclude – in quanto ghetto – chiunque tenti una qualsivoglia forma di elaborazione, argomentazione, magari contestazione di merito, che diano avvio a riflessioni ad uso della collettività.
… [continua]