ILLEGGITTIMA VIOLENZA MONDIALE TODO CAMBIA?

Il giorno dopo ferragosto non ho visto nessun telegiornale e neanche ho aperto il pc ma oggi non mi è sfuggita questa notizia del 16 agosto: ” Sudafrica, strage di minatori“. Io posso solo portare alla vostra attenzione, sembra che nulla cambia, Todo Cambia come cantava Mercedes Sosa, non cambia il caldo, il lavoro che manca e la morte che arriva per disgrazia per ordini impartiti da affari decisi dal potere. Immagino le mosche il sangue la rabbia e il dolore senza fine di chi rimane su questa povera Terra Madre.
Doriana Goracci
A Marikana in Sudafrica, una cinquantina di donne hanno manifestato, gridando la loro rabbia contro la polizia. Sono le madri e le figlie dei minatori uccisi durante una protesta per l’aumento del salario. La polizia ha detto di aver aperto il fuoco per legittima difesa, contro un gruppo che si stava avvicinando minacciosamente con machete e bastoni. “Siamo qua per chiedere al governo perché, invece di dare alle nostre famiglie ciò che chiedevano, li ha uccisi”, dice una vedova. Era dal 1994, data della fine dell’apartheid, che il Sudafrica non assisteva a massacri ad opera della polizia. Questa la risposta del presidente Jacob Zuma ad un Paese ancora sconvolto: la creazione di una commissione d’inchiesta per fare luce sulla verità. Secondo la polizia i minatori colpiti a morte sono stati 34, 78 quelli feriti. La compagnia mineraria Lonmin, che aveva sollecitato l’intervento della polizia per lo sciopero, si è offerta di organizzare i funerali delle vittime e pagare le tasse scolastiche ai figli dei lavoratori uccisi.”

“I sudafricani pensavano che i massacri di polizia facessero ormai parte dei libri di storia e dei musei, ma a Soweto il massacro dei 34 minatori di Marikana ha risvegliato brutti ricordi, alimentando nuovi timori. Nella rivolta del 1976 a Soweto, alle porte di Johannesburg, i poliziotti bianchi del regime segregazionista aprirono il fuoco contro gli studenti neri che chiedevano un’istruzione migliore, uccidendo 23 persone. Giovedì scorso, alla miniera di platino Lonmin di Marikana, 34 minatori (36 n.d.r.) che chiedevano un aumento salariale sono caduti sotto i colpi degli agenti.«Credevo sinceramente che queste cose facessero parte del nostro passato. Credevamo che fosse cambiato l’atteggiamento delle forze di sicurezza», ha detto alla France presse Thozamile Ngesi, un visitatore del monumento che ricorda i fatti del 1976. «Non ho dubbi sul fatto che la polizia non avrebbe osato aprire il fuoco su un gruppo di lavoratori bianchi ricchi», ha aggiunto il 27enne disoccupato.In Sudafrica, i minatori sono i più poveri tra le classi meno abbienti, sottopagati e costretti a vivere in condizioni di estrema miseria nei pressi delle miniere. La sparatoria di giovedì scorso è scoppiata dopo una settimana di sciopero indetto per chiedere una paga migliore. I lavoratori, perlopiù arrivati dai villaggi agricoli di tutto il Sudafrica e dai Paesi vicini, chiedevano di triplicare il loro stipendio, oggi pari a 4.000 rand al mese (400 euro). A fronte del rifiuto opposto dall’azienda, i minatori avevano quindi deciso di non tornare al lavoro, come chiesto dai leader sindacali, e di proseguire nella protesta. A due giorni dal massacro dei minatori di Marikana, in Sudafrica, i familiari stanno ancora cercando i loro cari, per sapere se sono stati uccisi, feriti o solo arrestati. Il bilancio dell’operazione condotta dalla polizia contro i lavoratori in sciopero nella miniera Lonmin è di 34 morti, 78 feriti e 259 arresti.I familiari ancora senza notizie si recano alla roulotte piazzata davanti all’ospedale dei minatori, dove c’è l’elenco di morti e feriti. L’azienda mineraria Lonmin ha garantito la sua assistenza per l’identificazione e la sepoltura delle vittime, promettendo anche aiuti finanziari per la scuola dei figli.”

“Quella che ha travolto il Sudafrica è una sorta di guerra urbana. Il 16 agosto la polizia, dopo aver cercato di disperderli con gli idranti, i lacrimogeni e le granate non offensive, ha aperto il fuoco a Marikana (Nord-ovest) su migliaia di minatori in sciopero armati di machete uccidendo almeno 34 persone secondo quanto riferito dal ministero della polizia, mentre la Reuters ha parlato di 12 vittime e i servizi di emergenza regionale parlavano di 25 morti

Le vittime sarebbero addirittura 36 secondo il sindacato dei minatori della National Union of Mineworkers. Nelle immagini diffuse dagli operatori presenti sul posto, si possono notare i corpi a terra dopo il cessate il fuoco e lo sguardo atterrito degli altri minatori, incapaci di fuggire per lo choc subito.«Numerose persone sono rimaste ferite e il numero (dei morti) continua ad aumentare», ha detto il ministro della Polizia Nathi Mthethwa in un’intervista alla radio locale.Il ministro ha condannato le violenze, sottolineando che la polizia aveva negoziato per tre giorni con gli scioperanti. «Questo non doveva accadere. Abbiamo sempre insistito sul fatto che abbiamo delle leggi in questo Paese che permettono alle persone di scioperare, di riunirsi per manifestare, e crediamo che le persone non dovrebbero ignorare questi pilastri del nostro sistema (…) è una situazione terribile per tutti». Già nei giorni precedenti nove persone, tra cui due poliziotti, erano morte in scontri tra sindacati e forze dell’ordine. Domenica 12, due vigilantes della miniera sono stati uccisi dai manifestanti, e due minatori sono morti poi in una serie di pesanti scontri, lunedì. Già nella giornata di mercoledì 15 agosto la polizia era intervenuta in massa, con l’invio di elicotteri e di circa 3 mila agenti in assetto da guerra. Non c’erano però stati scontri e la situazione era rimasta sotto controllo. Non così il 16. Un cameraman ha detto di aver visto almeno sette cadaveri dopo la sparatoria, che è stata innescata dall’assalto dei minatori, scesi da una formazione rocciosa accanto alla miniera di Marikana, contro i poliziotti, che stavano ergendo delle barriere con il filo spinato. La polizia era già intervenuta con proiettili di gomma e lacrimogeni contro le migliaia di minatori in protesta, molti dei quali armati di bastoni e machete.La miniera Marikana della Lonmin, terzo produttore mondiale di platino, ha minacciato il licenziamento di 3 mila lavoratori se non dovesse essere interrotto uno sciopero selvaggio a oltranza per un aumento salariale, che il sindacato radicale Amcu chiede sia triplo rispetto al salario attuale, che pari a circa 400 euro al mese.Una mobilitazione che, oltre a paralizzare la produzione, sta creando violenza e tensione fra gli stessi lavoratori, con almeno 10 morti in violenze avvenute in quasi una settimana di mobilitazione. Agenti di polizia hanno detto che dopo la rottura delle trattative con l’Amcu non resta altra opzione che l’uso della forza. Un leader del’Amcu al megafono ha urlato: «Non ci muoviamo. Se necessario, siamo pronti a morire!». I produttori di platino lamentano che il calo del prezzo del prezioso metallo – di cui il Sudafrica ospita l’80% delle riserve mondiali – e la crescita del costo del lavoro li stanno stanno portando loro l’acqua alla gola. Le violenze odierne hanno anche avuto conseguenze in Borsa: i titoli della Lomlin ad un certo punto hanno perso oltre il 13%, mentre i prezzi del platino sono saliti.”

Ma non cambia il mio amore
per quanto lontano mi trovi,
né il ricordo né il dolore
della mia terra e della mia gente.

E ciò che è cambiato ieri
di nuovo cambierà domani
così come cambio io
in questa terra lontana.

Cambia, tutto cambia…


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