In politica, almeno da noi, ogni previsione può essere stravolta senzagrossi problemi. Tant’è che lo scorso novembre una crisi di Governonon è stata neppure presa in considerazione. Nessuno ha salvatol’Italia e scriverlo non avrebbe, di conseguenza, alcun senso. Intantol’autunno s’avvicina con un PIL già stimato inferiore al -2,5%. Come ascrivere che l’indice di ricchezza del Paese continua ad essere in unafase più che critica. Sino alla prossima primavera, nulla cambierà ela manovra Monti andrà avanti; anche se l’appoggio dei politici aquesto Esecutivo “tecnico” ha iniziato a mostrare delle crepe. Comegià avevamo scritto, il 2013 non sarà un anno facile per nessuno.Tante riforme sono andate oltre i limiti della sopportabilità. Leprossime avranno la stessa matrice. I mesi passano, ma non abbiamoancora visto una bozza seria sulla legge di riforma elettorale. Se lasituazione dovesse non evolversi, i problemi d’Italia andranno adaumentare. Anche se, per ora, i politici restano nelle retrovie delfronte socio/economico nazionale, c’è da chiederci quando renderannonote le loro strategie per ridare al Paese quella fiducia che continuaad essere carente. La Seconda Repubblica resta, in ogni caso, una diquelle leggende metropolitane che sarebbe meglio avere il buon gustodi dimenticare. Prima di focalizzare il nostro ruolo in UE, c’è dachiarire le sorti economiche interne. La crisi viene da lontano, ma danoi si è evoluta in modo assai differente che nel resto del VecchioContinente. In pieno Sol Leone, non sapremmo neppure azzardare delleprevisioni per i pochi mesi che ci separano da fine d’anno. Gliitaliani, fuori e dentro i confini nazionali, sono fortementedemotivati da un sistema che vive solamente perché nessun politico èstato in grado d’offrire una guida diversa al Paese. Ed è proprio perquesta posizione, in evidente involuzione, che le nostrepreoccupazioni aumentano. La disoccupazione è un altro segnale delledifficoltà nazionali. Le riforme sociali non sono servite ad arginareun bel nulla. Andando di questo passo, resteranno solo i doveri e ,sempre meno, i diritti. Quei diritti che dovrebbero garantirci unfuturo meno difficile che resta sulle spalle di chi ancora riesce arimanere nel mondo produttivo. Può sembrare strano, ma è proprio il“liberismo” modificato a darci i maggiori problemi. Del resto, cipreoccupa anche il carico che il prossimo Governo dovrà fare suo.Mentre la campagna elettorale è già iniziata, non vediamo segnali inlinea con i tempi che ci stanno togliendo anche le prospettive per ilfuturo. Mentre tutti, ma proprio tutti, intendono riformare l’attualesistema elettorale, vivere nel Bel Paese resta un problema daaffrontare giorno per giorno. Intanto, i prezzi dei generi di largoconsumo hanno iniziato a lievitare. Dopo Monti, vivremo in un’Italiapiù povera e certamente meno credibile di quella che ha caratterizzatogli anni della “congiuntura” del secolo scorso. Segno, evidente, chela politica italiana resta ben lontana dall’essere comprensibile.
Giorgio Brignola