L’omosessualità  e i ragionamenti di Antonio Sciortino

Su Famiglia Cristiana, don Antonio Sciortino, rispondendo ad un lettore, scrive: “Se l’omosessuale si dice cattolico e fa riferimento alla comunità cristiana ha il diritto-dovere di conoscere il pensiero della Chiesa”. Giusto, gentile don Sciortino, però conoscere, non significa riconoscere, salvo che non si debba sempre rinunciare a ciò che la nostra coscienza ci detta e la nostra ragione ci suggerisce. Poi scrive: “La disapprovazione delle relazioni omosessuali deriva dalla comprensione che il rapporto sessuale ha senso solo se è espressione di amore a di apertura alla vita”. Il rapporto sessuale, quindi, tra un uomo e una donna in età non più fertile non ha senso poiché non è aperto alla vita? Ma anche se fosse vero, perché dovrebbe essere peccato? Potrei concordare sul fatto che ha poco senso qualora non ci sia amore, ma sempre non si comprende perché dovrebbe essere peccaminoso. Sono discorsi che contrastano con la ragione, il senso di giustizia, e il Vangelo stesso che non fa discriminazioni basate sul genere cui le persone appartengono. E se io affermassi che gustare il cibo ha senso solo se serve a nutrirsi? E che è peccato gustare un gelato dopo aver mangiato a sazietà? Perché pretendere che delle persone rinuncino ad amarsi perché omosessuali? Mi stupisce che ancora oggi persone colte possano avere pregiudizi che talvolta hanno portato ragazzi omosessuali a indicibili sofferenze se non al suicidio. Indifferenza verso il prossimo, o inconsapevole crudeltà?
Elisa Merlo

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