di Melo Cicala
Siamo uomini o coordinatori? Direbbe Totò oggi. All’estero è l’attività più gettonata e più in voga in alcuni partiti. Se non sei coordinatore, non sei nessuno. Perché essere nominati coordinatori è l’aspirazione di una vita, il riconoscimento ufficiale di non si sa cosa. Ma l’aspetto più importante della faccenda è che per essere nominati coordinatori non occorre un passato politico, neanche un minimo di preparazione non dico di carattere costituzionale perché sarebbe troppo, ma neanche civile. Il coorinatore è come un vestito elastico che sta bene per ogni taglia. Si allarga e si restringe vestendo comunque. Eri comunista? Non ha importanza alcuna puoi essere nominato coordinatore dell’UDC per esempio, L’Esempio. Eri del PDL? Neanche a parlarne di problemi. Il coordinatore è uno status super partes, senza passato ma solo con un presente, qualunque esso sia, e con una sola velleità futura: avere un posto in parlamento. La nostra gente all’estero viene troppo spesso ingannata con questa visione semplicistica e non genuina degli scopi che inducono i Coordinatori dei coordinatori a nominare a loro volta miriadi di coordinatori ad ogni angolo di strada. Più Roma si fa riluttante al voto ed alla elezione dei parlamentari nella circoscrizione estero e più coordinatori si nominano. Basterebbe che questi novelli coordinatori si chiedessero del perché vero della loro nomina che subito potrebbero provare un qualche imbarazzo. Poverini!
Ma niente da fare più coordinatori ci sono e meglio è. Lo scopo è quello di fare “Ammuina”: tutti i coordinatori di destra vadano a sinistra, tutti i coordinatori di sotto vadano sopra, tutti vadano avanti ed indietro invadendo anche le case degli altri dando la netta sensazione di muoversi e di fare. Cosa? Non è importante, ma fare, fare e nominare, nominare sempre più coordinatori. La gente non lo sa perché nessuno glielo dice è che solo El coordinator dei coordinatores va avanti. I novelli nominati coordinatori devono solo avere la sensazione di essere importanti, poi tutto viene da sé. Il coordinatore tipico non è un responsabile, è uno che coordina. Cioè dice chi e quando si deve spostare da destra a sinistra e dove e quando quelli di sotto devono passare sopra e quando tutti, quelli di destra e di sinistra, di sopra o di sotto, debbano passare tutti contemporaneamente dallo stesso passaggio. Questa facoltà ingenera nel coordinatore una strana ma netta sensazione di essere importante e, guardandosi allo specchio, dice a sé stesso: sono coordinatore. Tutta questa attività diremmo ludica, di divertimento e di svago, non provocherebbe alcun danno se oggetto delle “coordinazioni” non fosse la gente, le loro speranze e le loro aspettative. INSIEME non nomina coordinatori ma responsabili, gente che si deve assumere l’onere e l’onore di informare la gente senza inganni e senza falsi pretesti. Deve finire irrimediabilmente l’andazzo che sino ad oggi sui territori all’estero ha messo nell’angolo i nostri connazionali rendendoli ridicoli agli occhi di tutto il paese. Qui la posta in gioco è altissima, occorre onestà e serietà propositiva, altro che nomine a cascata di coordinatori che fanno sorridere e fanno anche un po’ di rabbia per la loro conclamata inutilità perché danneggiano l’immagine di tutti gli italiani all’estero.