“Il colpo di mano fatto in Senato dai rappresentanti del Pdl e della Lega
Nord, che ha rotto l'accordo sulla diminuzione dei parlamentari e ha
propagandisticamente rilanciato il Senato federale, rischia di produrre
danni all'impalcatura complessiva dell'esercizio in loco del diritto di voto
e crea le condizioni per tornare ad ipotizzare l'eliminazione della
rappresentanza degli italiani all'estero.
A seguito dell'eliminazione della rappresentanza eletta all'estero al Senato
vi è ora il rischio che si riapra il dibattito sul testo e anche
sull'articolo 1 votato al Senato.
Se del Senato federale si potesse parlare in modo serio, ci sarebbe prima di
tutto da verificare quale livello di compatibilità vi sia tra una crisi così
acuta, che si sta pesantemente rovesciando sul sistema delle autonomie, e un
modello d'Italia federale.
In secondo luogo, si dovrebbe discutere se il Senato federale, che è
l'istanza di rappresentanza dei territori, possa diventare più autorevole e
più incisivo inglobando il richiamo alle comunità italiane all'estero o
debba essere invece rinchiuso, in tempi di globalizzazione, dentro i confini
nazionali.
Si dovrebbero approfondire, insomma, tante cose serie prima di assumere una
decisione ponderata, ma la serietà evidentemente non è la migliore dote
degli zombies che hanno preferito buttare a mare una possibile riforma del
Parlamento e del sistema elettorale, pur di piantare una bandierina
propagandistica. Sapendo che alla fine non ci sarà né la riforma, né il
Senato federale.
Contro gli italiani all'estero si scaglia un altro sasso senza il coraggio
della chiarezza e la responsabilità delle proprie azioni. Un atto da
guastatori insomma. Gli italiani all'estero che hanno a cuore l'Italia
debbono guardare da un'altra parte e aiutare chi, dentro e fuori le aule
parlamentari, vuole salvare davvero l'Italia.
Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci,
Fabio Porta