Lo zingaro e il clandestino non possono diventare dei capri espiatori

Aderisci all'APPELLO: “Il sonno della ragione genera mostri”

Recenti avvenimenti di cronaca, e la loro accresciuta rappresentazione mediatica, hanno portato ad emergere in maniera plateale un diffuso atteggiamento di sospetto, quando non manifestazioni di vero e proprio razzismo, verso gli zingari, italiani e immigrati.
La denigrazione verbale, genericamente diretta a queste comunità ed anche gli episodi di aperta violenza e razzismo nei loro confronti, non possono essere in alcun modo tollerati. Spesso questi comportamenti vengono giustificati come risposta al presunto alto tasso di devianza di questo popolo, dimenticando che i reati in sé sono sempre compiuti da singole persone e che la responsabilità penale è, per legge, individuale.

Una politica intelligente, a vantaggio della sicurezza dei singoli e della collettività, sarebbe quella di analizzare le cause che portano ad una maggiore devianza tra queste persone (emarginazione sociale e culturale, assenza di politiche d'integrazione, ecc.) offrendo misure atte a governare davvero l'immigrazione e a coniugare politiche di sicurezza con quelle di accoglienza ed integrazione. Si preferisce invece battere il tasto sulla paura della gente e sulla necessità di inasprire le leggi e le pene.

E' anche strano che il battage pubblicitario sulla sicurezza e sulla paura degli italiani, avvenga proprio quando il Ministero di Giustizia dimostra, statistiche alla mano, che i reati in Italia sono diminuiti e che in Europa – il nostro Paese è uno dei più sicuri dal punto di vista dell'ordine pubblico.

Il sospetto che esista una precisa regia dietro queste campagne mediatiche è inevitabilmente forte: una regia volta a rendere più accettabili misure di legge intollerabili contro i diritti della persona. Una regia che sposta l'attenzione degli italiani dal pesante declino economico e sociale in cui stiamo vivendo, verso un nemico ed un obbiettivo esterno: lo zingaro, l'immigrato, il diverso.
Come spesso succede nella storia, anche su questo versante come popolo italiano abbiamo la memoria corta e ci sembra lecito accettare attacchi verbali e misure contro gli zingari che consideriamo intollerabili, quando rivolte ad altri popoli od etnie. E' un atteggiamento pericoloso e , per dirlo con le parole di Goya, “il sonno della ragione genera mostri”.

Non è mai colpa nostra se le cose vanno male, è sempre colpa di qualcun altro e così, mentre ci beiamo della supposta imbattibilità della creatività italiana, non ci accorgiamo che la crisi del nostro Paese di fronte alle sfide della globalizzazione è anche crisi di capacità di interloquire con l'esterno, le culture degli altri, la gestione serena dei fenomeni del nostro secolo, quali l'unità europea e le migrazioni.

In ogni caso, è certo che una politica esclusivamente di pura e semplice repressione dei reati che derivano dal disagio sociale sarà una tela di Penelope, e se non ci si indirizzerà anche verso la rimozione delle cause della condizione dei rom, non servirà a molto: a meno certamente di non innalzare l'escalation fino alla deportazione collettiva, all'arresto indiscriminato, o peggio, cosa fortunatamente proibita dalle normative internazionali. Non sembri retorica quest'ultima osservazione: rom e i sinti sono state vittime nei lager, e quella tragedia che in lingua zingara è ricordata come Porajmos, ed equivale alla shoah del popolo ebraico, pone un dovere di memoria e una responsabilità di tutti per il presente e il futuro.

I sottoscritti promotori di questo appello, operatori nel campo dell'immigrazione e dei problemi sociali, con esperienze disparate e di diverse ispirazioni politiche, culturali e religiose, propongono questi punti all'attenzione del governo nazionale, regionale e locale, dei media,, nonché degli operatori sociali così come di quelli di polizia:

1. Combattere la campagna mediatica volta a creare atteggiamenti razzisti e xenofobi nei confronti degli zingari, ma anche dell'immigrazione in generale.
2. Adottare efficaci politiche di sicurezza e chiudere i campi nomadi, in quanto ghetti e fonte di emarginazione ed illegalità, incentivando misure di vera accoglienza ed integrazione di queste comunità; i “campi nomadi” sono costosi, perpetuano le discriminazioni, ostacolano una reale integrazione. Sono anche una “zona grigia” di illegalità, su cui occorre che sia fatta luce, per tutelare in primo luogo i più deboli tra coloro che vi vivono.
3. Procedere ad un vero e completo censimento dei singoli e dei nuclei familiari di zingari presenti in Italia, come primo passo verso misure di integrazione diversificate ed efficaci;
4. Per i minori e i giovanissimi, nati e vissuti nelle baracche, occorre prevedere con coraggio e creatività opportunità di integrazione e anche di cittadinanza, capaci di rompere un circuito davvero infernale di sottrazione di futuro;
5. Ridurre i casi di espulsione solo per le persone che non hanno titolo o che hanno commesso reati legalmente comprovati; chi ha tale titolo, inoltre, deve essere trattato con rispetto e dignità. Prevenire le condizioni di emarginazione, miseria e criminalità sarà sempre più razionale e anche più economico che reprimerne gli esiti.
6. Occorre un'integrazione tra il livello europeo, quello nazionale, quello regionale e comunale: occorre evitare infatti che la sindrome del “non nel mio cortile”: i rom non sono immondizia.
7. Mantenere la memoria collettiva del Porajmos, anche incentivando la ricerca storica sui campi di concentramento costituiti dal governo italiano nel periodo fascista, un evento rimosso e colpevolmente dimenticato.
8. Incoraggiare la voce dei Rom e Sinti italiani, che ad oggi sono l'unica minoranza linguistica storica del nostro Paese a non godere di alcuna tutela: auspichiamo che sorga un'associazione rappresentativa della comunità zingara italiana.

FILEF Nazionale” filefit@gmail.com

Danielà Carlà
Giuseppe Casucci
Luca Cefisi
Piero Soldini
Rodolfo Ricci
Adriana Bernadotti – Sociologa – Buenos Aires
Antonella Dolci – Filef Stoccolma
Amelia Rossi – Filef – Buenos Aires
Guglielmo Bozzolini – Direettore ECAP – Zurigo
Francesco Calvanese – Docente Universitario – Salerno
Francesco Berrettini – Vice Presidente FILEF – Perugia
Cesare Novelli – Pres. Istituto Santi – Roma
Lucio Ricci – Presidente FILEF Abruzzo – Teramo
Alma Giraudo – Torino
Massimo Angrisano – Napoli
Rino Giuliani – Roma
Armando Ferrari – Inca CGIL Spagna – Barcellona
Alessandra Marrama – Modena
Andrea Amaro – Dipartimento Internazionale CGIL
Carlo Cartocci – Uff. Italiani all'Estero PRC
Filippo Miraglia – Responsabile Immigrazione ARCI
Nuccio Iovene
Sebastiano Sanna
Roberto Giardelli
Alfonso Severino
Rosaria Polizzi
Giuseppe Bea – Resp. Imigrazione Immigrazione CNA-EPASA
Laura Fedeli
Gianfranco Premuda – Montevideo (Uruguay)
Rosa Taschin – Ravenna
Giuseppe Petrucci – San Paolo del Brasile
Ivan Franzini
Antonio Peragine – Segr. FILE-CISAL Bari
Letizia Mogetta
Cesidio Celidonio – Coord. SD Svizzera – Basilea
Salvatore Augello – Segr. USEF – Palermo
Guglielmo Zanetta – SD Estero
Carmelo Giuseppe Nucera – Reggio Calabria
Giordano Bruno Venier – Circolo Gramsci Caracas (Venezuela)
Mario Pusceddu – Emigrato in Belgio nel 1951
Franca Gereffa – Dip. Sociologia Università della Calabria
Rene Hill – ALEF – Londra
Mirella Izzo – Pres.Nazionale Azione Trans
Maria Rosa Torriglia
Pilar Saravia – Associazione NO.DI
Fabiana Lepore
Ignazio Mazzoli – Veroli
Maria Maira
Ilaria Cicione – Formia
Franco Del Vecchio – ACLI/Cgie-Germania – Colonia
Luisa Di Gaetano – Roma
Rainer Kuckuk – Benano (TR)
Peter Nottebaum – Castelgiorgio (TR)
Avv. Arturo Salerni (Progetto Diritti)
Avv. Mario Angelelli (Servizio Legale Immigrati)
Marco Piantadosi – Asti
Maurella Carbone – Francoforte sul Meno – (Germania)
Donatella Barazzetti – Centro di Women's Studies “Milly Villa” – Dip. Sociologia Università della Calabria
Claudio Marsilii – SD Basilea (Svizzera)
Giuliana Cacciapuoti – Napoli
Giulio Guidetti – Università La Sapienza – Roma
Angelo Santamaria – Pres.L.Da Vinci – Seraing-Liegi (Belgio)
Mimma Di Marcantonio – Ecuvives – Caracas (Venezuela)
Maria Vitali-Volant – Dunkerque (Francia)
Raffaele Cicione – Insegnante Resp. Legambiente circolo ” Barba di Giove” Formia
Antonia Lucilla Cicala – Inssegnante in pensione – Formia
Raul Rolando Rossi – FILEF Montevideo (Uruguay)
Lucilla Cicione – Studentessa – Formia
Antonella Zarantonello – Lonigo (VI)
Claudia Berton – Verona
Jorge Canifa Alves – Scrittore – Roma
Lara Facondi
Giulio Girardi – già docente di Filosofia politica – Roma
Francesca Gonzato – Verona
Roberto Beccaletto – Verona
Daniela Moretto – Milano
Maurizio Del Bufalo – Consulente Programmi Sviluppo Umano ONU
Anne Morelli – Professeure à l'U.L.B.- Bruxelles (Belgio)

Inserito il 24 maggio 2008 alle 15:01:00 da redazione-IT. IT – IMMIGRAZIONE

(Aggiornamento alle ore 22.00 del 24 maggio)

Chi intende appoggiare questo appello può mandare la propria adesione a:

Giuseppe Casucci: g.casucci@uil.it
Luca Cefisi: luca.cefisi@gmail.com
Piero Soldini: p.soldini@sede.cgil.it

o a FIEI: fiei@fiei.org

FILEF Nazionale
Via XX Settembre, 49 – 00187 Roma – Italy

www.filef.org
www.filef.info
www.filef.net

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